Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
Home Curriculum Blog Mappa del sito E-mail Storico

Televisione

L'anomalia di un'azienda che che va verso l'autodistruzione

Annozero è morto. E anche la Rai non sta molto bene

"Dissolvere la Rai": si continua con il programma della P2. La cacciata di Michele Santoro è un brutto colpo per i conti e per la credibilità del servizio pubblico. Se il giornalista passerà a La7 si aprirà un'altra crepa nel duopolio.

13.06.11

Al settimo piano di viale Mazzini succedono cose che è difficile capire. C'è un consiglio di amministrazione che dovrebbe discutere i palinsesti del prossimo autunno, proposti dal direttore generale. Che è stato nominato poche settimane fa dallo stesso consiglio di amministrazione. All'unanimità. Quindi non ci dovrebbero essere problemi. Invece la riunione è rinviata: non c'è il numero legale, perché sono assenti i consiglieri della maggioranza. Rifiutano di esaminare le proposte del direttore generale.

E' strano. Di solito, in tutte le assemblee, è la minoranza che cerca di fermare i lavori facendo mancare il numero legale per decisioni sulle quali è non d'accordo. Qui pare che sia la maggioranza in disaccordo con se stessa. La situazione richiama il motto di Groucho Marx, ripreso da Woody Allen: "A volte ho delle opinioni che non condivido".

Da questo è facile passare a un altro aforisma, stessi autori: "Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento molto bene". Qui il morto è Annozero (a meno di sorprese ormai del tutto improbabili) e chi non sta molto bene è la Rai. Un'azienda in rosso che cancella uno dei suoi prodotti più redditizi. Fuori da qualsiasi logica d'impresa.
Michele Santoro lo ha detto con assoluta chiarezza: nella prossima stagione era disposto a fare la trasmissione per un euro a puntata. Lo ha detto dopo aver pronunciato un atto d'amore per la Rai. E chi conosce la Rai e molte persone che vi lavorano, sa che non mentiva.

Ma il presidente Paolo Garimberti, al quale era rivolto il discorso, ha risposto in modo sgarbato. Segno che l'accordo trovato per porre fine alle questioni giudiziarie serviva solo a lasciare le mani libere ad ambedue i contendenti. Non era una pacificazione (Santoro, lo ricordiamo, andava in onda per ordine di un giudice, non per una scelta aziendale).
E alla fine il gioco è stato scoperto: è la Rai che non vuole Santoro, non è lui che vuole andare via.

Adesso qualcosa è più chiaro: il precedente direttore generale non è riuscito a cacciare il giornalista scomodo. Il nuovo ha svolto il primo compito. Ma - e qui siamo ai "si dice" - dovrebbe fare fuori altri personaggi sgraditi al signore delle televisioni (i soliti Fazio, Floris, Dandini). Invece - sempre stando ai "si dice" - avrebbe mantenuto i loro programmi nei palinsesti. Che la maggioranza del CDA non vuole approvare. E per questo avrebbe disertato la riunione.

E' incredibile. Abbiamo un servizio pubblico radiotelevisivo che, nonostante tutto, resta uno dei migliori del mondo. Si potrebbe incominciare a rimetterne a posto i conti eliminando l'evasione del canone. E' facile (basta riscuoterlo con le bollette dell'energia elettrica), ma qualcuno non vuole. E non tanto per azzittire le ultime voci fuori dal coro, ma per ridurre il valore di mercato dell'azienda pubblica. In modo che la privatizzazione, fortemente voluta dall'attuale maggioranza, sia più facile.

E qui ritorniamo a Santoro e alla sua discussione in toni accesi con il viceministro Castelli, che insisteva con la cantilena della privatizzazione. La difesa del servizio pubblico gridata dal conduttore resta una delle pagine migliori di questa stagione di Annozero, in una puntata di straordinaria efficacia. Peccato che sia stata l'ultima (per chi non l'avesse vista, è qui).

Una settimana fa, del tutto ignaro di quello che stava per succedere, scrivevo che nel duopolio Rai-Mediaset si sta inserendo un terzo, forte protagonista: La7. Ora La7 attende "a braccia aperte" (letterale, firmato Mentana) il giornalista cacciato dalla Rai. E, se l'accordo si farà, sarà veramente un brutto colpo per la Rai. E non solo per la Rai.

Dobbiamo ricordare che Michele Santoro non è solo un bravo (anche perché fazioso!) conduttore. E' un giornalista che sa scovare le notizie, soprattutto quelle nascoste, e raccontare la realtà. Ed è quello che molta gente vuole, come dimostrano gli oltre otto milioni di ascoltatori dell'ultima puntata, quasi un terzo degli italiani che giovedì scorso erano davanti alla televisione in prima serata.

Ma a viale Mazzini non hanno voluto tenerlo, neanche per un euro. Davvero, la Rai non si sente molto bene.

Per intervenire su questo argomento scrivi a

Top   Indice della sezione   Home

© Manlio Cammarata 2011

Informazioni di legge