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Sistema informazione

Piccole modifiche non possono cambiare il testo liberticida

La libertà di stampa: troppa o "mai sufficiente"?

Ma c'è una proposta per cambiare l'art. 21 della Costituzione!

"Punti critici" da rivedere nel tentativo di far passare la legge bavaglio. Ma l'intero testo è un "punto critico" della democrazia: la libertà di espressione è un diritto di tutti. Anche dei terremotati aquilani presi a manganellate.

07.07.10

La libertà di stampa in Italia? Nelle classifiche internazionali non facciamo una bella figura. Nella classifica 2010 di Freedom House siamo al 72° posto, all'ultimo in Europa (penultimo considerando la Turchia): Partly Free. Ma per il nostro Presidente del consiglio "se c'è una cosa in Italia su cui c'è la sicurezza di tutti è che ce n'è fin troppa di libertà di stampa. Questo non è discutibile".

Invece qualcuno ne discute. Per il presidente della Camera Gianfranco Fini "Un quarto degli italiani non conosce alternative alla televisione. E quando si tratta di scegliere per chi votare, gli italiani si informano principalmente attraverso i telegiornali, nella misura del 69%, mentre ai quotidiani si rivolge solo il 25%. Un grande paese democratico ha bisogno, a mio avviso, di un'informazione forte, libera ed autorevole e in un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente".

E il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Corrado Calabrò aggiunge, nella presentazione del rapporto istituzionale di quest'anno: "La libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette, e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione. Il Trattato di Lisbona pone il pluralismo dell’informazione alla base dei principi fondanti dell’Unione europea. Si tratta di un parametro di legittimità della legge che deve essere valutato con attenzione in qualunque intervento normativo nazionale".

Il riferimento, senza dubbio, è al disegno di legge-bavaglio, che Berlusconi voleva fosse assolutamente approvato prima delle ferie estive (per mettere un limite alla "troppa libertà di stampa?). Ora è certo che il testo sarà rimandato  a settembre, come un liceale sfaticato. L'esame "di riparazione" dovrebbe servire per trovare un'intesa nella maggioranza parlamentare, ormai rassegnata all'impossibilità di promuovere il disegno di legge-bavaglio nel testo approvato dal Senato (ora è alla Camera dei deputati con il numero 1415-B).

Ma, per restare nella metafora scolastica, il testo dovrebbe essere bocciato senza appello. Non si cada nel tranello dei "punti critici" evocati anche dal Presidente della Repubblica". L'intero testo è un "punto critico" della democrazia. Modificare il numero dei giorni di proroga delle intercettazioni o diminuire le sanzioni per giornalisti ed editori che ne pubblicano il contenuto non cambia la sostanza del testo. Il cui solo scopo è di legare le mani ai magistrati inquirenti e imbavagliare l'informazione.

Scrivo lanciando ogni tanto un occhio al televisore, dove scorrono in silenzio le immagini di RaiNews. All'improvviso due scritte richiamano l'attenzione:

GUERRIGLIA URBANA A ROMA. TERREMOTATI ASSEDIANO PALAZZO GRAZIOLI
POLIZIA SCHIERATA ORA DAVANTI AL SENATO DELLA REPUBBLICA

Che cosa sta succedendo?
Le notizie parlano di scontri tra i terremotati dell'Abruzzo e le forze dell'ordine, che impediscono ai manifestanti di raggiungere piazza Monte Citorio, dove ha sede la Camera dei deputati. E' molto grave: la libertà di espressione è anche quella di farsi sentire proprio dove c'è chi deve sentire, in questo caso i palazzi delle istituzioni.

Ritorniamo alla legge-bavaglio. I suoi promotori, in coro col Capo, sostengono che con le intercettazioni i giudici violano la riservatezza dei cittadini e agitano l'articolo 15 della Costituzione. Almeno dovrebbero leggerlo tutto: La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge
.

Dunque non c'è nulla di incostituzionale quando un magistrato, applicando la legge, dispone un'intercettazione.

RISSA A MONTECITORIO, UN PUGNO A BARBATO (IDV)

Decisamente è una giornata violenta. Si vede una folla che grida davanti alla residenza romana di Berlusconi, a stento trattenuta da poliziotti in assetto anti-sommossa.
Ai manifestanti viene impedito anche l'accesso alla piazza davanti al Senato. Sono convogliati in piazza Navona.

Dicevamo della Costituzione. E' difficile negare che le norme-bavaglio vadano contro l'articolo 21: ...La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili
...
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Ma qualcuno ci ha pensato. Spulciando tra gli atti parlamentari si scopre un testo che risale al 6 marzo scorso: "Proposta di legge costituzionale - Modifica all’articolo 21 della Costituzione in materia di divieto di pubblicazioni lesive della dignità della persona e del diritto alla riservatezza". E' composto da un solo articolo:
Al sesto comma dell’articolo 21 della Costituzione dopo le parole: « contrarie al buon costume » sono inserite le seguenti: « o lesive della dignità della persona o del diritto alla riservatezza ».

Se fosse approvato, cadrebbero alcuni dubbi di costituzionalità della legge- bavaglio. La tutela della riservatezza dei singoli prevarrebbe sul diritto all'informazione, che è di tutti. I testi delle intercettazioni sarebbero equiparati a pubblicazioni contrarie al buon costume. Ma è vero che oggi rivelano il mal costume...

SCONTRI TRA POLIZIA E AQUILANI IN CORTEO: DUE FERITI

E' proprio una giornata-no. Perché il Presidente del consiglio rifiuta di ricevere alcuni presidenti delle Regioni, che fra l'altro sono espressione della sua stessa maggioranza?

QUIRINALE: PROVOCATORIE E CALUNNIOSE TESI SU IMPUNITÀ CAPO DELLO STATO

Il Presidente dalla Repubblica si è arrabbiato perché un (anzi "il") giornale ha avanzato insinuazioni sui possibili motivi di un emendamento al "lodo Alfano costituzionale". Emendamento presentato e subito ritirato, come si usa adesso. Prevedeva un'impunità penale assoluta per il Capo dello Stato. Insinuazioni infondate, anche perché la norma abortita non sembrava diretta alla persona che oggi riveste la più alta carica della Repubblica. Ma avrebbe preparato uno scudo per il caso che, in futuro, a questa carica fosse eletto un mariuolo.

Una brutta giornata. Come tante, di questi tempi.

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