Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
Home Curriculum Blog Mappa del sito E-mail Storico

MCr Blog (6 settembre - 12 dicembre 2010)

Ultimi post
Post precedenti (16 febbraio-31 agosto 2010)
Indice generale
I post pubblicati nelle pagine de L'anomalia (14 giugno 2009 - 8 febbraio 2010)
Il vecchio forum (19 novembre 2006 - 10 febbraio 2009)

RaiNews sorpassa il TG di Sky. E Mineo approfondisce alle 20

07.12.10
Novembre 2010. RaiNews a quota 44.239 spettatori, Sky TG24 a 41.239. Corradino Mineo ha buoni motivi per essere orgoglioso dei risultati del suo canale: solo tre anni fa gli spettatori della testata all news della Rai erano un quinto di quelli della concorrenza. Il digitale terrestre ha aiutato la diffusione di RaiNews, nonostante le difficoltà dello switch-off (vedi Oscurata RaiNews24, anche sul satellite e sul web!, del 18 maggio scorso, e i post successivi). Ma il risultato è comunque notevole, se si considera la disparità di mezzi tra la modesta redazione di RaiNews e la potente organizzazione del telegiornale di Murdoch.
Ora Mineo presenta il conto. In una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a viale Mazzini, sotto il significativo titolo "Un'idea di servizio pubblico", il direttore di RaiNews ha detto senza mezzi termini:  "L'azienda deve decidere se credere nel canale".
Difficile che nell'attuale situazione la richiesta possa essere presa in considerazione. Ma il modello di produzione della testata deve essere valutato con attenzione, perché il consenso del pubblico indica che il modo tradizionale di fare i telegiornali mostra la corda. Come dimostra anche il clamoroso successo del TG di Enrico Mentana su La7. Un telegiornale che unisce alle notizie una certa misura di approfondimento, che è anche la chiave di RaiNews.
E non a caso proprio alle 20, nell'ora di massimo ascolto delle notizie, Corradino Mineo conduce un programma di approfondimento che si intitola "Il punto". Ci vuole un certo coraggio per fare informazione "contro" il TG1, il TG5 e il TG La7 e senza alcun "lancio" da parte degli altri notiziari del servizio pubblico. Ma RaiNews ci ha abituato alle sorprese.                         

Post scriptum. Per chi non la trovasse, nelle aree all digital RaiNews è al numero 48 della lista automatica dei canali del digitale terrestre. Che, chissà perché, è detta "logica"...

In Televisione -
Top

I soliti laicisti colorati di rosso

Sauro Baietta - 02.12.10
Buonasera
Ho appena letto la Sua ultima news letter da cui dissento totalmente:
1) - l'indice di ascolto di Fazio é stato dovuto al fatto che si sapeva che sarebbe stato scorretto ed oppressore delle altrui idee, 
al pari di un altro famoso giornalista RAI come Santoro che palesemnete che usa ed abusa del servizio pubblico pagato da altri; 
mi scusi, ma se fosse vero che realmente le persone li vogliono vedere perché piacciono,
come mai non escono di RAI e vanno a farsi la LORO trasmissione su una TV LORO con soldi LORO e/o di LORO amici politici
invece di abiusare dei miei che sono costretto a pagare i loro lauti stipendi con il loro canone ?
2) - Esistono film famosi che dimostrano come anche un suicidio in diretta farebbe audience
ed esistono miliardi di spettacoli che farebbero più audience di Fazio & Company ma che non si trasmettono per decenza;
dunque l'audience non é la misura del diritto ad abusare di un servizio pubblico per renderlo privatistico a favore dei soliti laicisti colorati di rosso;
3) - Sperando che Lei pubblichi integralmente sul suo blog o sito la presente 
e non faccia come Fazio & Company che hanno censurato la Signora (di cui leggerà in fondo)
solo erché di idee contrarie e documentate alle tesi di tali autori pagati
mi permetta di fare mie le parole di un altro giornalista
Cordiali Saluti
Sauro Baietta
L'articolo al quale fa riferimento il lettore è qui.                       


Top

Milano: "Le reti Rai non si vedono più. Mi accontento e spero"

30.11.10
Si firma "tigrotta" la lettrice del Corriere della sera che oggi ha mandato questo sintetico messaggio al giornale. Ma non tutti i lombardi si accontentano e sperano. Anzi, sono molto arrabbiati. E adesso tocca agli emiliani e ai veneti: switch-off significa caos, come abbiamo visto l'anno scorso nel Lazio.
Il passaggio al digitale avrebbe dovuto essere l'occasione per mettere fine al caos delle frequenze, che dagli anni '70 del secolo scorso affligge l'etere nazionale. Ma, alla resa dei conti, il caos continua.
Ci hanno detto che con lo switch-off al Nord sarebbe stato necessario risintonizzare televisori e decoder anche nelle regioni "all digital". Che finalmente avrebbe funzionato la numerazione automatica dei canali. Che è nato - dal 27 scorso - il nuovo canale Rai5.
Ho risintonizzato. E ho scoperto che non è cambiato nulla. Decine di conflitti nella numerazione automatica. Oltre trecento emittenti nello spazio in cui dovrebbero trovarsene poche decine. Rai5, chi l'ha vista? E RaiNews?
Però un mio "vecchissimo" decoder (del 2006), probabilmente non del tutto negli standard, ha riscoperto i "test" di Rai1, 2 e 3, che avrebbero dovuto essere spenti dall'inizio di quest'anno. Inutilizzabili, probabilmente a causa di interferenze. I decoder standard non li elencano nemmeno.
Non riesco a capire perché la Rai non possa usare per il servizio pubblico, quello per cui paghiamo il canone, qualcuna delle tante frequenze che si ricevono senza problemi, ma che non contengono praticamente nulla.         

In Televisione -
Top

Nove milioni per Fazio e Saviano. Meditate, gente...

16.11.10
30,21 per cento di share, oltre nove milioni di italiani davanti alla TV per seguire Fazio, Saviano, Bersani, Fini e gli altri protagonisti della seconda puntata di Vieni via con me, andata in onda ieri sera. Più della prima puntata, che aveva già registrato un record, ma questa volta non c'era un mattatore del calibro di Roberto Benigni. Segno che che tra gli italiani c'è un interesse molto alto verso i temi della nostra vita civile.
Sono andato a cercare qualche precedente e ho scoperto che il festival di Sanremo, una delle trasmissioni di maggior successo della Rai, lo scorso febbraio ha registrato ascolti di poco sopra i 10 milioni. E' un dato che dice tutto e spiega le becere reazioni di chi questa Italia non la vuole vedere e non vuole farcela vedere. Come ai tempi di quella vecchia pubblicità della birra, meditate, gente. Meditate.                                                 
(Vedi anche "Vieni via con me", un buon motivo per restare qui)

In Televisione -
Top

La sospensione di Feltri, un peso e mezza misura

14.11.10
Vittorio Feltri condannato a tre mesi di sospensione dalla professione per la campagna denigratoria che portò alle dimissioni di Dino Boffo. L'Ordine nazionale dei giornalisti ha dimezzato la sanzione inflitta dall'Ordine regionale della Lombardia.
Ed è subito polemica, polemica feroce come accade sempre nell'Italia di questi tempi, dove la discussione tra persone civili non ha più diritto di cittadinanza. Si grida alla libertà di stampa violata, si chiede - solo per questo? - l'abolizione dell'Ordine. Come ci si scaglia contro i magistrati quando indagano o condannano qualcuno e si lodano quando indagano o condannano qualcun altro.
Come sanno i lettori di queste pagine, sono contrario all'esistenza dell'Ordine e all'attuale ordinamento della professione di giornalista. Ma, poiché c'è, è giusto che l'Ordine svolga il suo compito e sanzioni l'iscritto che copre di fango una persona partendo da notizie false.
"Due pesi e due misure", si grida lamentando una presunta inerzia dell'organo nei confronti di abusi simili, compiuto dall'altra parte. Quali? Se qualcuno conosce un caso - testata, nomi, cognomi, date - in cui è stata costruita da un giornale di opposizione una campagna contro una persona, partendo da false informazioni, e l'Ordine non è intervenuto o non ha sanzionato, lo scriva.
Allora potremo parlare di due pesi e due misure. Se no siamo a un peso e mezza misura: condivido l'opinione di Eugenio Scalfari, che ha detto: "Io mi aspettavo che fosse espulso dall'albo vita natural durante. L'ordine non tappa la bocca a nessuno, ma esiste un albo che prevede un'etica e una deontologia".        

In Professione giornalista -
Top

Rai, i conti in rosso di un'azienda "anomala"

21.10.10
Che la Rai sia un'azienda anomala è un fatto chiaro per chiunque rifletta sui problemi della comunicazione e dell'informazione in un paese democratico. Ma l'anomalia emerge con scoraggiante evidenza dalla lettera del presidente della Rai Paolo Garimberti, che risponde a quella dello scrittore Roberto Saviano sugli ostacoli alla realizzazione del programma "Vieni via con me".
Infatti la Rai è l'unica società per azioni in cui il consiglio di amministrazione - che rappresenta la proprietà -  non può prendere decisioni sulla gestione aziendale. Né impartire disposizioni vincolanti al direttore generale, anche su questioni essenziali per l'efficace conduzione della società.
Il direttore generale, stabilisce la legge Gasparri, è nominato dal CDA d'intesa con l'assemblea dei soci. Assemblea che, in sostanza, è composta dal Ministero dell'economia (cioè dal Governo), mentre il CDA è nominato di fatto dai partiti politici, che in quest'ottica risultano i veri "proprietari" della società.
Il punto è che il capo della maggioranza politica e del Governo è anche il proprietario dell'unica azienda concorrente della Rai. C'è da stupirsi se i conti dell'azienda sono in profondo rosso, come illustra con dovizia di particolari il Corriere della sera di ieri?                                

In Televisione -
Top

Emiliani e Lerner: Report e Annozero su una TV privata?

19.10.10
Vittorio Emiliani ha affrontato oggi su l'Unità la questione della privatizzazione della Rai, rimessa all'ordine del giorno dalla discutibile bozza dei sostenitori di Gianfranco Fini (vedi Privatizzare la Rai: un progetto poco "futurista"). Conoscitore profondo dei problemi dell'emittenza pubblica. Emiliani si schiera decisamente contro l'ipotesi di privatizzazione e, fra l'altro, scrive:
"Da ex amministratore che ha lavorato (in altri tempi, 1998-2002, presidente Zaccaria) in Viale Mazzini, condivido il senso di disperazione nel vedere la Rai ridotta come la stanno riducendo l’attuale direttore generale Mauro Masi e la maggioranza di centrodestra del CdA. Però ditemi onestamente se programmi analoghi al tanto contestato "Annozero" di Michele Santoro o al non meno avversato "Report" di Milena Gabanelli potrebbero andare in onda su di un canale privato (con tutto il rispetto, ad esempio, per "l’Infedele" di Gad Lerner su La7). O se il "Tg3" di Bianca Berlinguer e "Linea Notte" vi avrebbero cittadinanza. Temo di no".
Gli risponde Gad Lerner dal suo blog: "Vittorio Emiliani su “L’Unità” sostiene che “Report” e “Annozero” non potrebbero essere trasmessi da una tv privata. E perchè mai?".
Già, perché?
Se "TV privata" significa "Mediaset" o una delle centinaia di altre emittenti che sproloquiano nell'etere nazionale, la risposta è senza dubbio quella di Emiliani. Anche se, con le quote di ascolto che registrano e con i conseguenti introiti pubblicitari, chiunque vorrebbe averle.
Ma se "TV privata" significa "La7", allora ha ragione Lerner. E non perché lui è una delle colonne dell'emittente. La7, col TG di Mentana e i suoi programmi di approfondimento, sta diventando una specie di "secondo polo" dell'informazione televisiva.
Attenti, il quadro sta cambiando. I furibondi attacchi di Mauro Masi a Santoro, a Gabanelli, a Fazio, sembrano un ultimo contrattacco disperato. Ma l'esito della "guerra" è nei milioni di mani che impugnano il telecomando.         

In Televisione -
Top

A proposito di Privatizzare la Rai, un progetto...

Gustavo Fraticelli - 14.10.10
In relazione all'articolo in oggetto, e segnatamente, alla seguente affermazione nello stesso contenuta:
" ... Il che significa prima di tutto il livellamento in basso della qualità della programmazione e quindi la fine di tanti programmi di eccellente livello che l'azienda di viale Mazzini continua, nonostante tutto, a produrre. ...".
Le chiedo gentilmente di indicarmi questi tanti programmi di eccellente livello che la RAI produrrebbe anche attualmente, tenendo conto che tali programmi, definiti da un superlativo assoluto, non dovrebbero trovare la benché minima corrispondenza nei palinsesti delle TV private, mi riferisco, ad esempio, a "La
7", ed ai sui programmi informativi di approfondimento politico, che, al contrario di quelli della RAI, vengono garantiti anche durante l'estate, che per solo questa azienda, continua a durare dal 1^ giugno al 1^ ottobre, come le vacanze scolastiche di un tempo. Grazie Cordiali saluti
Gustavo Fraticelli
Annozero, per esempio E non è solo una provocazione. Poi - cito a caso da un lungo elenco che mi viene in mente - Che tempo che fa, Report, Presa diretta. E un paio di "chicche" come Le storie-Diario italiano e Passepartout. Senza dimenticare i reportage di RaiNews. Le suggerisco di confrontare il canale RaiStoria (e i programmi La storia siamo noi e Correva l'anno) con gli analoghi di History Channel su Sky.
Su due punti siamo d'accordo: la qualità dell'approfondimento politico su La7 e l'interminabile letargo estivo della Rai.                                  

In Televisione -
Top

Una risposta a "Calipsom"

G. Neri - 14.10.10
L’anonimato di “Calipsom” mi fa sospettare che si tratti di un anagramma sbagliato di Bonaiuti… L’anonimato era tipico degli elettori democristiani. Nella prima repubblica (ammesso che la definizione abbia un senso) era molto difficile trovare qualcuno che ammettesse di votare democrazia cristiana, ma poi questo partito aveva la maggioranza. Anche il “politropo” Ulisse, così ragionante e paziente, avrebbe preferito ritornare sui suoi passi dai Lestrigoni e da Polifemo piuttosto che restare anche un solo giorno presso una ninfa così faziosa, anche se attraente…
Come sempre siamo in presenza non di un ragionamento ma di una fede (o di un Fede…). Sulla televisione italiana di stato e non, dominata da un conflitto di interessi che non ha pari neppure in Venezuela, suggerirei a Calipsom, per sperare di stimolare almeno un barlume di ragionamento equilibrato, la lettura anche sporadica di uno dei seguenti quotidiani esteri: Independent, Times, Guardian e Economist (UK), Le monde e Figaro (FR), Franfurter Allgemeine, Süddeutsche Zeitung e Zeit (DE) e El Pais (SP) per capire l’opinione della stampa estera di destra e sinistra sulla nostra TV.
Ci fanno semplicemente a pezzi quando non ci prendono per i fondelli, descrivendoci implicitamente come un paese della banane (non per niente ci hanno assegnato Albania e Uganda come nazioni nelle quali rappresentare l’unione europea, alla faccia dello sbandierato prestigio italiano in sede comunitaria che solo B. ha la spudoratezza di affermare, prontamente ripreso dal direttorissimo ..).
Oppure confrontare la provinciale televisione italiana di Rai 1 con BBC 1 (UK), ARD (DE) e France 1 (FR) oppure il canale internazionale Arte per capire come il primo canale di una TV indipendente può essere equilibrato e serio: il concetto del “panino” (governo–opposizione–governo su ogni argomento) farebbe rabbrividire qualunque direttore degno di questo nome. 
Scrivo da Berlino e da sconsolato italiano posso assicurare che non è facile essere italiano all’estero con il nostro governo e la nostra TV. Provi anche Calipsom a farsi un viaggetto: potrebbe essere istruttivo. Cordialmente
G. Neri (nome e cognome incluso…)

In Televisione -
Top

Vaffa... E finalmente Masi riesce a censurare Annozero

13.10.10
Dieci giorni di sospensione, anche dallo stipendio: questa la sanzione decretata dal direttore generale della Rai Mauro Masi nei confronti di Michele Santoro, reo di averlo mandato a "fan'bicchiere" all'inizio della prima puntata di Annozero della stagione.
Espressione pesante, che Santoro poteva evitare. Ma sanzione esagerata, come ha osservato lo stesso presidente della Rai Paolo Garimberti. Tanto più che è stata decisa dall'offeso, mentre in questi casi sarebbe opportuno un giudice terzo.
L'effetto è una parte di quello che aveva chiesto il signore delle televisioni: fermare Annozero, come emerse dalle "intercettazioni di Trani". Ora Masi è riuscito (forse) a cancellare due puntate, quelle previste per il 21 e 28 prossimi. Non ha avuto la forza di annullare all'ultimo momento quella di domani, e potrebbe pentirsene. Anche ricordando il successo che ebbe "Rai per una notte" pochi mesi fa.                                                  

In Televisione -
Top

A proposito del "Trattamento Minzolini"

"Calipsom" - 04.10.10
L'anonimo che si firma "Calipsom" replica alla mia risposta del 16 settembre scorso. Per la sua lunghezza pubblico il testo a parte, qui. E aspetto i commenti dei lettori. Non anonimi, se possibile (naturalmente posso omettere il nome del mittente, se me lo chiede. Ma mi piace parlare con persone che "ci mettono la faccia").                                                       

In Televisione -
Top

Da Baudo a Santoro la Rai che si fa male da sé

17.09.10
La voce irrompe chiara dallo schermo. Quel modo di scandire le frasi che risveglia l'attenzione dello spettatore più distratto... inconfondibile. Infatti è proprio lui, Pippo Baudo, che qualche attimo dopo appare in video. E' il "promo" di Novecento, che andrà in onda su Rai3 da lunedì prossimo.
Ora apprendiamo che solo all'ultimo momento si sono ricordati del presentatore. Il suo sfogo per il "trattamento disumano" che gli è stato riservato(qui sul Corriere della sera), arriva nello stesso giorno in cui abbiamo la conferma che Annozero andrà in onda da giovedì prossimo, 23 settembre su Rai2. Ma la notizia viene con soli sei giorni di anticipo, i "promo" non sono pronti, i contratti di Travaglio e Mauro non ancora firmati.
Un'azienda incapace di decidere proprio sui personaggi che "fanno ascolto" più degli altri, che portano più soldi in cassa. Sembra un tentativo di suicidio.
                                                                           

In Televisione -
Top

Ma il trattamento Minzolini va bene?

"Calipsom" - 16.09.10
"Anche questa sera il direttore del TG1 ha somministrato ai telespettatori un 
editoriale che rispecchia le posizioni di una parte politica..." (vedi Minzolini e la neutralità del servizio pubblico)....
Sarebbe interessante capire come mai la neutralità viene chiesta solo quando 
a schierarsi è Minzolini. Mentre non una parola viene detta per condannare il 
pluri decennale (e sfacciatissimo) schieramento non solo del Tg3 ma dell'intera 
Rete 3, che è pubblica esattamente come lo sono il TG1 e Rai1. 
Ma come si fa, mi chiedo, ad affrontare in modo così sbilanciato un tema 
delicato e serio come l'informazione sulle reti pubbliche?
Ma davvero crediamo che sia ancora possibile pretendere che siano solo "gli 
altri" a comportarsi in modo corretto senza metterci in gioco noi in prima 
persona? 
Si parla tanto di trattamento Boffo da parte del Giornale (che a guardare bene 
la successione dei fatti è stato preceduto dal trattamento Berlusconi... da 
parte di Repubblica), ma qui è in atto un vero "trattamento Minzolini": 
insultato e linciato da buona parte della categoria non appena apre bocca.
Davvero crediamo che si possa continuare ad usare in modo così plateale due 
pesi e due misure?

Lei chiede se sia possibile pretendere che siano solo "gli altri" a comportarsi in modo corretto senza metterci in gioco noi in prima persona. Giusto. Ma allora perché si nasconde dietro uno pseudonimo invece di "mettersi in gioco in prima persona"?
Al dunque. Quando si esercita una critica (è il caso di Minzolini) si cita nome, cognome, fatto, luogo, data, ora e si fa in modo che chiunque possa verificare ciò che si contesta.
E allora, caro "Calipsom", lei deve citare fatti verificabili, non lanciare accuse generiche. Segua Rai3 e il TG 3 e poi pubblichi un elenco di occasioni in cui la rete e la testata si sarebbero comportati "alla Minzolini". Editoriali, notizie alterate, notizie taciute... documentando ogni affermazione.
Altrimenti è lei che usa "in modo plateale due pesi e due misure".         

In Televisione -
Top

Il potere delle televisioni visto da Oscar Luigi Scalfaro

15.09.10
Ieri sera a Otto e mezzo su La7 l'ospite di Lilli Gruber era l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Lucido, ironico, senza peli sulla lingua ha detto la sua  su tanti argomenti all'ordine del giorno. Un punto, in particolare, merita di essere ricordato. Alla domanda sul perché duri tanto il potere di Berlusconi ha risposto:
"Il presidente del Consiglio ha indiscutibilmente delle doti. Ha delle capacità di loquela, ha delle capacità di convincimento. Ha una struttura di televisioni nel suo potere, che dimostrerebbe un'incompatibilità totale, assoluta. E su questo temo, purtroppo, la stessa sinistra ha chiuso gli occhi".
Trentatré secondi per descrivere la sostanza di un problema che da sedici anni la nostra classe politica non vede o fa finta di non vedere.               

In Televisione -
Top

Minzolini e la neutralità del servizio pubblico

07.09.10
Anche questa sera il direttore del TG1 ha somministrato ai telespettatori un editoriale che rispecchia le posizioni di una parte politica (il video è qui su repubblica.it).
Come ho appena scritto in Elezioni in vista. Serve una TV neutrale, il servizio pubblico, pagato da tutti i cittadini, non può e non deve rappresentare solo le opinioni di una parte. Se un pistolotto come questo fosse trasmesso, per esempio, da Annozero, alte grida si leverebbero a stigmatizzare la cosiddetta "assenza di contraddittorio". E a reclamare una trasmissione "riparatrice". 

In Televisione -
Top

Periodico all'estero, direttore in Italia, può funzionare? 

Pierpaolo Pelò - 06.09.10

Come essere direttore responsabile di un periodico senza essere giornalista?
E' più semplice di quanto si pensi: basta che la sede legale del periodico sia in un paese dell'area euro (l'Italia è l'unico paese in cui vige l'assurda regola di casta in base alla quale il direttore responsabile di un periodico deve essere un giornalista/pubblicista). E' più che sufficiente il domicilio di un amico. Scegliete il paese che offre le minori complicazioni burocratiche (in certi paesi, basta un'autocertificazione) dopo di che, in base alla libera circolazione delle merci, potete tranquillamente stampare e distribuire il periodico in Italia. Naturalmente, la vostra sede fiscale resterà in Italia, ovvero: sede legale in (supponiamo) Francia, distribuzione in Italia, imposta sui profitti e IVA pagate al fisco italiano.
Pierpaolo Pelò

P.S.: Alla mia precedente inserzione "Giornalisti, una legge di casta", Lei replica: 
"affidare la responsabilità di una pubblicazione a un giornalista è opportuno per molti motivi. Per questo in molti casi la figura del direttore editoriale non coincide con quella del direttore responsabile. Il problema è l'accesso chiuso alla professione, che non esiste in nessun paese democratico."
Mi permetta di dissentire:
1. Resta da spiegare perchè all'estero non è così. Tra l'altro, non mi sembra che i periodici esteri siano meno professionali di quelli italiani nè che, prima degli anni Sessanta, non lo fossero i periodici italiani.
2. Considerando che il ruolo del direttore responsabile consiste principalmente nell'evitare la pubblicazione di articoli che potrebbero rivelarsi diffamatori o calunniosi, un simile ruolo competerebbe (semmai) sicuramente più a un laureato in legge che non a un giornalista o a un pubblicista.
3. Nel momento in cui, come avviene negli altri paesi, chiunque può dar vita a un periodico diventandone il direttore responsabile (libera stampa democratica con libertà di informazione nel "vero" senso del termine), che esista o meno un ordine dei giornalisti e con quali regole, diventa del tutto...irrilevante. 
E per finire...una piccola chicca tratta dal sito di consulenze finanziarie Fat Prophets:
"Il team di ricerca di Fat Prophets, che e' formato da professionisti (non giornalisti), con alte qualificazioni accademiche e lunga esperienza operativa, mette in atto una sinergia di esperienza e conoscenza nella sua pratica e metodo di analisi..."
Ovvero: potete fidarvi. Chi scrive in questo sito è un professionista della finanza e non un giornalista che scrive di finanza (vedi il mio intervento "Giornalisti, una legge di casta" dove parlo del giornalista/pubblicista che diventa direttore responsabile di una rivista di storia medioevale o altro). Capito!? Uno dei più qualificati siti di analisi finanziaria si preoccupa di precisare che i suoi professionisti non sono giornalisti (si tratta del sito italiano della società). Giusto per chiarire quale sia la stima che si ha all'estero nella "professionalità" dell'ordine!!
Si fidi...un giornalista capace e fuori dagli schemi come Lei, ha tutto da guadagnare dall'abolizione della succitata legge di casta. 

Sul primo punto: non è scontato che lo stabilimento di una testata all'estero metta al sicuro il direttore dall'accusa di stampa clandestina. La legge penale italiana si applica quando l'azione o l'omissione che costituisce il reato è avvenuta in tutto o in parte in Italia o in Italia "si è verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione (art. 6 c.p.). Il problema è l'esistenza del reato, cioè la legge sulla stampa del 1948.
Sul post-scriptum: il ruolo del direttore non consiste "principalmente" nell'evitare reati. E' lavoro complesso, per il quale occorre una persona preparata. Quella per l'omesso controllo è solo una delle responsabilità del direttore.
Quanto a fatPROPHETS, è un sito di consulenza finanziaria, non un giornale: ovvio che non sia fatto da giornalisti!
Per concludere, credo di avere espresso con chiarezza la mia opinione sull'Ordine nell'ultimo articolo che ho scritto sull'argomento: Ordine dei giornalisti: inutile proposta di legge.                                    

In Internet e stampa -
Top

Post precedenti (16 febbraio-31 agosto 2010)

© Manlio Cammarata 2010

Home   L'anomalia

Informazioni di legge