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Televisione

"Ritarda" un'autorizzazione che non può essere concessa

Digitale terrestre: il Cielo può attendere. Fino al 2012

Gli impegni presi in sede europea vietano a Sky di operare su frequenze terrestri fino alla fine del 2011. Il nuovo canale "Cielo" non può decollare. Ma così ritarda anche la partenza di un telegiornale in concorrenza con "Raiset"...

1. dicembre 2009

Il titolo del celebre film firmato da Ernst Lubitsch nel 1943 è perfetto per la notizia: "Il cielo può attendere". Sky Italia aveva annunciato per oggi a mezzogiorno l'esordio del suo canale digitale terrestre, battezzato appunto "Cielo". Da alcuni giorni era visibile l'annuncio, su un canale affittato dal Gruppo Editoriale L'Espresso. Ma da questa mattina sullo schermo appare una scritta:

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CIELO NON PUÒ TRASMETTERE PERCHÉ SIAMO IN
ATTESA DELL'AUTORIZZAZIONE DA PARTE DEL
MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI.
SE VUOI AVERE FINALMENTE UNA VENTATA DI ARIA
FRESCA NELLA TV ITALIANA, SCRIVI AL MINISTERO A: URP.COMUNICAZIONI@SVILUPPOENOMICO.GOV.IT

E' la tecnica usata nel lontano 1984 da Fininvest quando i pretori spensero i suoi trasmettitori che operavano in violazione della legge 103/75: era vietato alle TV private trasmettere in contemporanea su tutto il territorio nazionale. Berlusconi provocò una sollevazione popolare. Cittadini (e parlamentari) lamentarono a gran voce la scomparsa di Rete 4, Canale 5 e Italia 1. Craxi emanò un primo e poi un secondo "decreto Brlusconi", legalizzando "provvisoriamente" le tre emittenti. Poi Corte costituzionale stroncò questi provvedimenti, ma senza risultati pratici: sull'analogico Rete 4 continua ancora a trasmettere sulla base di norme giudicate illegittime a livello europeo.

Ora tocca a Sky. Che non può trasmettere sul digitale terrestre fino alla fine del 2011, in forza della Decisione della Commissione europea del 2 aprile 2003, che autorizzava la nascita di Sky Italia dalla fusione di Newscorp e Telepiù, ma una serie di condizioni volte a evitare che il nuovo soggetto acquisisse una posizione dominante sul mercato televisivo.
Tra le condizioni, oggetto di una serie di impegni sottoscritti da Newscorp, c'era (e c'è) quella di non operare su frequenze terrestri fino alla fine del 2011. Si legge negli "impegni" al n. 224: 

k) Dismissione delle proprietà di trasmissione terrestre digitali e analogiche di Telepiù e impegno a non intraprendere ulteriori attività di DTT, né come rete né come operatore al dettaglio [...]
m) Gli impegni scadranno al più tardi il 31 dicembre 2011 a meno che la Commissione, su richiesta di Newscorp o della piattaforma combinata, non decida di abbreviare tale periodo ritenendo che le condizioni della concorrenza non giustifichino più la continuazione di detti impegni.

Ora non risulta che la Commissione europea abbia deciso di abbreviare la quarantena e quindi il Ministero delle comunicazioni fa bene a ritardare l'autorizzazione fino a quella data, o fino a quando dalla UE non giunga il semaforo verde.

E' bene ricordare che la decisione prevedeva un'altra condizione essenziale: la "apertura" della piattaforma tecnica, basata sulla codifica proprietaria NDS Videoguard. Ecco il testo degli impegni su questo punto: 

h) Newscorp concederà alle terze parti interessate e agli eventuali nuovi operatori nel DTH l'accesso alla propria piattaforma e all'interfaccia di programmazione dell'applicazione (API) secondo una formula non discriminatoria e orientata ai costi [...]
i) Newscorp farà in modo che NDS conceda alle terze parti interessate, a prezzi equi e non discriminatori, le licenze per il suo sistema di accesso condizionato (CAS).
j) Newscorp cercherà di stipulare accordi di simulcrypt in Italia non appena ciò risulti ragionevolmente possibile e, in ogni caso, entro 9 mesi dalla richiesta scritta di una terza parte interessata.

Sky Italia si è fatta beffe di questi impegni e ha creato un monopolio chiuso della televisione satellitare, non concedendo l'accesso alla piattaforma e le licenze. Con il decoder blindato ha violato spudoratamente la norma di legge sul "decoder unico", poi abrogata con un codicillo ad societatem nel testo unico sulla televisione del 2005.
Le autorità competenti, comunitarie e nazionali, hanno chiuso tutti e due gli occhi su questa violazione, i cui effetti si vedono oggi: uno dei motivi del mancato decollo della piattaforma gratuita Tivù Sat è nel fatto che i milioni di decoder Sky presenti nelle famiglie italiane non possono riceverla.

Si verificherà la stessa situazione con "Cielo"? Speriamo di no, perché le leggi esistono per essere rispettate. Ma speriamo anche che il nuovo canale possa legittimamente partire al più presto, perché così gli italiani avrebbero un telegiornale concorrente con quelli di "Raiset", controllati quasi tutti dal signore delle televisioni. SkyNews24 è un bel telegiornale, in grado di raccogliere un vasto pubblico.

A questo punto ai soliti farabutti, dietrologi e malpensanti, può venire il sospetto che questo sia il vero motivo per "ritardare" l'autorizzazione da parte del governo guidato dal signore delle televisioni. Ma, come tutti sanno, a pensar male si fa peccato.

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