Il fltro Skylight serve a compensare i toni azzurrini delle fotografie a lunga distanza o nelle ombre sotto un cielo sereno. Ma va usato solo quando serve, perché altrimenti può degradare invece che migliorare l'immagine finale.

Quando il cielo è troppo azzurro: Skylight, il filtro dimenticato

Lezioni di fotografia  N. 2 – 4 febbraio 2019 Precedente  Successiva
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"Protettore": come il filtro UV, anche lo Skylight è venduto come se il suo scopo principale fosse quello di proteggere la lente frontale dell'obiettivo dalla scarsa attenzione del fotografo nel maneggiare gli apparecchi.
Non è così. Per capire perché, è utile leggere, o rileggere, la prima lezione Protettivo o distruttivo? Scopriamo a che cosa (non) serve il filtro UV: per lo Skylight valgono le stesse considerazioni sugli effetti negativi dal punto di vista ottico, perché l'unica differenza tra i due filtri è che l'UV è (quasi) neutro mentre lo Skylight presenta un leggero colore tra il giallino e il rosato.

Il filtro Skylight è più efficace dell'UV in certe situazioni di ripresa, come vedremo tra poco. Il fatto strano è che nei negozi online si trovano centinaia di proposte di filtri UV e pochissime di Skylight.  Forse è un segno dei tempi, dei tempi in cui fotofonini e inutili automatismi stanno distruggendo le conoscenze sulle tecniche della fotografia, anche da parte di chi vende gli strumenti per fotografare.

Nell'immagine qui a destra, con un buon monitor, si può vedere l'effetto reale del filtro Skylight (in basso): rende più caldo il tono della luce grazie al taglio delle frequenze più alte – la banda del blu-violetto – con una leggera influenza anche in quella del verde: il rosso (Red) è inalterato, il verde (Green) è appena attenuato, il blu (Blue) subisce un taglio più deciso.
Invece il filtro UV taglia di poco solo il blu (dunque non è del tutto neutro, come si dice – di fatto qualsiasi pezzo di vetro o di plastica trasparente assorbe in qualche misura le frequenze più alte delle radiazioni luminose).

Il filtro UV (sopra) e lo Skylight (sotto) fotografati su un piano luminoso: il taglio del blu è praticamente inavvertibile per l'UV, ma visibile nello Skylight.
Il filtro Skylight è prodotto in tre diverse gradazioni, con effetto crescente e classificate come 1A, 1B e 1C. Il secondo è quello di uso più generale, mentre il terzo conferisce all'immagine un tono visibilmente più caldo. Ma ormai è praticamente introvabile.

Quando funziona il filtro Skylight?

Si dice che il filtro Skylight "buca la foschia". E' un'esagerazione, che però ha un fondamento reale.
Lo Skylight contribuisce alla nitidezza delle immagini per lo stesso meccanismo che abbiamo visto per il filtro UV: riduce la quantità di radiazioni azzurre che raggiungono la superficie sensibile, sfocate per effetto dell'aberrazione cromatica.

In ogni caso, come si vede negli esempi qui sotto, l'efficacia è minima ed è avvertibile soprattutto con i lunghi teleobiettivi, quando lo "spessore" dell'aria, compresso dalla prospettiva, fa sentire (anzi, vedere!) i suoi effetti sull'immagine finale. Tanto che nei migliori tele catadiottrici, ormai superati sotto diversi aspetti, il filtro era fornito insieme all'obiettivo. L'intero sistema ottico era progettato in funzione del vetro montato dietro la lente posteriore e per questo motivo si consigliava tenerlo sempre al suo posto..

Il filtro in dotazione a un catadiottrico Tamron 500mm f/8 del 1996, avvitato dopo la lente posteriore.

Quando la foschia è così densa, non c'è Skylight che tenga. Le particelle di umidità sospese nell'aria fanno l'effetto di altrettante lenti e la rifrazione distrugge la nitidezza dell'immagine.

A sinistra l'immagine senza filtro, a destra con lo Skylight montato. Ci vuole molto occhio e molta pazienza per vedere le differenze. In queste condizioni, neanche un filtro polarizzatore può migliorare in misura sensibile la qualità della foto.

Nell'ingrandimento al 100% di una parte della fotografia l'effetto del filtro Skylight si vede, (foto a destra), ma non è tale da rendere nitida un'immagine ripresa in queste condizioni. In casi come questo un'elaborazione in digitale verrebbe in aiuto...  Sarebbe interessante poter misurare in quale misura l'effetto del filtro abbia reso più nitida l'immagine e in quale misura il vetro aggiunto allo schema ottico, con le due superfici a contatto con l'aria, l'abbia degradata.

Il vecchio catadiottrico Tamron 500mm f/8 senza (a sinistra) e con (a destra) il filtro in dotazione, applicato alla lente posteriore. La differenza nella saturazione dei colori è abbastanza evidente, se si osserva la casa gialla nella parte centrale. 

Si nota anche il tono generale un po' più caldo. Le due foto sono state scattate di prima mattina, quindi con una scarsa componente ultravioletta nella luce. A mezzogiorno l'effetto sarebbe stato più marcato.

L'ingrandimento al 100% della parte centrale del fotogramma rende visibile la maggiore nitidezza della foto scattata con il filtro al suo posto (a destra). Ma si tratta, anche in questo caso, di un effetto minimo. Alla fine della storia c'è da chiedersi se vale la pena di portarsi sempre un filtro Skylight o UV e montarlo e smontarlo ogni volta che serve. Visto che per la "protezione" dell'obiettivo c'è un sistema più efficace... che vedremo presto.
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