Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
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I post pubblicati nelle pagine de L'anomalia (14 giugno 2009 - 8 febbraio 2010)
Il vecchio forum (19 novembre 2006 - 10 febbraio 2009)

Superficialità e cialtroneria

26.09.11
In Superficialità e ignoranza più veloci dei neutrini Daniele Coliva ci offre un perfetto esempio di lingua lessa e cervello fritto. Ma c’è di più. L’incidente in cui è incorso il Ministro dell'istruzione, università e ricerca sembra dimostrare che tra i suoi collaboratori non solo nessuno capisce un’acca di fisica, ma non sa neanche leggere i giornali.
Non basta. E' chiaro che nei giornali nessuno legge con attenzione i comunicati o ascolta con altrettanta attenzione le spiegazioni degli scienziati. Nelle quali non c’è traccia degli accenti trionfali con i quali sono state titolate le notizie sulla “morte” della teoria della relatività. Ho letto almeno una decina di articoli e interviste e non ho trovato un solo esperto che abbia affermato con certezza una cosa del genere.
Superficialità? Cialtroneria, direi.                                       


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Dalla Francia un nuovo e-reader. E il prezzo scende

Antonio Tombolini - 12.09.11
A proposito di Si avvicina il decollo per il mercato italiano?, solo per segnalare che da novembre sarà sul mercato il nuovo modello prodotto dalla francese Bookeen, il Cybook Gen5, che avrà come novità:
1) il touch screen più veloce e responsivo sul mercato
2) connettività wifi con ebook store all'interno
3) prezzo pari a 159€!
NB Queste cose le posso dire perché saremo noi stessi a distribuirlo in
Italia.
E infine... complimenti per il blog! :)
Antonio Tombolini
Simplicissimus Book Farm srl

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TG1: notizie false e tendenziose?

11.09.11
Una curiosa querelle ha contrapposto il TG1 e la Repubblica.it il 24 agosto scorso.
I fatti: sul sito del quotidiano compare uno spezzone del TG1 delle 13.30 in cui si vede e si sente un insorto di Tripoli che bacia la bandiera americana e grida (ma non si sente molto bene) "Thank you Obama, thank you Mr President Obama, thank you America, thank you Mr Sarkozy, thank you". La voce fuori campo traduce: "Grazie Obama, grazie presidente, grazie signor Sarkozy, grazie signor Berlusconi". Ennesima dimostrazione del servilismo di Minzolini eccetera eccetera. Il quotidiano parla di "gaffe", ma sembra un falso bello e buono. E mostra uno spezzone del servizio originale diffuso dall'agenzia APTN.
Replica pronto il TG1, mostrando l'intera sequenza diffusa dall'agenzia Eurovision: il ringraziamento a Berlusconi c'è.
Allora Repubblica.it fa vedere due diverse versioni del servizio originale, quella diffusa da APTN (considerata come l'originale nel primo servizio) e quella di Eurovision. C'è una fatale differenza nel montaggio: APTN ha tagliato Berlusconi. Che sembra non ci sia neanche nell'audio del TG1 che si intuisce sotto la voce fuori campo in italiano. Curioso, no?                        

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Leggi bislacche, sentenze contraddittorie

Davide Canella - 11.09.11
Salve,
sono uno studente di Lettere e Filosofia di Ferrara e sto scrivendo la tesi di laurea sul citizen journalism e l'informazione multimediale.Stavo analizzando la questione legale, per quanto riguarda la registrazione in tribunale di una testata on-line.
Premetto di aver consultato il suo sito web, che a mio avviso spiega molto bene la materia in questione, malgrado in internet regni il caos piu totale sull'argomento.
Mi resta purtroppo un dubbio e desideravo chiederle se era in grado di aiutarmi a risolverlo. Non sono particolarmente ferrato per le materie giurispudenziali, ma sono convinto, che chiunque si gratti la "zucca" dopo aver appreso del famoso caso di Carlo Ruta e del giornale on-line "Nadirpress.net", accusati entrambi della stessa violazione (stampa clandestina).
Carlo Ruta è stato severamente punito, per il suo prodotto on-line che non riceveva provvidenze pubbliche e non veniva aggiornato con cadenza regolare (essendo un blog).La mia domanda è quindi:
Perché Carlo Ruta è stato punito e i responsabili del giornale on-line "nadipress.net" invece no? E' possibile che nel caso di Carlo Ruta, la legge sia stata mal interpretata dal giudice della sentenza?
Davide Canella

Non entro mai nel dettaglio di decisioni dei giudici senza averle lette. Rischio di scrivere sciocchezze. Tipo "Sul web liberi tutti", come esultava il Corriere della sera del 9 agosto 2010, commentando il provvedimento di dissequestro di Nadirpess.net disposto da un GIP. Esultanza copiata a man salva in decine di siti, senza alcun approfondimento. Un dissequestro non è una sentenza. E le sentenze che i tribunali italiani hanno emesso fino a oggi sono di tutti i colori.
Dunque, non essendo riuscito a trovare né la sentenza di appello del caso Ruta né quella del caso Nadirpress, posso esprimere solo qualche valutazione generica. Il caso Ruta è "strano": la legge prescrive la registrazione solo per i periodici; il sito non era periodico, come risulta dagli atti. La condanna appare stravagante. Aspettiamo la Cassazione.
Diverso il caso Nadirpress. Qui il GIP, d'accordo con il PM, ha richiamato la norma del DLGV 70/03, art 7, c. 3. Secondo la quale "La registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62". Dovrebbe essere l'interpretazione autentica della disposizione dell'art. 16 della legge 62/01, secondo la quale "I soggetti tenuti all’iscrizione al registro degli operatori di comunicazione... sono esentati dall’osservanza degli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47".
Sembra evidente che la disposizione dell'art. 70 possa riferirsi solo all'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione. Dunque, se una testata non si iscrive al ROC, non vale l'art. 16 della bislacca legge 62/01. Che esonera dalla registrazione al tribunale la testata che si iscrive al ROC. Allora è obbligatoria l'iscrizione nel registro della stampa.
In caso contrario l'art. 5 della legge sulla stampa 47/48 dovrebbe essere letto così: "Nessun giornale o periodico può essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione deve effettuarsi. La registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62". In questo modo ci sarebbe una differenza di trattamento tra stampa tradizionale e stampa telematica, che andrebbe proprio contro l'art. 1 della legge 62/01. Che mette sullo stesso piano i prodotti editoriali, anche digitali, almeno ai fini della stessa legge. Che sono le provvidenze. Un pasticcio normativo inestricabile (vedi Le parole della legge e l'intenzione del legislatore).                                              

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"Non individuare minimi di compenso per le collaborazioni"

18.07.11
Franco Abruzzo riporta una notizia ASCA che sembra una presa in giro. Ecco:
Roma, 14 luglio 2011. La proposta di legge per l'equo compenso del lavoro giornalistico (AC3555 n.d.r.) presenta ''sostanziali profili di incostituzionalità' perché non potrebbe fare riferimento ''anche al lavoro autonomo''. E' il giudizio espresso, durante un'audizione in commissione Cultura alla Camera, dal presidente della Fieg, Carlo Malinconico. ''Da un'attenta lettura delle finalità della proposta di legge - spiega - emerge il tentativo di sottrarre all'autonoma determinazione delle parti individuali l'ammontare compenso''.
E ancora:
Pertanto, conclude il presidente della Fieg, ''la Federazione editori e la Federazione della Stampa hanno convenuto sull'opportunità di non individuare minimi di compenso per le collaborazioni giornalistiche, dovendo le parti individuali determinare i relativi compensi''.
Che la Federazione degli editori veda come il fumo negli occhi una legge che, con un meccanismo contorto, prevede un equo compenso per i giornalisti indipendenti, è ovvio. Ma che il sindacato unitario (la FNSI) "convenga" appare strano.
Il fatto è che nella proposta si parla solo di giornalisti iscritti all'Albo. Gli altri, per il sindacato e per l'Ordine, non esistono. Eppure producono una larga parte dell'informazione. Sono i (giornalisti) tra parentesi, come li definisce lo stesso Ordine.
Come difenderli? La prima cosa da fare sarebbe abolire l'Ordine.           

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"Superato dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro..."

28.06.11
Daniele Coliva (Amo il profumo della carta. Ma l'e-book...) mi segnala questo articolo apparso ieri sulle pagine bolognesi di Repubblica. E' un'intervista al poeta-libraio Roberto Roversi, che parla di libri e di scrittori, della sua vecchia libreria antiquaria, della sua biblioteca personale "donata alla libreria Coop Ambasciatori, che l'ha messa all'asta volume per volume, versando il ricavato ai senzatetto". E tanto basta per descrivere la dimensione dell'uomo.
Dice fra l'altro Roversi: "Anche se verrà superato dalla giusta aggressione delle tecnologie, il libro non morirà mai". La giusta aggressione delle tecnologie! Ci voleva un poeta per dirlo così bene, per descrivere in sintesi perfetta la condizione del libro, oggi.
Un articolo da non perdere.                                                

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Che tempo che farà? Pare che...

24.06.11
Annozero è morto. Annozero è morto? Pareva che fosse stato ucciso di comune accordo tra la Rai e Santoro. Invece pare che il contratto letale non sia stato approvato dagli organi competenti. E pare che ne vedremo un'altra puntata martedì prossimo. Santoro passa a La7. Santoro passa a La7? "La trattativa è complessa" dice Giovanni Stella, vicepresidente esecutivo di Telecom Italia Media.
Niente di nuovo. Ogni anno il totoannozero si ripete. Niente di nuovo? Altroché! Roberto Saviano farà Vieni via con me su La7. Su questo, pare, non occorrono punti interrogativi. Fabio Fazio lo raggiungerà dopo la fine di Che tempo che fa. Ma Fazio farà Che tempo che fa, perché pare che il contratto non sia stato ancora firmato. E restano, come da copione, altri punti interrogativi. Milena Gabanelli farà Report sulla Rai? E Serena Dandini con Parla con me?
Questa volta pare che non sia il solito rituale di fine stagione televisiva. Si fa sul serio. E La7 - dice sempre Stella - sta ai piedi del banano in attesa che scendano i macachi. E crescono i suoi ascolti, anche a spese del servizio pubblico. Bene, vuol dire che il sistema televisivo italiano, il duopolio anomalo, si sta sbloccando.
Il presidente della Rai Paolo Garimberti dice che perdere un programma come Vieni via con me "è assurdo, quasi autolesionista". Quasi?
Intanto, da intercettazioni, si apprende che l'ex DG Mauro Masi era telecomandato da Bisignani. E il nuovo DG Lorenza Lei annuncia un'inchiesta interna sulla questione. Eh, sì, è necessario accertare se a viale Mazzini ci siano altri telecomandati, oltre che teleraccomandati.                     

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Stampa clandestina: per Ruta incredibile conferma in appello

27.05.11
La Corte di appello di Catania ha confermato la condanna di Carlo Ruta a 150 euro di multa per "stampa clandestina", in violazione dell'art. 5 della legge 47/48 (vedi Blog e stampa clandestina: aspettiamo la sentenza, "Stampa clandestina": una sentenza inaccettabile e Da una sentenza sbagliata a una proposta demagogica).
Conoscendo i fatti c'è da restare sbalorditi. Ma aspettiamo, come al solito, di leggere la sentenza.
(In estrema sintesi: il reato di stampa clandestina, secondo la vetusta legge del 1948, si compie quando un periodico non viene registrato presso il tribunale. Ma il blog di Carlo Ruta non era periodico).                    

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Non ci sono solo gli e-reader

Andrea - 23.05.11
Nell'articolo Il lettore amputato nel giardino chiuso hai scritto: "Dunque chi ha una collezione di libri scaricati da Amazon non potrà passarli legalmente su un apparecchio diverso da un Kindle. E viceversa, almeno per le opere protette da DRM. Per quelle non protette si possono usare i numerosi software di conversione, che però alterano sensibilmente la rappresentazione dei contenuti." 
...Kindle è cross platform quindi puoi leggere i libri su Android, PC e Mac. Il punto è che devi usare per forza il software Kindle (gratuito) che pero' convive benissimo con qualsiasi altro. Il problema che segnali riguarda solo gli e-reader.
Va bene che gli (odiati) Ipad non sono e-reader. Ma servono per leggere libri. Non credo che tu possa ignorare la circostanza...
Andrea

Appunto: nel titolo e nel testo parlo solo di "lettori" (e-reader) e non di altri dispositivi per leggere libri in formato elettronico. Ma la tua osservazione mi spinge a ritornare su un punto che ho già espresso negli articoli precedenti: in "questa balorda fase di sviluppo degli e-book" mi occupo dell'innovazione che consente di leggere un libro in formato elettronico più o meno come si legge un libro di carta. Quindi dei dispositivi e-reader e non degli altri apparecchi che possono servire a leggere libri. Questi ultimi presentano altri problemi (primo fra tutti il prezzo), che affronterò in un secondo tempo.                                                             

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La Rai censura(va?) il referendum sull'acqua: passaparola

Mariachiara Alberton - 06.05.11
Ciao a tutti,
confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti. 
Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo. 
Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina
(19 aprile, ndr) dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.
E' arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure. 
Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.
Il referendum è evidentemente anche questo! 
Mariachiara Alberton
20 aprile 2011

Questo appello mi giunge solo oggi e potrebbe essere (in parte) superato, visto che la Commissione di vigilanza ha finalmente varato il regolamento per l'informazione sui referendum di giugno. Ma in questi casi un buon passaparola è sempre utile.                                                              

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Francia, un'idea balorda: e-book a prezzo unico

05.05.11
Punto Informatico da conto della proposta francese di imporre un prezzo unico per gli e-book. Per promuoverli, dicono i parlamentari che hanno avuto la balorda idea. E non solo per quelli in vendita in Francia, ma anche per quelli stranieri. Ma se un francese vuole scaricare un libro dal Kindle Store americano, in cui il prezzo in dollari è uno solo per tutto il mondo, come fa a pagare il prezzo unico?
Però c'è un'altra informazione interessante: nella stessa Francia dal 1. gennaio 2012 l'IVA sugli e-book sarà al 5,5 per cento contro il 19,6 del resto dell'editoria. Da noi è il contrario (vedi E-bo...ok, il prezzo è ingiusto). E meno male che ci sono l'Europa e la moneta unica, il mercato libero e tutto il resto.
A proposito di Europa: a Bruxelles - ma anche a Londra -
si indaga se nel campo degli e-book non ci siano intese tra gli editori restrittive della concorrenza.
Sono curioso di conoscere i risultati.                                     

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In Italia giornalisti a 5 euro. Grazie all'Ordine...

26.04.11
L'European Journalist Observatory riporta un pezzo di Natascha Fioretti per il Corriere del Ticino. Se il futuro del giornalismo in Italia vale 5 euro è il titolo. Dà conto del dibattito che si è svolto nei giorni scorsi al Festival del giornalismo di Perugia sul tema dei free-lance e dell'immancabile polemica sull'esistenza dell'Ordine dei giornalisti nel nostro Paese. Che, asseriscono i suoi difensori, serve a proteggere i giornalisti dagli editori.
E questo è il risultato: 5 euro per un "pezzo". Ma quando smetteremo di farci prendere in giro?                                                          

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Niente di nuovo a viale Mazzini

26.04.11
La notizia: il direttore generale della Rai Mauro Masi ha bacchettato i direttori del TG2 Mario De Scalzi (ad interim), e del TG3 Bianca Berlinguer perché in piena campagna elettorale avrebbero mostrato uno "sbilanciamento" verso i partiti dell'opposizione. Nel mirino (ma non è una novità) anche Annozero di Michele Santoro e Ballarò di Giovanni Floris. Anche Lucia Annunziata è della partita, ed è l'unica novità. Ma solo perché fino a poche settimane fa Potere non c'era.
Ma è veramente una "notizia" (nel senso dell'uomo che morde il cane)? Nella sostanza non c'è niente di nuovo, neanche nel fatto che i rimbrotti non sono andati al TG1 di Augusto Minzolini, che i dati ufficiali dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni danno come fortemente "sbilanciato" dalla parte del Governo. E neanche alla Grossa Berta, al secolo Giuliano Ferrara, che più sbilanciato non si può. Sempre dalla parte del Governo.
Invece potrebbe essere una notizia quella di qualche giorno fa: sarebbero scomparsi più di un terzo degli italiani che fino all'anno scorso pagavano il canone. Dati del Ministero dell'economia, che fornisce anche una cifra: il 37,5 per cento in meno.
Balle, rispondono da viale Mazzini, quest'anno abbiamo incassato 15 milioni di euro in più. Non si sa come sia andata a finire la curiosa querelle tra il Ministero dell'economia e la Rai. Ma viene in mente l'invito a non pagare il canone rivolto tempo fa dal Presidente del consiglio (nonché proprietario della concorrenza): deve avere avuto un effetto formidabile, se la percentuale degli abbonati scomparsi è addirittura più alta di quella degli elettori del suo partito.                                                                   

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Rai: Masi fuori per gestione fallimentare?

26.03.11
Questa mattina sulla prima pagina di Repubblica.it c'è una notizia interessante: "Missione fallita, Masi lascia la Rai per lui pronto il vertice Snam". Certo, un buco di centoventi milioni di euro è una buona ragione per dare il benservito a un direttore generale. Strano però che lo si voglia premiare mandandolo alla guida di una società che oggi appare in buona salute e diretta "da un ingegnere giudicato da tutti molto competente, Carlo Malacarne", come si apprende sempre dall'articolo firmato da Francesco Bei.
Ma il testo spiega che il "fallimento" addebitato a Masi non riguarda il bilancio. E' dovuto al fatto che non è riuscito a mettere il bavaglio ai conduttori sgraditi al signore delle televisioni, nonché capo del Governo: i soliti Santoro, Gabanelli, Fazio, Floris e Dandini. Niente di nuovo, è l'anomalia, anzi l'Anomalia. Quella che vede inamovibile un altro responsabile di gestione fallimentare, quel Minzolini che sta affondando il TG1.
Più tardi la Rai smentisce la Repubblica, che puntualmente pubblica la smentita. Staremo a vedere.
Anche i telegiornali del servizio pubblico definiscono la notizia della cacciata di Masi "priva di fondamento". Non si capisce bene in che cosa consista la notizia che viene smentita, ma tant'è.
Di fatto, quando in commissione di vigilanza passerà l'atto di indirizzo firmato da Butti, la missione del direttore generale, chiunque sia, diventerà più facile (vedi Conduttori a targhe alterne. E i direttori?)                         

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"Sembra prodotto da un sistema fascista"

(Messaggio firmato) - 14.03.11
Ho scritto questo messaggio al parlamentare Beltrandi, tanto per dare una mia opinione sull'argomento a seguito dell'articolo nel suo blog: [Conduttori a targhe alterne. E i direttori? ndr]
Se il regolamento di cui si parla in questi giorni è suo devo dire che non è molto interessante, sembra prodotto da un sistema fascista e pertanto non si addice tanto a lei, che era (?) addirittura di estrazione radicale. E' anche vero che recentemente ho visto e sentito un Pannella anomalo, che si coagula con Berlusconi in modo inverosimili.
Osservazioni:
- la boiata dell'argomento settimanale non ripetibile!
- è opportuno che la "censura" riguardi tutte le trasmissioni socio-politiche di tutte le tv pubbliche e private, naturalmente spero solo nel periodo elettorale!!(anche le private prendono una quota di canone e comunque diffondono messaggi a tutta la popolazione, quindi par condicio)
- per la stessa par condicio anche la pubblicità elettorale a pagamento dovrà essere limitata ed uguale per tutti (tv private e pubbliche), indipendentemente dalle possibilità economiche ( parità ed equità!!)
Le mie osservazioni sul regolamento sembrano anche a me fasciste, quindi ritengo che questa normazione sia una "cazzata".

Buon Lavoro


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Conduttori a targhe alterne. E i direttori?

01.03.11
La cronaca di oggi ci ha portato un'altra trovata demenziale. Caduta la proposta di censurare per otto giorni gli argomenti già trattati da una trasmissione di approfondimento, il senatore Butti in Commissione di vigilanza ne ha avanzata un'altra: alternare conduttori di diverse tendenze politiche alla guida delle trasmissioni più seguite. Una settimana a destra, una a sinistra. Senza tener conto dei meccanismi che determinano il successo dei programmi, il primo dei quali è l'abitudine del pubblico a ritrovare le stesse facce negli stessi giorni della settimana. E senza tener conto delle sorprese che potrebbe riservare l'Auditel.
Ma facciamo finta che sia una cosa seria. Allora si dovrebbe applicare lo stesso principio alla conduzione dei telegiornali: pensate al TG1 diretto una settimana da Augusto Minzolini e una da Antonio Padellaro. Ma anche alla direzione generale sarebbe "pluralista" alternare ogni sette giorni Mauro Masi con... Con chi? Nichi Vendola, per esempio. Ma Vendola non è un esperto di televisione, dirà qualcuno. E' un problema?                                             

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Le leggi nascoste e criptate: semplificazione normativa?

24.02.11
Qui trovate il testo vigente della legge 3 febbraio 1963, n. 69 - Ordinamento della professione di giornalista. Quasi un anno fa ha subito modifiche, non sostanziali, per l'attuazione di una direttiva europea. Ma nessuno se n'è accorto, neanche l'Ordine dei giornalisti, che solo da pochi giorni pubblica sul suo sito il testo vigente.
La "scoperta" si deve a Pier Luigi Franz, consigliere dell'Ordine e a Franco Abruzzo, che ne ha dato puntualmente notizia.
Un atto normativo "nascosto", come purtroppo è consuetudine nel nostro ordinamento, nonché criptico. Infatti un'aggiunta al secondo comma dell'art. 54 recita: "«Al procedimento per l'iscrizione nell'albo si applica l'articolo 45 del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2006/123/CR". Quale decreto legislativo? Vuole il legislatore, verbigrazia, specificare numero e data del provvedimento, in modo di poterlo reperire e capire il significato della nuova disposizione? O, meglio, vuole cortesemente trascrivere la norma, in modo che chiunque legga la legge modificata possa conoscerla senza dover compiere estenuanti richerche?
E pensare che da tre anni abbiamo un ministro "per la semplificazione normativa". Che si diverte a fare il piromane, dando fuoco alle leggi che non interessano nessuno, ma si guarda bene dal mettere mano a quelle vigenti, ma incomprensibili e/o sconosciute.
Senza considerare che anche questa, la legge sull'ordinamento della professione di giornalista, è orami un testo da sottoporre alla semplificazione a mezzo lanciafiamme.                                                              


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Aspiranti pubblicisti di tasca propria

(Messaggio firmato) - 21.01.11
Scrivo da due anni su riviste on line che mi hanno, a priori, sempre detto che 
la collaborazione gratuita non permette il conseguimento del tesserino da 
pubblicista, nonostante le riviste siano regolarmente iscritte al tribunale.
Una redazione reale, invece, che pubblica però solo on line, mi ha proposto di 
collaborare per due anni (non retribuito ovviamente) per ottenere il tesserino 
da pubblicista. Alcuni collaboratori, proprio in queste settimane, dopo i due 
anni di collaborazione (sempre gratuita!), hanno ottenuto l'avvio della 
pratica all'Ordine dei giornalisti. Insomma, quello che ho capito è che alla 
fine dei due anni, la redazione dichiara di aver pagato i contributi a questi 
collaboratori, contributi che in realtà gli stessi collaboratori si pagano da 
soli (o forse pagano alla redazione di tasca loro!). Vedo che il tutto si 
svolge tranquillamente ma prima di addentrarmi in questa cosa, vorrei capire 
bene se è legale o no!
(Messaggio firmato)

No, non è legale, naturalmente. Anzi, c'è puzza di reato. Ma quanti sono gli aspiranti pubblicisti in questa situazione?                                

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Post precedenti (16 febbraio-31 agosto 2010)

© Manlio Cammarata 2010

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