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Professione giornalista

Pera contro l'Ordine dei giornalisti, ma non è informato...

06.12.01
 


Se la questione non fosse così seria, sarebbe divertente questa polemica tra il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e il presidente del Senato.
Sembra infatti che il presidente Pera non sia al corrente del fatto che la legge 7 marzo 2001, n 62 ha limitato non poco la libertà di pubblicare "per diletto". Infatti chi non è iscritto all'Albo non può fare un periodico telematico e, se non "prevede ricavi" non può neanche iscriversi nel Registro degli operatori di comunicazione. Ma, come recita l'articolo 16 della legge, "l'iscrizione è condizione per l'inizio delle pubblicazioni".
D'altra parte Abruzzo sembra ignorare che in tutti i paesi democratici la stampa è libera e la deontologia professionale è rispettata, anche senza un Ordine dei giornalisti, che è un'anomalia tutta italiana. (M. C.)

COMUNICATO STAMPA

Dibattito epistolare Abruzzo al presidente del Senato Pera: "L’Ordine e l’Albo assicurano la libertà dei giornalisti" Replica di Pera: "Studierò il problema e se troverò i suoi argomenti convincenti cambierò opinione. Cerco di non avere dogmi"

Milano, 5 dicembre 2001. In data 26 novembre Franco Abruzzo (presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia) ha indirizzato una lettera al presidente del Senato, Marcello Pera; lettera, di cui viene riportato qui di seguito l’incipit:
"Signor Presidente, i quotidiani, che recentemente hanno raccontato il Suo intervento al Congresso della Fnsi di Pescara, Le hanno attribuito queste dichiarazione "..Sono due le funzioni della stampa, che dobbiamo distinguere.....La prima è quella del descrivere...La seconda è quella dell’interpretare... ..Si tratta di due funzioni che ognuno di noi esercita agevolmente ogni giorno, anche quando parla di sport al bar. Mi meraviglia perciò che chi lo fa per diletto sia libero e chi lo fa invece per campare debba essere iscritto a un Albo...".

Signor Presidente, mi consenta di dissentire dal Suo giudizio, perché chi "campa" con la professione giornalistica ha un ruolo molto diverso da chi esprime "per diletto" una libera opinione. Anche i livelli di responsabilità sono distinti: il lavoro dei giornalisti professionisti ha una rilevanza sociale enorme in quanto "quel" lavoro garantisce un bene prezioso per una democrazia: il diritto dei cittadini all’informazione. I giornalisti professionisti sono tenuti ad informare secondo le regole deontologiche fissate nella legge professionale (n. 69/1963) e nel Codice di deontologia sulla privacy (articolo 25 della legge n. 675/1996). Senza l’Ordine e senza l’Albo i giornalisti sarebbero soltanto degli impiegati tenuti ad ubbidire agli editori. E’ proprio l’esistenza dell’Ordine, come ha scritto la Corte costituzionale, che garantisce l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti professionisti. L’esistenza dell’Ordine e dell’Albo non lede in nessun modo il diritto dei cittadini non giornalisti a scrivere sui quotidiani e sui periodici anche radiotelevisivi e telematici".

Questa la risposta del prof. Marcello Pera recapitata oggi: "Caro dottor Abruzzo, La ringrazio della Sua gentile lettera del 26 novembre e dei documenti allegati, con la quale espone le Sue obiezioni a un mio parentetico dubbio sull’opportunità dell’Albo dei Giornalisti, espresso nel mio intervento al recente Congresso della Fnsi di Pescara.
"Ho letto con attenzione la lettera ed esaminerò con cura i documenti. Se troverò i suoi argomenti convincenti, cambierò opinione e lo dirò con franchezza. Se no, resterò con un vecchio convincimento. La partita è aperta, perché cerco di non avere dogmi.
"Ciò su cui mi sembra impossibile che io cambi idea è il ruolo - che ho richiamato a Pescara - della stampa, quel suo essere, o essere parte della, democrazia. Da ciò la mia difesa della libera stampa da ogni forma di interferenza esterna. Ma su questo siamo in perfetta sintonia. Grazie ancora e auguri di buon lavoro.
Cordialmente, Marcello Pera".

MCr

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