Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013

Televisione

Per Mediaset nuove regole antitrust, mentre Sky attacca il TG3

Il nuovo anno inizia sotto il segno dell'anomalia

Con l'attuazione della direttiva europea sui media audiovisivi il Governo rivede e peggiora le norme della famigerata legge Gasparri. Sul digitale terrestre parte "Cielo" con i telegiornali emessi in orari che si sovrappongono al TG3.

11 gennaio 2010

L'anno che si è appena concluso ci ha lasciato molte questioni aperte. Le più significative possono essere ricondotte, ancora una volta, alla "anomalia italiana" nel campo dell'informazione.
I problemi attuali riguardano il passaggio al digitale terrestre, ancora più traumatico di quanto ci si aspettava, e il decreto legislativo che modifica il testo unico sulla radiotelevisione. Due situazioni in cui sembra di vedere dei "favori" elargiti all'azienda del capo del governo.
Altri problemi si presentano per l'internet. Oltre ad alcuni punti del "nuovo" testo unico, ci sono due sentenze - della Cassazione e del tribunale di Roma - preoccupanti per il coinvolgimento della responsabilità dei provider, con possibili conseguenze sulla libertà di espressione. Aspettiamo quella del processo Vividown contro Google, il 27 prossimo, per affrontare l'argomento.
Ora è necessario esaminare le questioni del digitale terrestre e del testo unico della radiotelevisione, che viene modificato per l'attuazione della direttiva 2007/65/CE.

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Incominciamo registrando una buona notizia: l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso che la tessera Tivù Sat, indispensabile per vedere le trasmissioni criptate del servizio pubblico, deve essere fornita ai cittadini italiani, anche residenti all'estero, "a fronte del rimborso dei soli costi" e che deve essere possibile "associare la smart card con differenti apparati di ricezione". Senza quindi l'onere di dover acquistare un apposito decoder (vedi il comunicato stampa del 16 dicembre).

Ma "liberazione" di Tivù Sat non risolve tutti i problemi del digitale terrestre. Anche perché la piattaforma non trasmetterà i programmi a diffusione regionale, almeno per quanto è dato di sapere fino a questo momento. Di conseguenza, gli utenti delle zone in cui il DTT non si riceve, o si riceve male, non vedranno l'informazione regionale della Rai, componente essenziale del servizio pubblico. E' un problema molto serio, del quale l'Autorità dovrebbe occuparsi, anche alla luce del caos che regna nel Lazio, a quasi due mesi dallo switch-off della televisione analogica.

Qui le difficoltà di ricezione dei canali del servizio pubblico sono evidenti non solo nelle aree extraurbane, ma anche in qualche zona di Roma. Aree in cui la visione di molti canali Rai è critica, in particolare quella dei tre generalisti sulla banda VHF. Ma anche il canale 25, quello "sperimentale" sulla banda UHF, non funziona dappertutto. Manca spesso all'appello anche RaiNews24, trasmessa su un'altra frequenza. Nelle stesse zone i programmi Mediaset si vedono senza problemi. Sarebbe interessante sapere per quali motivi tecnici in una determinata area non si riceva un canale, mentre quelli più in alto e quelli più in basso, nella stessa banda, non presentano problemi. E perché queste difficoltà interessino soprattutto le emittenti del servizio pubblico.

Hai un bel "risintonizzare" i ricevitori: ogni giorno appaiono emittenti nuove, altre scompaiono. Nella zona di Roma Sono più di 250: un numero che appare esagerato in relazione alle frequenze effettivamente disponibili. Dalle informazioni che appaiono sui ricevitori più sofisticati sembra che da diversi multiplex sia diffuso un numero di programmi molto più alto dei cinque possibili con una buona qualità. I soliti malpensanti possono dedurre che in questo modo si eleva il numero di programmi che possono essere trasmessi dallo stesso soggetto, rispettando il limite antitrust del 20 per cento dei programmi irradiati...

Ancora una domanda sul servizio pubblico: come mai non è stata prevista la diffusione anche sulla DTT dei canali che trasmettono via satellite le sedute del Senato e della Camera dei deputati? Anche questo è un problema che dovrebbe riguardare l'Autorità di garanzia.

Dal 16 dicembre tra le nuove emittenti è attiva anche Cielo, il canale di Sky sul digitale terrestre. Come si ricorderà, l'autorizzazione a trasmettere era stata inizialmente "ritardata" dal Ministero competente, a causa del divieto di trasmettere su frequenze terrestri fino alla fine del 2011, imposto a Sky dall'Unione europea in funzione antitrust (vedi Digitale terrestre: il Cielo può attendere. Fino al 2012 e Mediaset contro Sky nella guerra delle televisioni). L'inizio delle trasmissioni era previsto non prima dell'inizio di quest'anno, salva la possibilità di un ulteriore rinvio.

Ma poi l'autorizzazione è stata concessa in tempi rapidi, con motivazioni nebulose. Il canale è entrato in attività appunto il 16 dicembre, con una "stranezza" nel palinsesto: il notiziario Sky TG24 non viene trasmesso nelle ore di maggiore ascolto, che assicurano maggiori introiti pubblicitari. Ma alle 7, alle 12, alle 19 e a mezzanotte. In questo modo non sottrae spettatori ai telegiornali che sono sotto il controllo, diretto o indiretto, del signore delle televisioni. Ma va "contro" il TG3, l'unico che non può essere considerato "governativo". Al quale sottrarrà inevitabilmente un certo numero di spettatori, anche in considerazione del fatto che Sky TG24 si riceve bene nelle aree in cui il TG3 non arriva, come RaiNews24.

E' l'ennesima manifestazione dell'anomalia italiana. Ma non l'ultima: il 17 dicembre il Governo ha varato il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2007/65/CE, che colpisce Sky sulla pubblicità e nasconde un "regalo" a Mediaset con alcune modifiche al testo unico della radiotelevisione (vedi Le polpette avvelenate del nuovo Testo unico radio-TV).

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