Questo fotogramma, ripreso da molti giornali, è un perfetto esempio di immagine stupidamente verticale: metà dello spazio è vuota, mentre manca l'informazione essenziale di quanto sia lunga la fila di cinghiali e quante siano le bestie a spasso per le strade di Roma.

Le fono-fotografie sono verticali, ma il mondo è orizzontale

Lezioni di fotografia  N. 16  – 28 aprile 2025 Precedente  Successiva
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Benvenuti, anzi malvenuti, nell'era del mondo verticale. L'era in cui una moltitudine di persone scatta miliardi di sedicenti fotografie, tenendo lo smartphone – il fotòfono – in "posizione telefono", cioè in verticale. Terrapiattisti a novanta gradi. Ma lo sguardo degli stessi fonofotografi vede naturalmente le scene in orizzontale (tra poco vedremo perché).
Nei vecchi manuali di fotografia non si parlava dell'argomento, perché nessuno teneva la camera in verticale quando la scena non lo richiedeva. Ma oggi il tema è attuale, perché i fonofotografi scattano quasi sempre con l'apparecchio in posizione "telefonica", cioè verticale. Con risultati che, nella maggior parte dei casi, non riescono a raccontare una scena, perché ne hanno ripresa solo una piccola parte. Come dimostra la foto qui a sinistra.

Occorre un'avvertenza: gli argomenti che ho trattato nelle lezioni precedenti si applicano quasi sempre sia alle foto sia ai video, ma questa lezione riguarda soprattutto la ripresa di immagini fisse, appunto di fotografie. E non di immagini in movimento, cioè di video. Della scelta tra immagine ferma e immagine in movimento, e di come realizzare filmati decenti con lo smartphone, parlerò nelle prossime lezioni.

Il punto essenziale è questo: noi vediamo sempre la realtà in formato orizzontale, cioè come una scena più estesa in larghezza che in altezza. Questo dipende da due fattori: primo, gli occhi degli umani sono affiancati e non sovrapposti; secondo,  il campo visivo è limitato dalla struttura del viso, in alto dalle arcate sopracciliari e in basso dalle guance. Mentre ai lati non ci sono ostacoli significativi.
E' vero che spesso ci troviamo di fronte a scene che si sviluppano in verticale, come quando guardiamo un grattacielo; in questi casi è naturale la ripresa con la camera in posizione verticale (foto qui a destra).

Nell'immagine a sinistra lo sguardo dovrebbe  spostarsi in senso orizzontale, ma lo smartphone riprende in verticale. Solo quando per guardare il soggetto i nostri occhi devono muoversi dal basso in alto, e viceversa, è il momento di scattare una foto in formato verticale.
Il dato di partenza è che la nostra visione nitida copre un angolo molto più piccolo di quello totale abbracciato dagli occhi: il campo totale si stende oltre i 180°. Invece il campo nitido è intorno ai 40°-50°. All'esterno di questa zona (in rosa nello schema qui a destra) la visione è progressivamente "sfuocata" Per questa ragione, quando vogliamo osservare bene tutta la scena che abbiamo davanti, dobbiamo muovere gli occhi a destra e a sinistra.
Invece l'obiettivo fotografico copre un angolo ridotto, in funzione della lunghezza focale. Solo gli obiettivi fisheye coprono in orizzontale un angolo di campo simile a quello degli occhi che, come abbiamo detto, è meno esteso in verticale, per la struttura del viso.

Lo schema qui a sinistra (tratto da Wikipedia) illustra il campo  visivo degli umani. L'area azzurra corrisponde alla visione binoculare, cioè l'area che viene vista dai due occhi; l'area rosa è quella in cui la visione è abbastanza nitida; ; nell'area centrale c'è la massima nitidezza ed è quella che serve per la lettura da vicino.
Il disegno è approssimativo. Altri studi indicano un'area nitida più ristretta (da 40° a 50°), alla quale corrisponde – più o meno – il campo inquadrato da un obiettivo "normale" da 50mm.

L'esempio fotografico è forse più comprensibile dello schema. A sinistra il campo intero coperto dallo sguardo, riprodotto grossolanamente con il fish-eye. A destra il campo che "vediamo" di fatto, ignorando istintivamente le aree periferiche. Il campo effettivo varia da individuo a individuo e forse, nella maggior parte dei casi, è simile alle proporzioni di uno schermo televisivo 16:9. Questa foto è scattata con un'ottica "normale" (50mm) e dovrebbe rendere l'idea della differenza fra "vedere" e "inquadrare" una ripresa.

Ecco, nelle due fotografie qui a destra, un esempio di come l'inquadratura orizzontale possa essere molto più efficace di quella verticale. Stessa scena, stesso punto di vista, pochi secondi tra uno scatto e l'altro.

Il soggetto potrebbe suggerire la ripresa verticale (il personaggio in piedi inserito visivamente nell'arco). Ma l'inquadratura non funziona, perché c'è metà dello spazio totale che appare "sprecata". Né il selciato né la (orribile) fascia in alto offrono informazioni significative (se non che il cielo è coperto, ma per intuirlo basta l'assenza di ombre portate).

Invece l'inquadratura orizzontale è "piena", non ci sono aree vuote o insignificanti. Questa è una differenza sostanziale tra una foto riuscita (anche se non è un capolavoro) e una foto che dice poco o nulla.
Un altro dettaglio da considerare: nella foto verticale non si vede la faccia del soggetto seduto, mentre in quella orizzontale si intuisce il dialogo tra i due personaggi.

Un altro dettaglio importante riguarda l'angolo di campo: la foto qui sopra è scattata a una focale leggermente più lunga, che consente di eliminare parti della scena meno interessanti e concentrare l'attenzione sul soggetto. 
Bassa marea sulla costa della Bretagna. Due foto, stesso punto vista, stessa dimensione dell'immagine finale. Uno scatto in verticale, uno in orizzontale. Qual è il più efficace, quale "racconta" meglio la scena? Non c'è dubbio: è la ripresa orizzontale. Nella prima ci sono più cielo e più terra, che non aggiungono nulla alla scena. Mentre in orizzontale c'è uno sfondo che descrive bene quello che ha "visto" chi ha scattato la foto. Inoltre l'inquadratura orizzontale è ben composta: la massa della barca a sinistra bilancia il peso del faro a destra (per questo aspetto vedi anche La composizione come organizzazione di forme visive).

Un consiglio per i fotografi da telefonino: dopo lo scatto "automatico" in verticale, fatene uno con l'apparecchio orizzontale. E poi fate il confronto...

Fino a questo punto abbiamo visto fotografie nel formato più comune, con un rapporto tra i lati (rapporto d'aspetto) pari a 3:2 È il Full Format, il classico "formato Leica". Ma oggi siamo abituati a un formato più ampio, il 16:9 dei televisori. Spesso efficace anche nella fotografia, perché si avvicina di più al campo visivo dell'occhio umano, come abbiamo visto all'inizio di questa lezione. Un esempio è la foto qui accanto, che ha il rapporto d'aspetto (aspect ratio) di 16:9.
Ma oggi i telefoni cellulari, venduti e usati impropriamente come macchine fotografiche, offrono rapporti d'aspetto ancora più spinti. come il 19,5:9 e persino 21:9. Ottimi per le foto d'insieme o i panorami, naturalmente orizzontali, ma difficili da usare per le riprese verticali, come si vede qui sotto.
Queste due fotografie in "formato telefonico" dovrebbero illustrare la differenza che c'è tra un'inquadratura orizzontale e una verticale non casuale. In scenari come questo l'inquadratura verticale non è sempre sbagliata, ma il fotografo deve sceglierla a ragion veduta e non perché l'apparecchio di ripresa, che resta un telefono, si impugna naturalmente in verticale. Il rapporto d'aspetto di queste due foto è circa 20:9.
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