Da questa inquadratura "telefonica" è persino difficile individuare il modello dell'automobile, anche se è una delle più famose degli anni '50 del secolo scorso. Colpa del "punto di vista" sbagliato.

L'inquadratura? È solo una questione di punti di vista

Lezioni di fotografia  N. 15  – 7 novembre 2022 Precedente  Successiva
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«Questione di punti di vista», si dice quando è difficile conciliare opinioni diverse. Ma nella fotografia e nel video il "punto di vista" non è un modo per chiudere un discorso. E' l'esatto contrario: è il primo elemento, il punto di partenza dal quale trae origine il discorso visivo, cioè l'inquadratura (un'immagine fissa o una sequenza, è lo stesso).

Lo vediamo in una serie di immagini riprese in uno scenario in cui si può concentrare un intero corso di fotografia: un raduno di auto d'epoca. Soggetti affascinanti, fatti di prospettive intriganti e dettagli tutti da scoprire – in una parola, fotogenici al massimo grado. Ispirazioni per immagini "mozzafiato", come dicono le pubblicità dei telefonini.
Ma le due foto qui a sinistra e a destra, tipici scatti "da smartphone", sono tutt'altro che mozzafiato. In quella di sinistra l'uso del grandangolare spinto, la conseguente riduzione della distanza per riempire il fotogramma e l'angolazione troppo dall'alto distruggono, letteralmente, le forme del soggetto. Difetti simili si osservano, anche se in misura minore, nella foto di destra. Che però presenta anche elementi di disturbo, la macchina rossa e le persone in secondo piano.

In estrema sintesi, il punto di vista fotografico è composto da pochi elementi essenziali: l'angolo di ripresa (orizzontale e verticale), l'angolo di campo (in pratica la scelta della focale) e la "linea di mira", sulla quale non si dovrebbero trovare elementi che disturbano l'inquadratura. Si aggiunge, essenziale, il "momento decisivo" dello scatto. Che in casi come questi non è tanto nei cambiamenti della scena, sostanzialmente statica, quanto nelle evoluzioni che il fotografo deve fare intorno al soggetto per intuire la migliore prospettiva, il punto di vista più efficace. Per scattare nell'attimo in cui l'inquadratura è (o sembra...) quella giusta.

Un altro scatto da telefonino in cui si perde l'imponenza del soggetto. Anche qui il problema è nella scelta del "punto di vista".
Ecco, qui a sinistra, un'inquadratura corretta della macchina che appare fotografata "di spalle" nell'apertura della pagina. Il punto di vista più consono rivela la leggendaria Lancia Aurelia B24 del 1955. La maggiore distanza di ripresa determina la giusta prospettiva, insieme all'altezza del  punto di vista, che corrisponde più o meno alla base del parabrezza. Però lo sfondo è confuso, pieno di elementi che disturbano. Sotto questo aspetto il punto di vista è scelto male e ne risulta una foto banale.

Questa inquadratura è utile per analizzare un altro aspetto interessante, relativo al punto di vista. Come si fa a dire se  l'obiettivo è (più o meno) all'altezza della base del parabrezza? E' semplice: la base del parabrezza è al centro dell'inquadratura e le linee verticali della costruzione sullo sfondo non presentano una convergenza sensibile verso l'alto o verso il basso. Quindi la "linea di mira", ovvero l'asse della ripresa, non può che essere orizzontale.

Ed ecco l'inquadratura "definitiva" dell'Aurelia B24, complice anche il Sole, che nella foto precedente era offuscato da una nuvola.
Anche in questo caso l'asse di ripresa è più o meno orizzontale e gli elementi sullo sfondo non sono invasivi, per la scelta più attenta del punto di vista.

Un'altra notazione interessante: la lunghezza focale è di circa 50mm: la focale "normale" offre una prospettiva altrettanto normale, né esagerata né schiacciata.

Un'inquadratura d'effetto ottenuta con la ripresa ravvicinata e una focale corta (27mm). Il punto di vista basso, ma con l'asse di ripresa orizzontale, dà slancio all'immagine ed evita l'effetto di schiacciamento che si avrebbe da un punto di vista più alto.

Queste sono osservazioni "a posteriori", che nascono dall'osservazione della foto. Al momento dello scatto sono scelte istintive, quelle che distinguono un fotografo esperto da un non-fotografo da smartphone.

Guardare e fotografare sono cose diverse. Lo scatto "telefonico" (a sinistra) è quasi sempre un momento qualsiasi di un'osservazione di una certa durata, da diversi punti di vista.

Invece lo scatto "fotografico" deve generare un'immagine che, fermando il tempo, renda l'idea più completa possibile del soggetto. Quindi occorre scegliere un punto di vista utile a questo scopo. Nella foto qui accanto la Buick del 1930 si rivela in tutta la sua stazza monumentale, con una prospettiva simile a quella dell'Aurelia che abbiamo visto sopra.

In queste tre foto il punto di vista cambia di poco. Come in altre occasioni, l'obiettivo "ad altezza d'uomo" (sopra a sinistra) non è la scelta migliore. Per rendere con più efficacia l'aspetto dell'imponente frontale della Buick è opportuna una ripresa dal basso (a destra). Questa foto ne suggerisce un'altra, con un punto di vista ancora più basso e a minore distanza. Il campo più stretto determina un motivo grafico di elementi circolari, con la prospettiva accentuata dalla focale grandangolare.

 

Per concludere, la foto dell'interno di una Ford A Roadster del 1929, con una quantità di elementi di disturbo che nessun punto di vista può eliminare.
La soluzione è nell'uso di una focale relativamente lunga (85mm), che permette di sfocare lo sfondo. L'effetto è tanto più evidente quanto maggiore è l'ingrandimento sullo schermo – vedi la lezione E se la profondità di campo fosse un'illusione ottica?
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