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Lingua lessa e cervello fritto

Superficialità e ignoranza più veloci dei neutrini

Daniele Coliva - 26.09.11

La notizia non è ormai più tale. Un gruppo di ricercatori del CERN di Ginevra in collaborazione con colleghi del laboratorio dell’INFN nel Gran Sasso ha misurato la velocità di fasci di neutrini “sparati” da Ginevra all’Abruzzo ed il risultato sorprendente è stato che la velocità della luce non sembra più quel limite invalicabile affermato dalla fisica attuale. La verifica dei dati sperimentali appartiene alla comunità scientifica, che darà il suo responso a tempo debito.

Gli stessi ricercatori autori dell’esperimento hanno comunicato l’esito del loro lavoro solo dopo innumerevoli verifiche, secondo i protocolli in uso; quindi, grande cautela da parte loro e onestà intellettuale: i risultati sono a disposizione della comunità, perché li verifichi o li falsifichi (in senso logico, ovviamente).

Peccato, però, che la solita smania di parlare troppo in fretta abbia esposto il titolare di un ministero a una figura non proprio adeguata all’istituzione.
E’ più che nota la gaffe ministeriale: nel comunicato stampa, oltre ai doverosi complimenti agli scienziati (dispiace, ci si permetta, il ben poco elegante riferimento al vil danaro, che suona piuttosto come excusatio non petita), si fa riferimento al contributo economico italiano “alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento”.

Il tunnel, tutti lo sanno, non esiste. Non sarebbe comunque inutile spiegare che: a) si tratterebbe di un tunnel di oltre 700 km; b) dovrebbe essere rigorosamente rettilineo, perché, essendo il neutrino privo di carica, il suo percorso non potrebbe essere deviato da campi magnetici, come avviene negli acceleratori; c) avuto riguardo ai costi dell’alta velocità ferroviaria tra Bologna e Firenze, 45 milioni di euro per un’opera del genere forse sarebbero bastati per l’accantieramento. Ma non divaghiamo.

La rete ha reagito da par suo, con battute di pessimo gusto a veri e propri colpi di genio. E’ il bello della rete, bellezza, viene proprio da dire.
Ciò che stupisce, invece, è la reazione stizzita del Ministero, secondo il quale la polemica sarebbe montata ad arte e priva di senso, in quanto sarebbe ovvio che il tunnel al quale si è fatto riferimento è quello della macchina presso il CERN nella quale avviene la reazione dalla quale hanno origine i neutrini che poco più di 2 millisecondi dopo sono già al Gran Sasso.
Questa ovvietà, caro signor Ministro, non è per nulla tale, e se equivoco vi è stato, è dipeso dalla assoluta imprecisione linguistica del comunicato, ancor più grave visto che si tratta del Ministero dell’istruzione!

La frase contenuta nel comunicato è di una chiarezza esemplare: si legge appunto della costruzione di un tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si sarebbe svolto l’esperimento. Poiché i romani affermavano, e a ragione, che in claris non fit interpretatio, la precisazione ministeriale è l’ulteriore dimostrazione che il silenzio è d’oro.
Tuttavia, a ben vedere, la superficialità linguistica del comunicato non si ferma a questo.
Nel paragrafo precedente al tunnel si afferma, anzi si proclama: “Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.”.
Citando un suo ex collega, non ci sto, signor Ministro. La frase è inaccettabile, perché sottende non solo superficialità, ma una impostazione di comunicazione che è irriverente per la scienza.

L’esperimento in questione non faceva parte di una gara mondiale a chi “sparasse” il neutrino più veloce, quasi si trattasse di stabilire il record del treno o dell’aereo più rapido. I bravissimi scienziati che lavorano tra Ginevra e il Gran Sasso non miravano a raggiungere una velocità superiore a quella della luce, ma hanno osservato che i neutrini si sono mossi più velocemente di quella che, nella fisica relativistica, è considerato un limite invalicabile.

In altre parole, non è stata superata la velocità della luce, ma è stato scoperto che può essere superata (sempre che i risultati siano confermati e convalidati). L’utilizzo enfatico di termini più adatti a descrivere un fenomeno competitivo che una scoperta scientifica tradisce uno stile lontano… anni luce dal rigore e dalla prudenza della scienza sperimentale.

Ecco, signor Ministro, perché la polemica sul tunnel non è strumentale; essa nasce dall’uso approssimativo dei vocaboli, pur se la grammatica e la sintassi non hanno riportato danni, secondo uno schema retorico da pagine sportive. Se il tunnel di cui si voleva parlare era la macchina a Ginevra, perché non lo si è detto esplicitamente?
Purtroppo, è l’approssimazione di tipo peggiore, perché implica un’approssimata contezza dei concetti espressi con le parole. Sempre quei famosi romani affermavano altresì che rem tene, verba sequentur.
In questo caso, invece, sono le parole che cercano di correre dietro ai concetti.
E non è bello.

(Vedi anche Superficialità e cialtroneria)

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