Manlio Cammarata repoprter Manlio Cammarata reporter - Archivio 2006-2013
Home Curriculum Blog Mappa del sito E-mail Storico
Sistema informazione

Diritti degli utenti, qualcosa si muove?

26.06.06
Ricordate il "Patto di Sanremo"? Così fu chiamato, nel febbraio dell'anno scorso, un accordo tra i ministri "competenti" e gli industriali dei contenuti sulla definizione di codici di condotta per assicurare il rispetto dei diritti sui contenuti on line. Una pagliacciata, che seguiva le ipocrite promesse di modifica della famigerata "legge Urbani" e l'inutile rapporto sui contenuti digitali della "commissione Vigevano" (vedi Utenti canzonati nel patto della canzonetta).

Il tutto nel quadro vergognoso della complicità della politica comunitaria e nazionale con i lobbisti dell'industria multimediale, la stessa che ha portato all'iniqua "tassa" sugli apparecchi e i supporti di registrazione. Che ora persino l'Unione europea sta pensando di "sconsigliare", visto che frena le vendite del settore informatico, senza altro vantaggio che quello per le casse erariali.
Ma ora in Italia abbiamo una nuova maggioranza parlamentare e un nuovo governo, che danno i primi segni di un ripensamento dell'intera materia della multimedialità. In questo quadro assume un certo rilievo  l'interrogazione a risposta scritta presentata dai deputati Acerbo e Folena al ministro dei beni culturali, Rutelli.

Acerbo e Folena chiedono, fra l'altro, "con quale titolo i rappresentanti dell’industria audiovisiva italiana (direttamente o tramite le loro associazioni di categoria) abbiano partecipato alle attività del gruppo di lavoro del Ministero dei beni culturali destinata ai fornitori di servizi internet; se risponda al vero che questi soggetti, intervenendo sui contenuti del codice dei fornitori di servizi internet, abbiano richiesto che venissero imposti contrattualmente da parte dei fornitori dei servizi internet, a tutela dei propri interessi commerciali, degli obblighi di data-retention sull’uso dell’internet da parte dei clienti, che la normativa vigente riserva alle sole attività di contrasto al terrorismo" e infine "quali garanzie intenda offrire per far sì che nelle modifiche alla disciplina del diritto d’autore vengano adeguatamente e concretamente tutelati anche gli interessi dei cittadini-consumatori, con particolare riferimento alla tutela della loro riservatezza e al rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti".

Chiaro, anzi chiarissimo e del tutto condivisibile lo spirito dell'interrogazione. Ora si spera che il ministro, e vice-presidente del Consiglio, Rutelli dia una risposta adeguata, anche nei fatti. Sarebbe un segno efficace del rinnovamento che il nuovo governo deve operare nel campo della multimedialità.
Un primo segno è venuto dal ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, che ha avviato il censimento delle radiofrequenze, primo indispensabile passo del riordino del settore radiotelevisivo.
Poi lo stesso Gentiloni ha annunciato il rinvio al 2008 del passaggio definitivo alla televisione digitale terrestre nelle regioni Sardegna e Valle d'Aosta, che il precedente governo aveva imposto per il 31 marzo (e poi rinviato al 31 luglio) di quest'anno. In assenza della condizione essenziale della disponibilità del decoder in tutte le utenze interessate.

E a proposito di decoder, sarà bene che il ministro delle comunicazioni consideri la non idoneità degli attuali apparecchi per la DTT a soddisfare i requisiti del decoder "unico", imposto dall'art, 2, c. 2 della legge 29 marzo 1999, n. 78: "I decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l'utilizzo di un unico apparato... Dal 1. luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate".

Legge ignorata dal precedente governo e dall'Autorità che dovrebbe essere "di garanzia" anche di fronte alle proteste degli utenti per l'imposizione di un decoder proprietario e "chiuso" da parte di Sky Italia per ricevere la TV satellitare (vedi i numerosi articoli sull'argomento nell'indice Sistema informazione).
Ora c'è una sentenza che riconosce il diritto dell'utente di ricevere qualsiasi canale e impone a Sky di ripristinare la situazione precedente l'introduzione del nuovo standard. La decisione è di un giudice di pace: Sky non si è nemmeno degnata di presentarsi all'udienza ed è facile immaginare che farà orecchie da mercante sulla decisione del magistrato.
Ma per il Governo, e in particolare per il Ministro delle comunicazioni, è l'occasione buona per dimostrare che i proclami sulla moralità e la legalità nel nostro Paese non sono chiacchiere.

Ultim'ora
Le associazioni dell'industria dell'audiovisivo hanno inviato ai ministri dei beni culturali, dell'innovazione e delle comunicazioni una lettera di protesta contro una bozza di codice antipirateria proposta dai fornitori di servizi internet nell'ambito della commissione a cui fa riferimento l'interrogazione Acerbo-Folena. La solita iniziativa di intimidazione come risposta indiretta all'interrogazione parlamentare.

Per intervenire su questo argomento scrivi a

Top - Indice della sezione - Home

© Manlio Cammarata 2009

Informazioni di legge