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Televisione

La TV digitale terrestre nel sistema dei media - 1

24.07.06

Inizia qui una breve serie di articoli sulla televisione digitale terrestre e sulle sue implicazioni nello sviluppo dei media digitali.

Perché il digitale terrestre?

Con la seconda conferenza sulla televisione digitale terrestre, che si è svolta a Napoli il 14 e 15 luglio scorsi, è stato delineato un quadro finalmente attendibile dello sviluppo di questo nuovo medium (DTT, Digital Terrestrial Television). Un settore che potrebbe rivelarsi fondamentale per la crescita della società dell'informazione nel nostro Paese.
Questo è il primo di una serie di articoli che cercheranno di chiarire che cosa è e che cosa possiamo aspettarci dalla televisione digitale terrestre, nel quadro più ampio delle nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione.

Come vedremo meglio più avanti, tecnologie e mezzi di comunicazione si intersecano e interagiscono secondo schemi complessi, la cui evoluzione dipende in parte dai progressi della tecnologia, in parte da scelte politiche, in parte dalle iniziative dell'industria. E, non certo da ultimo, dalle scelte del pubblico. Che possono essere influenzate da fattori diversi, tra i quali rivestono particolare importanza le caratteristiche di usabilità, l'attrazione esercitata dalla disponibilità di contenuti e servizi interessanti e, non ultimi, gli stimoli escogitati dagli esperti del marketing, che determinano spesso l'insorgere di particolari "mode".

Nel tracciare questo quadro e cercare di prevederne gli sviluppi si deve considerare un aspetto importante: la completa diffusione del digitale terrestre richiederà diversi anni. Lo switch-off (spegnimento) definitivo della televisione analogica è previsto, a livello europeo, tra il 2010 e il 2012. Questo è anche il termine indicato, con la dovuta prudenza, anche nel nostro Paese. E' stata abbandonata la fretta "politica" che aveva portato il precedente Governo a imporre l'impossibile traguardo del 31 dicembre 2006. Sapendo, probabilmente, che non era un obiettivo realizzabile, ma contando su un'accelerazione della trasformazione del sistema di fronte all'incombere di scadenze molto ravvicinate, anche se non realistiche.

Prima di entrare nel merito delle questioni sollevate dal passaggio dalla televisione analogica a quella digitale è necessario rispondere a due domande preliminari: che cosa è la televisione digitale terrestre e perché è necessario rinunciare al vecchio sistema analogico, che ci accompagna da più di cinquant'anni.
La televisione digitale è il naturale sviluppo tecnologico della televisione analogica (assumo che i miei lettori conoscano la differenza tra "analogico" e "digitale"). I suoi vantaggi sono soprattutto due: il maggior numero di canali disponibili e una certa dose di interattività.
Si deve aggiungere una migliore qualità dell'immagine e minori disturbi, almeno nelle zone in cui arriva un buon segnale via etere. A questo proposito va detto subito che con il digitale la situazione non cambia nei luoghi in cui la televisione analogica si vede male o non si vede affatto: il segnale viaggia sempre in linea retta, non è in grado di superare grandi ostacoli e si attenua con l'aumento della distanza del ricevitore dalla stazione trasmittente.

Ma perché si deve "spegnere" la televisione analogica? La prima ragione è semplicissima: nello spazio di un solo canale analogico si possono collocare diversi canali digitali (da quattro a sei). Siccome la banda radio disponibile per il segnale televisivo terrestre è limitata e già da tempo satura, è necessario disporre di canali liberi per le emissioni in tecnica digitale.

Tuttavia la disponibilità di un maggior numero di canali non è il solo motivo che giustifica la trasformazione: la DTT offre altri vantaggi, il primo dei quali è l'interattività, che trasforma l'utente da "passivo" in "attivo": il cosiddetto "canale di ritorno" (via linea telefonica) permette la comunicazione bidirezionale, che costituisce la più interessante evoluzione del sistema televisivo. Ma per capire le implicazioni di questo fenomeno è necessario vedere come il digitale terrestre si colloca nel sistema complessivo dei mezzi di comunicazione oggi disponibili.

La TV digitale nel sistema dei media

Abbiamo sempre considerato come "sistema televisivo" l'insieme delle emittenti della televisione terrestre e, da pochi anni, di quella via satellite. Dobbiamo cambiare la nostra visione. Infatti il quadro attuale delle tecnologie che permettono di ricevere a distanza immagini in movimento e suoni è piuttosto affollato. Oggi abbiamo:

1. La televisione terrestre tradizionale (alla fine del ciclo);
2. La televisione terrestre digitale (in partenza);
3. Lo streaming sull'internet (bassa qualità, ma facile da sfruttare);
4. La televisione via internet (IPTV, anch'essa in partenza);
5. la televisione "mobile" (destinata ai telefoni cellulari).

Ma il quadro dei media non si esaurisce con le varie tecnologie della televisione. Dobbiamo aggiungere in primo luogo il sistema della carta stampata, che è antico, ma tutt'altro che obsoleto. Poi c'è la radio, anch'essa in attesa di un'evoluzione digitale, tecnicamente possibile da anni, ma stranamente ignorata in Italia.
Infine, ma non certo ultima, l'internet. Con le sue vaste potenzialità, dall'informazione e dall'intrattenimento sul World Wide Web, alle discussioni e al gioco on line.
A questo proposito non va sottovalutata l'importanza del gioco elettronico, nelle sue varie forme, dalle "macchine per giocare" alle scommesse via internet: si tratta di un motore efficace per il "traino" delle altre applicazioni, senza dimenticare che genera un fatturato rilevante per diversi settori industriali.

L'internet è il mezzo che può "contenere" tutti gli altri, realizzando quella che dai primi anni '90 viene chiamata "convergenza digitale". Ed è anche il mezzo più semplice ed economico da sfruttare. L'internet, oltre al WWW, può fornire televisione, radio, stampa, giochi e quant'altro possa svilupparsi nel mondo della comunicazione.
Tecnicamente potrebbe essere la piattaforma intorno alla quale far sviluppare l'intero sistema. Tuttavia è abbastanza facile ipotizzare che il centro intorno al quale si svilupperà il sistema integrato dei media digitali, ameno in Europa e particolarmente in Italia, non sia l'internet, ma la DTT.

Sul piano tecnologico, la televisione digitale terrestre probabilmente non è il "medium del futuro". L'internet costa meno, ha una consolidata diffusione a livello mondiale e standard comuni. Si serve di una rete globale che raggiunge ogni angolo del mondo, anche con diversi supporti trasmissivi (cavi, radiofrequenze terrestri, satelliti). E' possibile che, nel giro di pochi anni, le tecnologie del digitale terrestre che vengono adottate oggi siano obsolete e già oggi sono meno flessibili da quelle dell'internet

Ma da qui a pensare che l'internet possa costituire il cavallo di Troia per la penetrazione del digitale nelle famiglie di spazio ne corre. Troppo grande è ancora il divario di diffusione tra l'apparecchio televisivo e il personal computer. Con ogni probabilità sarà il digitale terrestre il motore di una sorta di "digitalizzazione di massa", perché ha dalla sua parte vantaggio importantissimo: è il naturale sviluppo della televisione attuale, universalmente diffusa presso ogni strato della popolazione (un'indagine Piepoli-CNIPA indica nel 96% il tasso di penetrazione della televisione attuale, con accesso più diffuso da parte delle persone meno giovani e meno istruite, che hanno notevoli difficoltà a sfruttare le nuove tecnologie). Nel momento in cui si verificherà lo switch-off, se il passaggio sarà stato governato nei modi e nei tempi giusti, non ci sarà una "rivoluzione", ma una assai meno dolorosa "evoluzione". Che porterà naturalmente a un più esteso accesso alle tecnologie "nuove", che esistono e che si svilupperanno intorno all'internet.

In sintesi, oggi i contenuti televisivi dispongono di tre principali piattaforme di distribuzione: il satellite, il digitale terrestre e l'internet, ciascuno con caratteristiche peculiari, ma con ampie zone di sovrapposizione.
La qualità del video digitale (terrestre o satellitare) è elevata, anche in attesa dell'alta definizione e del decollo del formato 16:9. Ma anche la televisione via internet può presentare la stessa qualità dell'immagine (oltre che del suono), a condizione che ci sia una sufficiente larghezza di banda. Ma per l'utente finale non serve una banda più elevata di quella disponibile (almeno sulla carta) per le attuali connessioni ADSL: con 2 Mbit/sec si può vedere un'immagine fluida a piena risoluzione (720x576 pixel, cioè una porzione degli schermi per PC oggi più diffusi, che vanno da 1024x768 pixel in su). Migliore di quella di molti televisori analogici ancora in servizio, però piccola e poco spettacolare, insufficiente per la visione in famiglia. Ma già l'industria offre televisori di grandi dimensioni che possono essere collegati direttamente al PC, il che pone la IPTV in diretta concorrenza con il digitale terrestre. Con in più il non trascurabile vantaggio che non serve un decoder.
D'altro canto la banda larga non arriva ancora dappertutto e il segnale televisivo terrestre, come ben sa chi vive in zone montane o lontano dai grandi centri, presenta zone di cattiva o nulla ricezione. Solo il satellite arriva virtualmente dappertutto.
Il digitale (terrestre e satellitare) offre un'interattività limitata, dovendo utilizzare le linee telefoniche. Inoltre l'utente interagisce attraverso il telecomando, di uso molto meno flessibile della combinazione di tastiera e mouse del PC.

Per concludere questa introduzione dobbiamo tener conto del fatto che l'impetuoso sviluppo delle tecnologie potrebbe mutare il quadro generale in un futuro non lontano. Ma per adesso il nostro sistema di riferimento è quello sommariamente descritto, che dovrebbe rimanere abbastanza stabile per diversi anni, anche nell'avanzare di nuove tecnologie (per esempio il WiMAX, che è un'evoluzione del Wi-Fi).

Articolo seguente: I contenuti della DTT

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