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Professione giornalista

Per i giornalisti non passano le restrizioni all'accesso

Riforma degli ordini: la corporazione si arrabbia

Reso noto il testo del decreto per la riforma degli ordini professionali. Nessuna disposizione specifica per i giornalisti, solo modifiche marginali che non cambiano la natura di un organismo che dovrebbe essere abolito.

04.07.12

La riforma delle professioni si avvicina. Il testo dell'emanando decreto del Presidente della Repubblica è allo stato di bozza, accompagnato dalle inevitabili proteste delle corporazioni interessate. Che non bloccano il traffico come fanno i tassisti, ma scrivono articoli e mobilitano lobbisti. Cambiano i modi, le argomentazioni sono più eleganti, ma la sostanza è la stessa: leva alte grida chi vede in pericolo le proprie rendite di posizione, chi si sente minacciato dalla concorrenza.

I giornalisti non fanno eccezione. Anche se non sono specificamente citati nel testo, il loro organismo professionale dovrebbe essere compreso tra quelli che saranno "riformati" dal futuro decreto. Dunque protestano. Ma è una contestazione "al contrario", perché non ottengono le restrizioni all'accesso che richiedono da tempo, come la laurea per tutti e l'esame anche per i pubblicisti.

Lo ricorda qui il solito Franco Abruzzo, battagliero ex-presidente dell'Ordine della Lombardia, che riporta anche il documento del Consiglio nazionale dell'Ordine. Secondo il quale la riforma non si dovrebbe neanche fare, ma comunque il testo non cambia nulla. A parte le funzioni disciplinari.
Scrive Abruzzo:

Il Governo viola la normativa comunitaria che vuole i professionisti, tutti i professionisti (giornalisti compresi), con laurea almeno triennale. MONTI HA TRADITO LA UE: PERCHE’? I pubblicisti esentati dall’esame di Stato. Praticanti: basta l’esame (risibile) di cultura per chi non ha il diploma, ma la V elementare o la terza media. Questa è una controriforma gattopardesca. Quest’Ordine, irriformabile, non serve e va chiuso subito. Meglio la tessera sul modello francese solo per chi ha un contratto e fa il giornalista a tempo pieno.

Non voglio ripetere le cose che ho scritto più volte, da ultimo nell'articolo Riformare la professione, abolire l'albo "immorale" del gennaio scorso. In estrema sintesi: è falso che la UE esiga la laurea almeno triennale anche per i giornalisti. Nei documenti comunitari non c'è il minimo accenno ai giornalisti, per il semplice fatto che in nessuno Stato membro ci sono organismi professionali simili a quello italiano (con le parziali eccezioni di Spagna e Portogallo, non a caso le ultime nazioni dell'Europa occidentali uscite da regimi dittatoriali).

Però, leggendo con attenzione la "bozza Severino" si trova un punto dolente (inconfessato) per i difensori della corporazione. Se la proposta passerà, l'accesso alla professione dovrebbe ritornare nei termini previsti dalla legge del '63: diciotto mesi in redazione. Con in più "la frequenza obbligatoria e con profitto, per un periodo non inferiore a sei mesi, di specifici corsi di formazione professionale".

Ora la "riforma di fatto" compiuta dall'Ordine in anni recenti ha equiparato al praticantato in redazione, previsto dalla legge, la frequenza in alcune (costose) scuole di giornalismo. Innovazione che suscita più di un dubbio di legittimità. Fabbriche di disoccupati, vista la situazione della stampa in questi anni. Un business che con la riforma dovrebbe finire.

Un'ultima osservazione sulla laurea "almeno triennale". Se si ricorda che Indro Montanelli e altri tra i più celebri giornalisti italiani non erano laureati, ci si sente rispondere che erano altri tempi. Bene, allora citiamo un caso di oggi: uno dei migliori giornalisti in attività, Enrico Mentana, non è laureato. Quindi, secondo Abruzzo e compagni, non potrebbe neanche essere ammesso al praticantato.

La conclusione è sfuggita dalla tastiera di Franco Abruzzo: "Quest’Ordine, irriformabile, non serve e va chiuso subito".
Qualche ragione in più si può trovare nel confronto tra la legge del ventennio e quella in vigore: Da Mussolini alla democrazia è cambiato qualcosa?

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