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Buone letture

Carlo Rognoni
Rai, addio
Memorie di un ex consigliere
Marco Tropea Editore, Milano, 2009
pp 511 - € 19,90

23.03.10
Nel sempre più affollato scaffale di libri che parlano della televisione, e della Rai in particolare, questo merita un posto a parte. Perché è opera di un signore che è stato per quattro anni, dal giugno 2005 al febbraio 2009, consigliere di amministrazione della radiotelevisione pubblica. "In quota", come si dice, al centrosinistra (o centro-sinistra? Non ho mai capito bene la differenza). Un punto di osservazione straordinario per capire le dinamiche e i problemi del servizio pubblico. Con, in più, la capacità di raccontare di un giornalista. E la conoscenza diretta dei meccanismi della politica, perché per due legislature è stato anche senatore.

"Rai, addio" è articolato in 101 capitoli. Cento e una storie che ci spiegano i retroscena di tanti fatti che hanno occupato le prime pagine dei giornali. Ma questa volta non è la solita "dietrologia", sono cronache di prima mano. Con un risvolto forse imprevedibile: i fatti sono a volte ancora più desolanti delle ricostruzioni dietrologiche.

Ecco sfilare sul palcoscenico di carta una serie di episodi che, in altro contesto, sarebbero esilaranti."Il principe-ballerino e l'attore-parlamentare"; "Orlando sì, Orlando no: è il rap dell'estate 2008"; "Gasparri contro il commissario Montalbano"; "Per un giorno Alfredo Meocci è «rock»"... E' incredibile di quante cose si occupi il consiglio di amministrazione del servizio pubblico e, soprattutto, come se ne occupi: tutto va a finire in politica. Contro Montalbano, scrive Rognoni, "sembra quasi che per l'occasione Gasparri indossi il cappuccio nero della Santa Inquisizione. Ma ce n'è per tutti, anche per la sinistra, in un'analisi spietata che non risparmia nessuno.

Da leggere, e da rileggere di tanto in tanto, anche una serie di episodi che richiamano l'attualità. Come "Se il direttore del TG1 diventa un caso" (ma non è Minzolini, è Mimun) o le conversazioni intercettate del componente dell'Autorità di garanzia, Giancarlo Innocenzi (ma sono quelle dei tempi del governo Prodi). E da tenere ben presenti anche i capitoli in cui si parla del digitale terrestre e della televisione di domani. Il futuro visto dalla stanza dei bottoni... a futura memoria.

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