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                                              Iacobelli
                                        edizioni224 pagine -
                                        € 9,90
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                              | Claudio Petruccioli
                                (presidente Rai 2005-2009): «Finito il proporzionale, entrati in un sistema
                                maggioritario, per quanto scombinato e
                                claudicante, attivato il meccanismo
                                dell'alternanza, il governo del servizio
                                pubblico non poteva restare affidato ad una
                                riproduzione del sistema politico. C'era - e
                                c'è - un solo modo per rifondare in modo
                                credibile quel governo: tagliare il cordone
                                ombelicale della dipendenza del servizio
                                pubblico dalla politica. Esattamente quello che
                                non è stato fatto, quello che deve essere
                                ancora fatto. Se non si recide il cordone
                                ombelicale e resta il maggioritario (anzi,
                                neppure il maggioritario; basta l'alternanza) la
                                dipendenza dalla politica trascina la Rai
                                nell'ambito dello spoil system. Sarebbe la
                                liquidazione definitiva del servizio pubblico».
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                            | Dal 14.06.09 al 08.02.10Continua in
   
  Indice
                          generale |  
                            |   |  
                            | Nel viterbese lo "switch-off" è
                              diventato "black-out"
 - 08.02.10 Ieri sono stato a trovare un vecchio amico che
                              abita in campagna, in provincia di Viterbo. Mi ha
                              stupito vedere due zapper per il digitale
                              terrestre accanto ai televisori. Ma lo switch- off
                              per questa zona non è previsto per il 2012?
                              "Qui - mi ha risposto - ho sempre ricevuto i
                              canali trasmessi dalla provincia di Roma. Con lo
                              switch-off non ho visto più nulla. Allora ho
                              chiamato un tecnico che ha orientato l'antenna
                              verso un altro trasmettitore della zona di Roma e
                              mi ha risolto il problema. Ma per altri che
                              abitano da queste parti non è stato possibile,
                              così per vedere i programmi che non sono
                              trasmessi in chiaro dal satellite, devono
                              aspettare due anni".Oppure, aggiungo io, spendere un centinaio di euro
                              per comperare un decoder Tivù Sat (e la parabola,
                              se non ce l'anno), perché le smart card non sono
                              in vendita. Nonostante il provvedimento
                              dell'Autorità per le garanzie nelle
                              comunicazioni, che risale al 16 dicembre
                              2009.
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                            | Una recensione su Bottega
                              Scriptamanent - 28.01.10 Grazie ad Anna Guglielmi per la bella recensione su Bottega
                              Scriptamanent, della quale riporto un
                              passaggio:                                                                  
                               
 Il lavoro di Cammarata ha l’intento di
                              smascherare con decisione e lucidità questa
                              situazione, ripercorrendo – come egli stesso
                              afferma – «la storia e la cronaca seguendo un
                              filo conduttore meno comune: quello della
                              legalità». Si tratta infatti di un libro che,
                              pur affiancando nella tematica numerose altre
                              pubblicazioni, non appare assolutamente superfluo
                              in quanto affronta la questione in modo differente
                              e sicuramente utile dal punto di vista sociale. A
                              rafforzare questa linea troviamo la constatazione
                              che «da quasi mezzo secolo la storia della
                              televisione italiana è segnata dal “botta e
                              risposta” tra due istituzioni, la Corte
                              costituzionale e il Parlamento». Il saggio,
                              infatti, è un alternarsi di normative e sentenze
                              che il più delle volte sollecitano il legislatore
                              a emanare una legge generale che rispetti i
                              principi costituzionali: una richiesta costante e
                              ripetuta – perché necessaria, ma inascoltata
                              – tanto che l’autore giunge a indicarla come
                              un «tormentone».
 Apprezzabile anche il modo in cui il saggio è
                              scritto: lucido, analitico, lineare, senza
                              tecnicismi giuridici; aspetti che contribuiscono a
                              renderlo assolutamente piacevole e comprensibile.
 È importante tenere presente che tutta l’analisi
                              e la ricostruzione si basano solo su documenti
                              formali, quali gli atti normativi e le sentenze
                              dei giudici. È proprio la presenza degli stralci
                              di tali documenti a fare da struttura portante all’intero
                              saggio. Numerosi passi – riportati e
                              sottolineati, poi commentati, infine confrontati
                              – danno corpo al lavoro. In questa elaborazione,
                              il valido e imprescindibile compito dell’autore
                              è quello di fare chiarezza, di collegare tra loro
                              i vari elementi, di evidenziare ed esplicitare
                              aspetti fondamentali, quanto trascurati o
                              volutamente messi in ombra. Il tutto con l’utilizzo
                              di frasi brevi e dirette, che non lasciano spazio
                              a interpretazioni errate o azzardate.
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                            | Rinviato lo switch-off in
                              Piemonte orientale e Lombardia. Perché? -
                              26.01.10 Il Dipartimento per le comunicazioni ha comunicato il calendario degli
                              switch-off della TV analogica nel 2010.
                              Switch-over, con il passaggio di Rai Due e Rete 4
                              alla sola tecnologia digitale, il 18 maggio in
                              tutta la Lombardia, nel Piemonte orientale
                              (Novara, Vercelli, Asti, Alessandria, Biella e
                              Verbania) e in Emilia Romagna (a Parma e
                              Piacenza).Lo switch-off è programmato dal 15 settembre al
                              20 ottobre in Lombardia, Piemonte orientale,
                              province di Piacenza e Parma; dal 21 ottobre al 25
                              novembre in Emilia Romagna, Veneto e Friuli
                              Venezia Giulia; in Liguria dal 26 novembre al 20
                              dicembre.
 Il decreto del Ministro dello
                              sviluppo economico 10 settembre 2008 prevedeva
                              lo switch-off in Piemonte orientale, Lombardia,
                              Parma e Piacenza per il primo semestre di
                              quest'anno. Il rinvio, secondo voci di corridoio,
                              è dovuto alla pessima esperienza del Lazio:
                              nessuno se la sente di affrontare milioni di
                              utenti furiosi perché non riescono a vedere i
                              mondiali di calcio...
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                            | E' questo il "servizio pubblico"
                              per cui paghiamo
                              il canone? - 15.01.10  Sono passati
                              due mesi dallo switch-off nel Lazio. Non bastano
                              per risolvere i problemi tecnici del passaggio?
                              Ecco come
                              ricevo, quando li ricevo, i tre canali
                              "TEST" del servizio pubblico. Il MUX
                              principale, quello sulla banda VHS, qui non
                              arriva, come non è mai arrivata Rai Uno ai tempi
                              dell'analogico. RaiNews24, che non è presentata
                              come "test", spesso non viene nemmeno
                              vista dai decoder nelle ripetute risintonizzazioni
                              di diversi ricevitori.
                              I canali Mediaset si vedono bene, tra una marea di
                              altre emittenti. Questo è il servizio pubblico in una zona "marginale". Non sperduta tra le montagne, ma a
                              pochi chilometri dalla Capitale. Qualcuno vuole
                              spiegarmi perché, e quando, la Rai assolverà gli
                              obblighi del servizio pubblico previsti dal
                              contratto di servizio? Il canone deve essere
                              pagato da tutti, è la legge. Ma se si vuole
                              ridurre l'enorme evasione, non si potrebbe
                              incominciare fornendo un servizio che lo
                              giustifichi?
 
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                            |  |  
                            | Il "Cielo" è
                              sulla terra, Tivù Sat sarà per tutti (i decoder)
                              - 17.12.09 Ieri ci sono state due importanti novità:
                              Cielo, il canale terrestre di Sky, ha iniziato le
                              trasmissioni e l'Autorità per le garanzie nelle
                              comunicazioni ha deciso che la tessera Tivù Sat
                              deve essere distribuita senza l'obbligo di
                              acquistare un apposito decoder.Non è ancora chiaro su quali basi il Ministero
                              delle Comunicazioni abbia deciso di rilasciare
                              l'autorizzazione all'azienda di Rupert Murdoch
                              (vedi Mediaset contro
                              Sky nella guerra delle televisioni). Per ora
                              basta rilevare che il TG di Sky non fa concorrenza
                              ai cinque telegiornali controllati dal signore
                              delle televisioni, ma va in onda alle 19 e alle
                              24, cioè negli orari del TG3, l'unico
                              "indipendente" della Rai.
 La decisione dell'AGCOM sulla tessera Tivù Sat
                              era scontata. Ne parleremo appena sarà
                              disponibile il provvedimento. Ora aspettiamo
                              attendere l'annunciato, e già criticato da molte
                              parti, decreto legislativo di attuazione della direttiva
                                                        2007/65/CE   "Servizi
                              di media audiovisivi senza frontiere":
                              potrebbero esserci brutte sorprese per le
                              produzioni italiane di fiction, per Sky e, in alla
                              fine, per i telespettatori.
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                            | A "Porta a
                              porta" il plastico del delitto digitale
                              terrestre - 27.11.09 "Non occorre risintonizzare il decoder. I
                              canali sono stati assegnati dal Ministero e
                              restano quelli". La prima affermazione del
                              vice-ministro alle comunicazioni Paolo Romani a Porta a porta di ieri sera
                              lascia a bocca aperta tutti i teleutenti di Roma
                              che da dieci giorni risintonizzano continuamente i
                              ricevitori alle prese con programmi scomparsi,
                              canali spostati ed emittenti che non emettono
                              (vedi Switch-on. E nel Lazio il caos e i canali fantasma).
                              Le difficoltà? "Inevitabili disguidi".
                              E poi: "Impossibile che ci siano zone dove il
                              segnale non arriva". Evidentemente il
                              vice-ministro non vede la televisione.Le obiezioni del suo predecessore Paolo Gentiloni
                              lo hanno costretto a fare marcia indietro, a
                              precisare, a spiegare. Di fronte al direttore
                              generale Mauro Masi, alquanto a disagio, e a una
                              "controparte" di personaggi del piccolo
                              schermo nel ruolo degli "imbranati
                              digitali", non si capiva se autentici o per
                              contratto.
 Hanno chiamato anche un superesperto a spiegare
                              come si sintonizza il televisore o il decoder, che
                              per l'occasione illustravano la scena del delitto
                              al posto dei noti plastici. Peccato che il
                              superesperto "impallasse" continuamente
                              la telecamera, vicino a un Vespa così confuso che
                              non lo invitava neanche a spostarsi.
 La vera "chicca" è stata però verso la
                              fine. Quando, costretto ad ammettere l'esistenza
                              della piattaforma Tivù Sat, il vice-ministro ha
                              detto che si può ricevere con qualsiasi decoder
                              satellitare. Mentre, come sanno tutti quelli che
                              il digitale terrestre non lo ricevono, ci vuole un
                              decoder apposito, che per di più non si trova nei
                              negozi.
 Il tutto nel contesto di una celebrazione della
                              Rai, del suo glorioso passato e dei suoi nuovi
                              canali, che il buon Gentiloni ha definito
                              "Rai pride".
 Per fortuna ho un decoder satellitare e il
                              programma non era criptato. Altrimenti non lo
                              avrei visto, perché qui Rai Uno in digitale
                              terrestre non si vede, nonostante tutte le
                              risintonizzazioni, le messe a punto dell'antenna e
                              le assicurazioni del vice-ministro
                              competente.
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                            | Rai penalizzata anche in
                              Sardegna - 23.11.09 A proposito di Switch-on. E nel Lazio il caos e i canali fantasma,
                              lo stesso capita anche in Sardegna dopo più di un anno. Se ci sono problemi,
                              le prime a "sparire" sono le reti RAI, raramente quelle Mediaset.Piero Borelli, Sassari
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                            | Roma, switch-off OK.
                              Aspettiamo lo switch on! - 18.11.09 Switch-off significa "spegnimento". A
                              Roma l'altro ieri si è compiuto, come da
                              programma: nessun trasmettitore analogico è più
                              in funzione. Gli schermi dei vecchi televisori
                              sono definitivamente vuoti. Ma lo switch-on, cioè
                              l'avvio delle trasmissioni digitali, è tutt'altro
                              che completo. I decoder (e i loro proprietari)
                              impazziscono. Un numero smisurato di emittenti che
                              appaiono e scompaiono, si spostano, esistono ma
                              non trasmettono...Peggio di tutti stanno i tre canali principali
                              della Rai. Si è scelto di trasmetterli in VHF (la
                              banda del vecchio "Nazionale", poi
                              diventato Rai 1), che ha caratteristiche di
                              propagazione meno favorevoli della UHF e in molte
                              aree della provincia non si riceve. Tardivamente
                              si cerca di porre rimedio con tre canali
                              "TEST" che funzionano a intermittenza
                              sull'UHF. Tivù Sat? Ammesso che si trovino i
                              decoder, non offre l'informazione regionale né le
                              emittenti private. Un problema di non facile
                              soluzione. Se almeno si distribuissero smart card
                              da usare nei decoder satellitari esistenti, una
                              parte del problema sarebbe risolta: la Rai
                              assolverebbe non solo sulla carta l'obbligo di
                              fornire il servizio pubblico su tutte le
                              piattaforme tecnologiche.
 Intanto si incomincia a discutere del nuovo
                              contratto di servizio della Rai. Il presidente
                              dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
                              riferisce
                              alla Commissione parlamentare di vigilanza ed
                              elenca una serie di problemi. Fra gli altri,
                              quello dell'oscuramento di molte trasmissioni Rai
                              sul satellite di Sky. Dice Calabrò: "Per
                              consentire una copertura integrale della
                              popolazione, le linee guida prevedono che
                              l’intera programmazione della Rai, nella fase di
                              passaggio dalle trasmissioni in tecnologia
                              analogica a quella digitale, sia visibile su tutte
                              le piattaforme tecnologiche, limitando al massimo
                              il criptaggio delle trasmissioni di servizio
                              pubblico diffuse in simulcast. E’ un
                              aspetto che l’Autorità giudica di fondamentale
                              importanza per l’utente ed in merito al quale
                              non ha mancato di aprire apposita istruttoria, in
                              occasione del lancio della piattaforma Tivùsat".
 Bravo Calabrò. Ma perché non interviene subito?
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                            | Scomparsi i canali Rai
                              - 12.11.09 Abito a un tiro di schioppo da Roma, in un
                              comune dove la televisione terrestre arriva male.
                              Mai ricevuto Rai 1, male Rai 2 e Rai 3. Il
                              satellite ha risolto per un po' di anni il
                              problema, ma da un po' di tempo si moltiplicano le
                              trasmissioni criptate...Con lo switch-over di primavera erano comparsi i
                              canali Rai sul digitale terrestre. Con qualche
                              disturbo, ma comunque visibili.
 Ora si prepara lo switch-off nel Lazio e Rai 1, 2,
                              3 e 4 scompaiono. Hai voglia a "risintonizzare"
                              i decoder: niente. Una ricerca sul sito di DGTVi
                              conferma che qui il MUX A, quello dedicato ai
                              primi quattro canali Rai, è praticamente
                              irricevibile. Dice la pubblicità: c'è Tivù Sat,
                              basta comperare il decoder. Già, quello che non
                              si trova nei negozi. E se si trova è un
                              apparecchio obsoleto, senza l'alta definizione e
                              senza l'uscita PVR per registrare. Ho già due
                              decoder satellitari, uno addirittura con hard disk
                              interno. Perché dovrei comperarne un'altro, meno
                              efficiente? Perché non hanno messo subito a
                              disposizione i CAM? Perché non hanno usato una
                              codifica standard? Perché non distribuiscono le
                              sole smart-card (pare che funzionino anche con i
                              CAM Nagravision già disponibili)?
 L'ennesimo effetto dell'anomalia televisiva
                              italiana. E forse un grande imbroglio ai danni
                              della stessa Rai e degli utenti. Ne parleremo
                              presto.
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                            | Una recensione su
                              Rinascitaecultura’s Blog - 28.10.09 L'avvocato Giovanna Salerno commenta L'anomalia
                              su Rinascitaecultura’s Blog.
                              Riassume i punti chiave dell'esposizione
                              "puntuale e puntigliosa" e ne annota i
                              difetti senza sconti:  "In definitiva il
                              libro fa ben comprendere la singolarità della
                              situazione italiana, utilizzando però
                              un’esposizione quasi ossessiva di leggi e
                              sentenze, che pur essendo garanzia di obbiettività,
                              ne inficia il piacere della lettura".L'osservazione mi induce a una riflessione sul
                              perché ho intrapreso un lavoro impegnativo come
                              la ricostruzione, il più completa possibile, del
                              complicato groviglio giuridico che alla base del
                              nostro sistema televisivo. Di libri sulla materia
                              ce ne sono anche troppi, e tutti fanno riferimento
                              a provvedimenti mai citati per esteso e a volte
                              introvabili. Lo scopo che mi proponevo era appunto
                              di colmare, per quanto possibile, tante lacune. E
                              ho anche cercato di aiutare il lettore meno
                              interessato ai dettagli con l'uso del carattere
                              neretto nelle citazioni, per mettere in evidenza i
                              punti essenziali e favorire il "salto"
                              del contorno senza perdere il filo del discorso.
                              Non ci sono riuscito?
 Comunque, grazie per la
                              recensione.
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                            | Piemonte: finalmente si
                              parla del satellite per la TV digitale -
                              23.09.09 Il TG3 di oggi, nell'edizione delle 14, ha
                              ricordato che in Piemonte è in corso lo
                              switch-off dell'analogico e che dal 9 ottobre la
                              televisione si potrà vedere solo in digitale. La
                              novità è che per la prima volta, da quanto mi
                              risulta, si dice che potrà essere ricevuta sia
                              dalle antenne terrestri sia dal satellite. E' una
                              notizia interessante, perché può significare che
                              Tivù Sat decolla, che ci sono i decoder. Qui a
                              Roma e dintorni sono ancora introvabili. Qualche
                              negoziante e qualche commesso della grande
                              distribuzione non conoscono neanche l'esistenza
                              della nuova piattaforma.Qualcuno può darci notizie sulla situazione in
                              Piemonte? Ci sono in vendita i decoder Tivù Sat?
                              E
                              quali?
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                            | Mi iscrivo nell'elenco
                              dei farabutti - 16.09.09 Botta e risposta. Berlusconi: "La
                              manifestazione della sinistra per la libertà di
                              stampa è il contrario della realtà, siamo
                              circondati nella politica, nella stampa e nella TV
                              da troppi farabutti". E ancora: "La Rai,
                              pagata con i soldi di tutti i cittadini, è
                              l'unica tv pubblica che attacca una sola parte
                              politica, il Governo, e attaccava sempre noi
                              quando eravamo all'opposizione. Mi citi una
                              trasmissione - chiede a Bruno Vespa - a favore del
                              Governo: Report, Ballarò, Annozero, sono tutte
                              contro di noi".Il presidente della Rai Paolo Garimberti: "Il
                              diritto di critica al nostro operato è legittimo,
                              la delegittimazione sistematica e l’insulto no.
                              In tutte le democrazie occidentali le tv pubbliche
                              sovvenzionate dal canone criticano governi,
                              coalizioni, partiti e singoli politici senza che
                              nessuno gridi allo scandalo. Gli uomini pubblici e
                              di governo che pensano che la Rai debba astenersi
                              dal riportare critiche alla loro parte scambiano
                              il Servizio Pubblico con le televisioni di Stato
                              che operano in regimi non democratici. Per questo
                              gli attacchi a singole trasmissioni della Rai e
                              gli insulti ai suoi giornalisti vanno respinti con
                              la massima fermezza: come ieri l’ho espressa a
                              Vespa per le offese che gli erano state rivolte,
                              oggi la mia solidarietà va a RaiTre, a Ballarò,
                              a Report, ad AnnoZero e a tutti i lavoratori del
                              Servizio Pubblico attaccati ieri proprio nella
                              trasmissione di Vespa".
 Bravo Garimberti! Merita un posto d'onore
                              nell'elenco dei farabutti. Al quale, se
                              permettete, mi iscrivo anche io (vedi Manlio Cammarata reporter farabutto).
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                            | Tivù Sat sotto esame
                              all'AGCOM. Ritorna il decoder unico? -
                              15.09.09 Un comunicato stampa
                              dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
                              informa che è stata decisa "l’apertura di
                              un’istruttoria per verificare il rispetto, da
                              parte della RAI, degli obblighi di servizio
                              pubblico e del contratto di servizio" in
                              relazione all'avvio della piattaforma Tivù Sat.
                              Sotto la lente dell'Autorità non c'è solo la
                              "discesa" dei canali dell'emittenza
                              pubblica dalla piattaforma Sky.In attesa di conoscere i dettagli contenuti nel
                              provvedimento di avvio dell'istruttoria, che
                              dovrà concludersi in tre mesi, leggiamo i passi
                              importanti del comunicato:
 "L’Autorità, sulla base degli elementi
                              raccolti, ha infatti riscontrato un’
                              insufficiente informazione agli abbonati sulle
                              modalità di visione dei programmi RAI in
                              simulcast via satellite, la mancanza di preavviso
                              sulle scelte effettuate, la difficoltà di
                              orientamento dei consumatori nella scelta degli
                              apparati e una carenza di informazione sulla
                              regolamentazione e le modalità di criptaggio dei
                              programmi, la mancanza di tutela dei cittadini
                              all’estero.
 L’istruttoria dovrà accertare le modalità di
                              distribuzione delle smart card (incluse quelle per
                              gli italiani all’estero) i criteri per la
                              distribuzione dei programmi televisivi privi di
                              diritti per l’estero, la possibilità per tutti
                              gli utenti di ricevere la programmazione di
                              servizio pubblico gratuitamente su tutte le
                              piattaforme distributive anche in linea con quanto
                              avviene in altri paesi europei. Questo, per dare
                              risposta alle concrete esigenze manifestate dai
                              consumatori e per consentire lo sviluppo della
                              concorrenza in base ai contenuti offerti e non
                              alle apparecchiature utilizzate".
 Proprio sul punto delle "apparecchiature
                              utilizzate" il comunicato si conclude con una
                              nota molto interessante: è stata avviata un'altra
                              istruttoria, "al fine di accertare le
                              tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la
                              loro conformità degli accordi di cessione delle
                              licenze alla normativa di settore nonchè tutte le
                              iniziative utili all’adozione di un decoder
                              unico".
 Evviva! Anche qui dobbiamo aspettare di leggere il
                              provvedimento, ma il senso della notizia è che
                              potrebbe finire lo scandalo del decoder blindato
                              di Sky. Ricevere tutta la programmazione
                              satellitare con un solo apparecchio è un diritto
                              degli utenti, a suo tempo calpestato dalla stessa
                              AGCOM e dalle autorità comunitarie. Ricordiamo
                              che il decoder unico era previsto dalla legge 78/99,
                              con una norma abrogata dal testo unico
                              della radiotelevisione del
                              2005.
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                            | Alla televisione non c'è
                              più "Allegria!" - 09.09.09 Mike Bongiorno se n'è andato. Nell'inevitabile
                              coro di elogi alla memoria del grande presentatore
                              c'è una voce stonata. Leggo (repubblica.it) che Paolo
                              Villaggio ha detto: "Adattare quella cultura
                              all'italiano medio ha abbassato il livello
                              culturale del paese. Le grandi perdite per
                              l'Italia sono quelle di Fellini o Moravia. Ci
                              lascia piuttosto il ricordo di un'Italia
                              felice". Fa riflettere.Anche io non amavo il Bongiorno nazional-popolare.
                              Nei suoi lunghi anni d'oro, da Lascia o
                              raddoppia? a Rischiatutto e oltre ha
                              rappresentato una TV leggera alla quale ben si
                              adatta la definizione di "arma di distrazione
                              di massa" (credo che il calembour sia
                              di Marco Travaglio). Tanto più efficace quanto
                              più sostenuta da una professionalità
                              eccezionale.
 Poi, come tanti, ho imparato ad apprezzare non
                              solo la sua bravura, ma anche il senso
                              dell'umorismo, quella capacità di prendersi in
                              giro che è sintomo di intelligenza. I suoi duetti
                              con Fiorello me lo hanno reso definitivamente
                              simpatico.
 E ora mi manca, ci manca. Ci manca quella
                              televisione bene educata, qualche volta maliziosa
                              ma mai volgare. Mai gridata in faccia al
                              telespettatore. Leggera ma non
                              "deficiente" come spesso è quella di
                              oggi. Quella in bianco e nero, soprattutto.
                              Perché insieme al colore arrivò l'emittenza
                              privata e il livello incominciò ad abbassarsi
                              nella caccia all'audience senza esclusione
                              di colpi. Quella in bianco e nero, dicevo, fatta
                              di scenografie sobrie, eleganti. Condotta da
                              presentatori garbati, che entravano nelle nostre
                              case chiedendo "E' permesso?". Come
                              Enrico Simonetti, Enzo Tortora, Alberto Lupo,
                              Corrado. E Lelio Luttazzi, ultimo supersite di una
                              generazione di gentiluomini del video.
 Si è tanto discusso, e si discute ancora, sulle
                              dimissioni-licenziamento di Enrico Mentana da
                              Mediaset la sera della morte di Eluana Englaro,
                              perché i vertici aziendali avevano scelto di non
                              cambiare il palinsesto e di mandare in onda Il
                              grande fratello senza interruzioni. Nessuno
                              però ha osservato che su Rai Uno, subito dopo che
                              il TG aveva dato la triste notizia, aveva fatto
                              irruzione sullo schermo un forsennato che berciava
                              "Nel continente nerooo...". E nessuno si
                              è dimesso o è stato cacciato per questa
                              manifestazione di volgare indifferenza.
 Forse, se quella sera Mike Bongiorno fosse andato
                              in onda, non avrebbe lanciato il suo "Allegriaaah".
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                            | In Italia esiste la
                              libertà di stampa? - 07.09.09 Questa mattina a Canale 5 Berlusconi,
                              intervistato da Maurizio Belpietro, ha ripetuto la
                              battuta di pochi giorni fa: "Con questa
                              informazione, povera Italia" (potrebbe essere
                              lo slogan della manifestazione per la libertà di
                              stampa che si terrà a Roma il 19 prossimo). Gli
                              ha risposto Ezio Mauro da Repubblica TV: "In
                              Italia esiste la libertà di stampa. Poi ognuno la
                              usa come vuole. E' diversa la questione del
                              pluralismo televisivo, che è completamente
                              cancellato".Le due affermazioni del direttore di Repubblica
                              sono corrette. Il paradosso è che si
                              contraddicono. Perché, se è vero che l'80 per
                              cento degli italiani si informa attraverso la
                              televisione e che solo un italiano su dieci legge
                              i giornali, l'informazione libera raggiungerebbe
                              solo il dieci per cento della popolazione. Però,
                              se si considera che una parte della stampa che
                              gode della libertà di informare fa capo allo
                              stesso padrone delle televisioni, la percentuale
                              degli italiani raggiunta dell'informazione
                              "libera" si riduce ancora. Se poi si
                              considera che anche la stampa "libera"
                              è soggetta a intimidazioni e attacchi, il quadro
                              diventa ancora più fosco.
 Insomma in Italia l'informazione è libera solo
                              "sulla carta". Sulla Carta
                              costituzionale e sulla carta stampata. L'una e
                              l'altra lette da
                              pochi.
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                            | La censura di "Videocracy",
                              incredibile autogol della Rai - 28.08.09 Ieri mattina Repubblica.it ha pubblicato la
                              notizia che la Rai ha rifiutato di trasmettere lo
                              spot del film "Videocracy" di Erik
                              Gandini, presentato come "evento
                              speciale" alla Mostra di Venezia di
                              quest'anno. Sul sito del quotidiano c'è anche il
                              documento (di incerta provenienza e destinazione)
                              che vorrebbe spiegare i motivi della censura.Alla prima lettura l'ho trovato esilarante.
                              Convinto che fosse un testo apocrifo, opera di un
                              burlone per prendere in giro l'emittente di Stato,
                              aspettavo la smentita. Poteva essere anche una
                              trovata pubblicitaria della distribuzione, nella
                              facile previsione che il video censurato e altri
                              trailer sarebbero stati ripresi su centinaia di
                              siti. Come infatti è accaduto. Invece a sera è
                              arrivato il comunicato
                              dell'ufficio stampa di viale Mazzini che, senza
                              vergogna, attesta l'autenticità del testo e ne
                              ribadisce il contenuto.
 Sgrammaticato, scritto in una caricatura di
                              burocratese, il documento
                              descrive il film molto meglio dei due trailer di
                              30 secondi (che potete vedere qui).
 Infatti ci informa che:
 gli spot
                          pubblicitari appaiono lesivi dell'onore e della
                          reputazione personale del Presidente del Consiglio
                          nella parte in cui, riprendendo ed approfondendo il
                          collegamento tra la proprietà in capo a questi delle
                          principali televisioni commerciali ed il contenuto
                          soltanto di alcuni programmi messi in onda negli anni
                          da tali emittenti, caratterizzati da donne prive di
                          abiti e dal contenuta latamente "voyeuristico"
                          delle medesime si determina un inequivocabile richiamo
                          alle problematiche attualmente all'ordine del giorno
                          riguardo alle attitudini morali dello stesso e ai suoi
                          rapporti con il sesso femminile, formulando illazioni
                          sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso
                          dell'attività di imprenditore televisivo e dimostrate
                          inequivocabilmente dai citati programmi che ne
                          avrebbero resa inequivocabile attestazione.Ancora:
 Tali prospettazioni assumono
                          connotati gravemente diffamatori, rappresentando un
                          giudizio decettivo [sic!] sulla persona, oltretutto aggravato
                          dal fatto che, affermandosi che l'80 per cento degli
                          italiani trarrebbero informazioni dalla televisione,
                          viene in sostanza asserito che negli anni gli
                          orientamenti dei cittadini sarebbero stati
                          condizionati da siffatta particolare visione della
                          società e che gli stessi italiani avrebbero dovuto
                          invece comprendere che la rivoluzione
                          "sessuale" compiuta dalle emittenti
                          televisive in questione, in linea con le non provate
                          inclinazioni del proprietario, avrebbe in realtà
                          anticipato la vera essenza della linea di
                          comportamento della forza politica attualmente di
                              maggioranza.
 "le problematiche attualmente all'ordine del giorno
                          riguardo alle attitudini morali dello stesso e ai suoi
                          rapporti con il sesso femminile"..."Le non
                              provate inclinazioni del proprietario"... I
                              maggiori telegiornali Rai non sono mai stati così
                              espliciti nel riferire "l'affare Noemi"
                              e le successive notizie sui festini nelle dimore
                              del cavaliere.Andrò a vedere il film, sperando che sia
                              all'altezza del delirio della
                              censura.
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                            | Noi tecnici abbiamo
                              sbagliato qualcosa? - Giorgio, 27.08.09 Sono ingegnere e lavoro in una società nel settore delle
                              nuove tecnologie. Quindi per me decoder, antenne e prese scart non sono un problema, sono il mio pane quotidiano. I problemi cominciano quando faccio il padre di famiglia, una famiglia-tipo con una moglie e due ragazzi di 16 e 14 anni.Il primo problema è che abito in una zona collinare dove la ricezione della televisione è assai critica, per cui faccio parte di quel 10% di italiani ai quali è rivolta l'offerta Tivù Sat. E
                              così incomincia la serie dei problemi conseguenti, che appariranno chiari
                              dal seguente elenco:
 1) Nel soggiorno abbiamo un nuovissimo televisore LCD, alta definizione, decoder DTT incorporato (che prende, con frequenti interruzioni, solo una parte dei canali attivi
                              nell'area romana).
 2) A questo televisore sono collegati uno Skybox e un decoder common interface con hard disk incorporato. Ciascun ricevitore ha la sua parabola, per semplificare i collegamenti. Inoltre ci sono un lettore di DVD e un vecchio videoregistratore VHS (perché con tre supertecnici in casa nessuno si mette a copiare su DVD le vecchie cassette, chiede la padrona di casa, protestando perché le abbiamo vietato di mettere le mani sul groviglio di cavi e ciabatte
                              pieni di odiata polvere). Al decoder common interface è
                              collegato anche un trasmettitore a radiofrequenza per portare il segnale nella stanza da letto e  per l'audio c'è un sintoamplificatore 5.1 con relativi altoparlanti e cavi in giro per la stanza. Per Tivù sat mi basterebbe acquistare il CAM, ma quando sarà disponibile, considerando che non si trovano ancora i decoder annunciati per la fine di luglio?
 3) In cucina c'è un piccolo tv CRT che riceve solo Rai 2 e Rai 3, con abbondante sabbia. Dovrà essere dotato di un decoder Tivù sat.
 4) Nella stanza da letto c'è un altro vecchio CRT, con il ricevitore collegato al decoder CI.
                              Anche per questo è previsto un decoder Tivù Sat.
 5) Nella stanza dei ragazzi c'è il vecchio LCD con un secondo skybox e un decoder DTT, oltre a un PC con modem DSL (che viene usato anche come videoregistratore), qualche generazione di Playstation e un numero imprecisato di Ipod, telefonini e altri apparati digitali. Anche qui servirà un decoder Tivù
                              Sat (e sono 3).
 6) E i telecomandi? Vogliamo contare i telecomandi?
 Mi chiedo, e le chiedo, come farà una famiglia italiana media come la mia, a gestire tutto questo armamentario senza avere le minime conoscenze tecnologiche necessarie? Lo sa l'italiano medio che collegando il decoder di Sky e quello di Tivù Sat alla stessa parabola alcuni canali possono sparire dall'uno o dall'altro? Come faranno gli anziani e tutti coloro che non hanno un figlio o un nipote disponibile a installare i nuovi apparecchi e soprattutto a spiegare come si usano? Mia suocera, che è un donna sveglia, non si rassegna al fatto che da quando Rai 2 e Rete 4 hanno spento l'analogico, per vedere i suoi programmi preferiti deve usare due telecomandi.
 C'è qualcosa di assurdo in tutto questo, non sarà che noi tecnici abbiamo sbagliato qualcosa?
 Giorgio
 P.S. Complimenti per L'anomalia, un libro che mancava e che fa riflettere.
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                            | Arriva il primo decoder
                              Tivù Sat. Ma è nascosto - 26.08.09 Ieri ho fatto di nuovo un giro tra i centri
                              commerciali della zona Nord di Roma alla ricerca
                              dei decoder Tivù Sat. Su quattro meganegozi solo
                              uno aveva, finalmente, il decoder "Humax Combo 9000B Tivù". A 159 euro. Ma non avevano
                              detto che il prezzo non avrebbe superato i 99?
                              Sì, ma questo è un "combo", cioè
                              digitale terrestre e satellite in un solo pezzo.
                              Scelta astuta: chi oggi compera questo, domani
                              avrà poca voglia di comperare anche quello
                              terrestre, obbligatorio fra tre mesi per lo
                              switch-off dell'analogico nel Lazio. E chi sta per
                              acquistare il terrestre, può decidere di spendere
                              un po' di più per il combo. A questo Humax manca
                              una caratteristica importante, che
                              contraddistingue molti ricevitori recenti: non
                              c'è la porta USB per il collegamento di un hard
                              disk esterno (o anche di una capace chiavetta) per
                              registrare i programmi. Significa dover comperare
                              un registratore a parte, con tutte le
                              complicazioni del caso e l'impossibilità di
                              programmare registrazioni differite da canali
                              diversi.Particolare interessante: proprio vicino allo
                              Humax era esposto un altro combo, l'XDome ad alta
                              definizione compatibile con la codifica di Sky
                              (vedi il post qui sotto). Ma i due apparecchi non
                              solo non erano segnalati come nuovi, ma nemmeno
                              esposti: due blocchi di scatole, in basso nello
                              scaffale, confusi tra decine di altri. Nella
                              grande distribuzione, quando c'è un nuovo
                              prodotto che si suppone atteso da molti possibili
                              acquirenti, o che si vuole comunque
                              "spingere", lo si espone senza scatola
                              all'altezza degli occhi dei visitatori. Ancora
                              più efficaci sono gli espositori dedicati, bene
                              in vista. Come quelli che, nello stesso negozio,
                              propongono i decoder terrestri con la promozione
                              dei canali a pagamento di Mediaset.
                              Un'anomalia.
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                            | La Rai perde ascolti e
                              forse qualcosa si muove per i decoder di Sky -
                              22.08.09 La Rai insiste nella politica di
                              oscuramento delle trasmissioni attraverso la
                              piattaforma di Sky. E perde ascolti, come è
                              ovvio: ci sono molti utenti che non ricevono, o
                              ricevono male, le trasmissioni terrestri. Se Sky
                              non ritrasmette, i programmi non si vedono.La politica dell'emittente pubblica è difficile
                              da capire. L'oscuramento su Sky, come ho scritto
                              nel post della vigilia di Ferragosto, sarebbe il
                              sistema più efficace per il lancio della
                              piattaforma alternativa Tivù Sat. Ma Tivù Sat,
                              fino a oggi, è solo un annuncio. I decoder sono
                              ancora introvabili.
 In tutto questo c'è, forse, una novità. Si
                              trovano nei siti di vendite on line soluzioni per
                              vedere i canali Sky anche con decoder non Sky. E
                              CAM Videoguard per i decoder Common Interface.
                              Tutto, viene precisato a chiare lettere, con il
                              beneplacito dell'ancora (per poco?) monopolista
                              del satellite. Vedi, per esempio, questo apparecchio).
 Approfondirò la questione nei prossimi giorni. Se
                              l'apertura sarà confermata, saremo di fronte a
                              una mossa furba: ci sarà la possibilità di
                              vedere i programmi a pagamento di Sky anche con i
                              decoder Tvù Sat. Ma il mercato sarebbe veramente
                              aperto se nei decoder Sky si potesse infilare la
                              card di TV Sat. Comunque un decoder
                              "combo", cioè in grado di ricevere
                              digitale terrestre e satellite, con in più la
                              possibilità di leggere le card di Sky e Tivù Sat,
                              sarebbe il tanto agognato "decoder
                              unico" che risolverebbe tutti i problemi
                              degli spettatori.
 In attesa dei prossimi sviluppi la situazione è questa: senza
                              molte importante trasmissioni Rai, Sky perde
                              attrattiva; Rai perde ascolti e quindi, in una
                              prospettiva di breve-medio termine, perde soldi
                              (in aggiunta a quelli che non riceve più da Sky
                              per i canali criptati).
                              Solo Mediaset non perde
                              nulla.
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                            | Spettatori furiosi per i
                              canali oscurati su Sky. Ma non sanno che... - 14.08.09 E' arrivato Ferragosto, ma non sono arrivati
                              nei negozi i decoder (promessi per il 31 luglio)
                              in grado di ricevere i canali satellitari di Tivù
                              Sat. In compenso la polemica sale di tono. I
                              programmi Rai appaiono sempre più spesso criptati
                              sulla piattaforma Sky. L'altra sera ha suscitato
                              indignazione la scomparsa della partita
                              Italia-Svizzera. Sono molti i telespettatori
                              abituati a vedere i canali in chiaro Rai e
                              Mediaset dal satellite e vivono i sempre più
                              frequenti oscuramenti come un'ingiustizia. E non
                              hanno torto.Ma nessuno li ha informati che il box che hanno
                              avuto "gratis" del monopolista del
                              satellite è una trappola, introdotta illegalmente
                              nel nostro paese nel 1994 con il beneplacito di
                              autorità distratte o compiacenti. E che se il box
                              in questione fosse un decoder "aperto",
                              come prescriveva la legge del 1999 sul decoder
                              unico, basterebbe inserire la tessera di Tivù Sat
                              per vedere tutto gratis. Appare strano invece che
                              tanti giornalisti ignorino la questione, nei tanti
                              articoli che in questi giorni registrano i
                              malumori del pubblico. Possono
                              aggiornarsi a partire da Tre domande sul decoder "blindato",
                              che contiene i link alle altre pagine dedicate alla
                              questione.
 Ancora più strano è il fatto che la Rai
                              moltiplica gli oscuramenti prima che sia possibile
                              ricevere i canali di Tivù Sat. Potrebbe un
                              sistema un po' brutale per convincere più telespettatori
                              possibile a passare senza indugio alla nuova
                              piattaforma gratuita. Ma i decoder non si trovano
                              e si dovranno aspettare molti mesi prima
                              che siano disponibili i CAM per i decoder Common
                              Interface, quelli che possono ricevere tutto
                              (tranne i canali blindati di Sky).
 In questo modo
                              si provoca malcontento e si accredita l'immagine
                              di Sky come "vittima" delle manovre di
                              "Raiset". Mentre dovrebbe essere
                              trascinata davanti alle autorità competenti per
                              rendere conto di una politica contraria alle
                              regole del mercato.
 In sostanza, tutta l'operazione Tivù Sat appare
                              strana, nei tempi e nei modi. Ma siccome non
                              risulta che i suoi dirigenti siano stupidi o
                              incompetenti, c'è qualcosa di non detto che
                              ancora non si riesce a
                              capire.
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                            | La Rai sotto attacco nella guerra delle
                              "piattaforme" - 05.08.09 Su la Repubblica di oggi un articolo di Claudio Tito
                              rivela un piano "segreto" del Governo per
                              togliere da Sky anche Rai Uno, Due e Tre, dopo le reti
                              RaiSat, che andranno
                              gratis sul digitale terrestre, a mano a mano che si
                              compiranno gli switch-off territoriali.In che cosa consisterebbe il piano? In una
                              modifica del contratto di servizio (che scade a
                              fine anno), grazie alla quale la Rai non sarebbe
                              obbligata ad andare su "tutte" le
                              piattaforme, ma "almeno su una"
                              piattaforma, quindi solo su Tivù Sat.
 Le conseguenze: un indebolimento della Rai che,
                              oltre ai mancati introiti per la fine del
                              contratto RaiSat-Sky, perderebbe
                              spettatori nell'attesa della diffusione del DTT o
                              di Tivù Sat, e quindi perderebbe anche
                              pubblicità. Solo vantaggi per Mediaset, diretta
                              concorrente di Sky nella pay-tv. Fra l'altro al
                              primo posto della lista di Sky, dove oggi c'è Rai
                              Uno, potrebbe andare un canale Mediaset...
 Non basta. L'espresso del 23 luglio ha
                              riferito di un altro piano, sempre da attuare con
                              strumenti legislativi, per spostare ancora di più
                              verso Mediaset il baricentro degli introiti
                              pubblicitari, a danno del concorrente Sky. E della
                              Rai, tanto per cambiare.
 In tutto questo crescono gli interrogativi a
                              proposito di Tvù Sat. I decoder non sono ancora
                              nei negozi. Ma, se si tratta di una piattaforma
                              "aperta" e neutrale, perché non mettono
                              in vendita le schede, a pochi euro, dai tabaccai,
                              nelle edicole, nei grandi negozi di elettronica di
                              consumo? I primi utenti sarebbero quelli che hanno
                              già un decoder Common Interface o con il CAS
                              Nagravision integrato. Centinaia di migliaia,
                              probabilmente.
 Intanto una piccola scoperta. Tra le
                              caratteristiche tecniche del primo decoder marcato
                              Tivù, spicca un dato interessante: ha la guida ai
                              programmi di Sorrisi e canzoni. Edito, per
                              chi non lo sapesse, dalla famiglia
                              Berlusconi.
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                            | RaiSat "scende"
                              da Sky. E Tivù Sat non è nei negozi -
                              01.08.09 Le trattative tra Rai e Sky non sono andate a
                              buon fine. I canali RaiSat Cinema, RaiSat Extra, RaiSat Gambero Rosso
                              Channel, RaiSat Premium, RaiSat Yoyo e RaiSat Smash Girls
                              non sono più presenti sulla piattaforma Sky.
                              Sembra che saranno trasmessi sul digitale
                              terrestre (gratis?), con l'eccezione di Gambero
                              Rosso e Smash Girls, che sono stati venduti. Non
                              si capisce ancora che fine faranno i canali in
                              chiaro, presenti nelle prime tre posizioni della
                              lista blindata del monopolista del cielo. Il sito
                              di Raisat
                              è "in manutenzione"Naturalmente scoppiano le polemiche, perché con
                              la "discesa" dalla piattaforma la Rai
                              perde soldi e spettatori. Si indebolisce nei
                              confronti del concorrente Mediaset. Se poi
                              spariranno anche i canali
                              "istituzionali" in chiaro dai primi
                              numeri del telecomando di Sky, i vantaggi per
                              Mediaset saranno più che evidenti. L'ennesima
                              manifestazione dell'anomalia italiana.
 Il problema sarebbe meno grave se la piattaforma
                              Tivù Sat fosse attiva e se le sue trasmissioni
                              potessero essere ricevute dai milioni di decoder
                              già presenti nelle case degli italiani.
 Ma Tivù Sat resta "virtuale". Un
                              mistero, sotto qualche punto di vista (vedi "Tivù". La nuova televisione o la
  vecchia anomalia?). Il debutto era previsto per ieri, 31 luglio, con i
                              decoder in vendita almeno nei punti della grande
                              distribuzione. Questa mattina ho fatto un giro tra
                              i centri commerciali della zona Nord di Roma,
                              visitando gli store più frequentati: Centro
                              Giotto, Euronics, MediaWorld e Unieuro.
                              Neanche un decoder Tivù Sat, né un manifesto,
                              nulla di tutto quello che dovrebbe accompagnare il
                              lancio di un nuovo servizio. I commessi di Centro
                              Giotto e Unieuro ignoravano addirittura
                              l'esistenza di Tivù Sat. Gli altri ipotizzavano
                              l'arrivo dei decoder prima di ferragosto.
 Intanto i reparti erano affollati di persone che
                              acquistavano i ricevitori per il digitale
                              terrestre. Per lo più zapper, cioè
                              inutili in vista del satellitare Tivù.
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                            | Non è vero che Tivù Sat
                              è gratis. Si deve comperare il decoder! -
                              24.07.09 Ho ricevuto diverse e-mail da lettori che
                              protestano perché, dicono, Tivù Sat non è
                              gratis come si vuol far credere: è necessario
                              comperare il decoder, perché le trasmissioni sono
                              criptate. Non condivido questo punto di vista e
                              cerco di spiegare in poche righe il perché.Parte della programmazione deve essere criptata
                              perché le emittenti hanno acquistato i diritti di
                              trasmissione solo per l'Italia e il satellite
                              copre un'area molto più vasta. Quindi è
                              necessario che certi programmi siano ricevuti solo
                              dall'utenza italiana, che disporrà - gratis -
                              della smart card.
 Quanto al fatto che si debba comperare il decoder
                              - un decoder "aperto", in grado di
                              ricevere qualsiasi canale e non limitato come
                              quello di Sky - mi sembra del tutto normale. Se
                              vuoi vedere la televisione devi avere un
                              televisore. Non te lo regalano, devi comperarlo.
                              Se vuoi ricevere le Tv via satellite devi
                              comperare un ricevitore adatto a quello che vuoi
                              vedere. E se hai un decoder "common
                              interface" ti basterà acquistare il modulo
                              di decodifica (CAM), appena sarà disponibile.
 Sky non regala il decoder. Ti costringe a usare il
                              suo, compreso nel costo dell'abbonamento, con il
                              quale puoi vedere solo i pochi canali della
                              piattaforma. E non puoi neanche decidere l'ordine
                              dei tuoi preferiti.
 Nessuno ha protestato quando, nel lontano 1961, ha
                              dovuto comperare il "coso" per ricevere
                              il secondo canale. E quando sono incominciate le
                              trasmissioni a colori delle emittenti straniere,
                              nella prima metà degli anni '70, chi poteva si è
                              affrettato ad acquistare il tivù a colori. E
                              nessuno lo ha preteso in regalo quando anche la
                              Rai ha iniziato a trasmettere a colori, nel 1979.
 Per il resto, su Tivù Sat, i suoi problemi e le
                              sue prospettive, pubblicherò un  ampio articolo
                              lunedì
                              27.
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                            | Tivù Sat decolla ma non convince -
                              22.07.09 Questa mattina, in un'affollata conferenza
                              stampa, è stato annunciata la partenza di Tivù
                              Sat. Dal 31 luglio prossimo saranno nei negozi i
                              decoder con la smart card che consentirà di
                              ricevere i programmi in chiaro di Rai, Mediaset e
                              altre emittenti, per un totale di almeno ventidue
                              canali. Ancora nessuna notizia sulla sorte dei
                              canali del duopolio, in chiaro e criptati, che fino a ora sono
                              trasmessi da Sky. Sono anche in corso trattative con le
                              TV locali. Altri editori sarebbero interessati.La nuova piattaforma viene presentata
                              semplicemente come uno strumento per coprire le
                              zone che non ricevono, o non ricevono abbastanza
                              bene, le emissioni terrestri. Cioè circa il
                              cinque per cento della popolazione, qualcosa come
                              tre milioni di persone. Tutto qui?
 E' difficile crederlo. L'operazione probabilmente
                              ha traguardi più ambiziosi. Forse è solo una
                              delle prime mosse nell'inevitabile guerra tra
                              Mediaset e Sky (o tra "Raiset" E Sky? O
                              tra Berlusconi e Murdoch? Fate voi).
 Comunque c'è una buona notizia: i decoder per
                              ricevere i canali Tivù Sat saranno in grado di
                              ricevere tutti i canali free (a differenza
                              dell'apparecchio blindato di Sky). Ci saranno poi
                              i CAM per i ricevitori Common Interface. La
                              piattaforma quindi è aperta, ma non ai canali di
                              Sky. Come sappiamo, l'emittente di Murdoch non
                              concede le licenze per produrre i CAM necessari per
                              la decodifica del sistema di accesso. Nè il
                              decoder Sky può ricevere i canali Tivù. Il
                              problema è che di decoder Sky ce ne sono in giro
                              circa sei milioni. Un solo dato è certo: il
                              monopolio Sky sulla televisione via satellite sta
                              arrivando al capolinea.
 Nei prossimi giorni un approfondimento sulla
                              situazione.
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                            | Tanti libri sulla
                              televisione. Perché? - 18.07.09 Nell'arco di poche settimane sono usciti
                              diversi libri sulla televisione: oltre al mio, la
                              "Passionaccia" di Enrico Mentana,
                              "La guerra dei trent'anni" di Franco
                              Debenedetti e Antonio Pilati (in realtà due libri
                              diversi rilegati insieme) e ora trovo
                              "La piovra Rai" di Denise Pardo. Punti
                              di vista diversi, conclusioni diverse, ma un unico
                              tema di fondo: il sistema televisivo italiana è
                              un disastro. Sull'argomento sono stati scritti
                              centinaia di libri, da anni. Ma quest'ultima
                              ondata di iniziative editoriali praticamente
                              simultanee può significare che ormai la
                              situazione è diventata insostenibile. E dovrebbe
                              esplodere.La guerra in corso (vedi "Telesfida" su
                              L'espresso del 23 luglio), nella prospettiva di
                              una piattaforma satellitare in concorrenza con Sky,
                              potrebbe essere il detonatore. Ma le polveri
                              sembrano
                              bagnate.
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                            | Che fine ha fatto Tivù
                              Sat? - 01.07.09 Nell'ambito dell'inchiesta sul digitale terrestre che sarà in edicola sul
                              prossimo numero di Focus (dal 20 luglio), ho cercato di contattare il
                              consorzio Tivù per capire dove acquistare, a quale prezzo, e come attivare
                              il sistema per guardare la tv digitale terrestre via satellite.Ho chiamato il numero unico di Tivù, 199 309 409 (costa circa 15 cent al
                              minuto): risponde un call center automatico che non fornisce alcuna
                              informazione su Tivusat. Tutte le combinazioni possibili (premi uno, premi
                              due, premi tre...) portano sempre alla stessi indicazione: guardate sul sito
                              Internet www.tivu.tv. Dove, ovviamente, non c'è nulla sull'acquisto di
 Tivusat. In compenso, si passano al telefono 12 minuti circa.
 Ho rivolto le stesse domande al numero verde del ministero delle
                              Comunicazioni (800 022 000), gratuito ma contattabile via telefono fisso
                              solo da alcune province italiane (quelle dove è già attivo lo switch
                              over o limitrofe): mi hanno risposto che "non abbiamo informazioni in merito a
                              segnali satellitari che possano veicolare il digitale terrestre".
 Sulla questione contributo pubblico per l'acquisto del decoder, dal
                              ministero mi hanno detto che "il contributo è ottenibile a condizioni che
                              variano da Regione a Regione. Ma è riservato all'acquisto di decoder dal
                              costo superiore ai 50 €".
 Carlo Dagradi - Redattore Focus
 
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                            | Palmieri: lettura
                              richiesta ai miei studenti - 22.06.09 Il libro è interessantissimo, utile, e piacevolissimo da leggere (come sempre, i tuoi scritti).  Anche un
                              necessario complemento per il mio corso di diritto dell'informazione edella comunicazione (nel mio testo avevo tralasciato questa materia e lo
                              segnalerò come lettura richiesta ai miei studenti).
 Nicola Walter Palmieri
 
 Grazie, Nicola.
 (Il libro al quale accenna Palmieri è  Diritto della comunicazione e dell'informazione).
 
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                            | Approfondimenti di
                              prioritario interesse - 19.06.09 La lettura dell'Anomalia risulta densa di informazioni e approfondimenti di prioritario interesse e,
                              al tempo stesso, molto scorrevole. Luisa Ramundo - "O" La rivista di Omero
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                            | A "Nudo e crudo"
                              su Radio Uno - Intervista di Giulia Fossà - 17.06.09 Ecco la registrazione dell'intervista di quasi
                              quattro minuti che mi ha fatto questa mattina
                              Giulia Fossà nel suo programma "Nudo e
                              crudo" su Radio 1.
  Nudo e crudo
                              (audio)  Top
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                            | Giovanni Valentini: "Risolvere il conflitto d'interessi in capo a Berlusconi e togliere le mani dalla Rai"
                              - 14.06.09 Giovanni Valentini, nel Sabato del villaggio
                              sulla Repubblica di ieri, mi fa il grande onore di
                              aprire con una citazione del libro appena
                              approdato alle edicole: "Il potere ha bisogno della televisione, perché essa stessa è un potere". Quando il voto viene dopo il tiggì,
                              titola Valentini citando Renzo Arbore, e parte da
                              una ricerca del Censis che mostra come la maggior
                              parte degli italiani si sia formata la propria
                              opinione elettorale attraverso i notiziari
                              televisivi. «E pensare - osserva Valentini
                              - che c'è ancora chi si ostina a dissimulare l'anomalia televisiva italiana, come fanno l' ex senatore del centrosinistra Franco Debenedetti e l'ex componente dell' Autorità sulle comunicazioni Antonio
                              Pilati, trasferito poi all' Antitrust per meriti acquisiti sul campo, in un libro pubblicato dalla stessa casa editrice che appartiene al gruppo Berlusconi e che recentemente ha rifiutato un saggio del premio Nobel, José
                              Saramago, perché conteneva accuse e giudizi critici sul Cavaliere.
                              È vero che il marchio storico dell'Einaudi è lo struzzo. Ma i due co-autori fanno peggio che nascondere la testa sotto la sabbia, quando confondono la concentrazione televisiva e pubblicitaria con il conflitto d'interessi, trascurando lo status di concessionario pubblico del nostro
                              premier-tycoon; oppure estrapolano la tv dal contesto del sistema dell'informazione, ignorando gli effetti su tutti gli altri media e in particolare sulla carta stampata; o ancora, invocano la privatizzazione della Rai come l'unica soluzione per affrancarla dalla sudditanza alla partitocrazia, quasi che in Gran Bretagna non esistesse la Bbc o un servizio pubblico più che decente in altri Paesi
                              europei».
 Continua Valentini: «Ai cultori della materia, si può consigliare piuttosto il saggio rigoroso e ben documentato di Manlio Cammarata, citato all' inizio di questa rubrica. Dal caso di Rete 4 a quello di Europa 7, l'autore ricostruisce puntualmente
                              "il monopolio del potere da Mussolini al digitale
                              terrestre", sulla base degli atti parlamentari e delle sentenze, italiane ed europee. La provocatoria conclusione propone di modificare così l'articolo 1 della Costituzione:
                              "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulla televisione. La sovranità appartiene a chi possiede la televisione, e la esercita come gli
                              pare". Ma forse quell'aggettivo
                              "democratica" ormai è di troppo»
                              (la versione integrale
                              dell'articolo è qui).
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