Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013

Televisione

Tutta la verità sul digitale terrestre

Sui problemi dello switch-over dalla televisione terrestre analogica a quella digitale si registrano lamentele non sempre giustificate e si leggono notizie non sempre corrette. Cerchiamo di mettere in chiaro qualche punto importante.
15 giugno 2009
Il digitale terrestre è una spesa inutile

Il capitolo 8 de L'anomalia si intitola, non a caso, "Digitale terrestre: il paradosso della TV - Inutile, forse obsoleta. Ma indispensabile". Di fatto le possibilità della televisione digitale terrestre (DTT, Digital Terrestrial Television) sono le stesse della TV via satellite. La migliore qualità e soprattutto il maggior numero di canali costituiscono un vantaggio importante rispetto all'analogico terrestre, come sa chi ha già un decoder. Con il quale si ricevono molti più canali di prima, sia con interessanti contenuti gratuiti, sia con le trasmissioni a pagamento.  In Italia è lo strumento che consente di superare il nefasto duopolio Rai-Mediaset nella televisione generalista. La decisione di passare dall'analogico al digitale è dell'Unione europea, che ha indicato anche la scadenza del 2012 per la totale conversione del sistema.

Il digitale terrestre è un'idea di Berlusconi per colpire il concorrente Murdoch

Vedi il punto precedente. La DTT costituisce la naturale evoluzione della televisione che conosciamo. Se ne avvantaggia anche la Rai, che ha già fatto partire nuovi canali specialistici di qualità (Rai 4, Rai Storia, Rai Sport più, Rai Edu 1, Gulp). La fine del monopolio di Sky nella TV a pagamento favorisce Mediaset, ma soprattutto il mercato.

Si costringono tutte le famiglie italiane a cambiare i televisori o a comperare i decoder. E quelli più economici non vanno bene

E', purtroppo, il prezzo da pagare per il progresso. Ma non si tratta di una spesa proibitiva e non è vero che i ricevitori da 30 euro sono scadenti: la differenza con quelli più costosi è che possono ricevere solo i canali gratuiti. Per i meno abbienti lo Stato riconosce un contributo di 50 euro, ma soltanto per l'acquisto dei decoder che consentono di ricevere i canali a pagamento.
E qui salta fuori ancora una volta il conflitto di interessi: il governo Berlusconi finanzia l'acquisto degli apparecchi che servono a ricevere le emittenti premium dello stesso Berlusconi. Apparecchi che spesso vengono offerti con abbonamenti omaggio alle trasmissioni a pagamento delle stesse emittenti. Questo aspetto è sfuggito a molti osservatori.

Con la "ricanalizzazione" delle frequenze, necessaria per fare posto a Europa 7, molti utenti non vedranno più RaiUno. Invece si sarebbe dovuto spegnere Rete 4

Vero per quanto riguarda Rete 4. Sul piano tecnico il problema è complicato, perché si interseca con lo switch-over. Ma di fatto solo gli utenti con televisori vecchissimi potrebbero avere difficoltà a risintonizzare gli apparecchi sulle nuove frequenze di RaiUno sull'analogico, prima di passare al digitale. A parte il fatto che la "ricanalizzazione" è imposta dagli accordi internazionali, essa colpisce solo RaiUno perché solo questa rete della Rai (oltre a poche TV locali) utilizza questa parte dello spettro radioelettrico. Non volendo il governo Berlusconi "spegnere" Rete 4 di Berlusconi, l'unico modo di assegnare le frequenze per Europa 7 in analogico è sfruttare la già prevista ricanalizzazione della banda III VHF (vedi anche TV digitali, grandi manovre in terra e in cielo e Europa7: un milione, una frequenza, una beffa).

Nota: questa pagina è un aggiornamento del capitolo 8 del libro L'anomalia

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