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Buone letture

Furio Colombo
Post giornalismo
Notizie sulla fine delle notizie
Editori Riuniti
Roma, 2007, pp. 142, € 10,00

15.12.07
La lettura di questo libretto di Furio Colombo mi ha fatto riprendere un altro lavoro dello stesso autore: "Confucio nel computer - Memoria accidentale del futuro" del 1995 (non a caso lo stesso anno del celebre "La strada che porta a domani" di Bill Gates" e dell'altrettanto celebre "Essere digitali" di Nicholas Negroponte). Colombo parlava degli Stati Uniti, dove l'internet era già una realtà consolidata e dove l'entusiasmo per il nuovo mezzo era alle stelle. Da noi era un mondo ancora quasi sconosciuto.

Senza ignorare gli aspetti problematici della Rete, l'autore era contagiato da quell'entusiasmo e descriveva le immense opportunità di un mondo "virtuale"che sembravano aprirsi davanti all'umanità. Impossibile il confronto con "Post giornalismo" di oggi. Il segno del nuovo libro non è solo la prospettiva più limitata - si parla solo dell'Italia. L'entusiasmo è scomparso. Il mondo è una "miniera di notizie a cielo aperto", organizzate in bande "che circolano spontaneamente o in base a interessi organizzati". E sono proprio gli interessi organizzati, politici o economici, che determinano il ciclo di vita delle notizie. La loro comparsa, la loro a volte inspiegabile scomparsa.

All'origine della malainformazione, secondo Colombo, è in buona parte la "sostituzione della responsabilità della fonte": il giornalista non va più alla fonte della notizia, ma assume come vera la notizia confezionata da chi ha interesse a che venga diffusa, in quel modo, quella notizia. Esempio tipico è quello del giornalista embedded, che si identifica con la propria fonte, come nel caso dei corrispondenti di guerra "arruolati" insieme alle truppe nel corpo di spedizione americano in Iraq.

C'è un "doppio cerchio delle notizie": il primo è quello delle notizie a circolazione controllata, il secondo quello delle notizie-messaggio, "che vengono inviate come l'orecchio tagliato dell'ostaggio per persuadere a qualcosa... Opposizione e dissenso, quando ci sono, possono avvenire solo all'interno del doppio cerchio, che significa un saldo controllo su ciò che ogni giorno appare, alla maggior parte dell'opinione pubblica, come 'la realtà'".

E la "controinformazione", il sogno a cui si abbandonarono molti negli USA e in Europa negli anni '60? "E' stata un'illusione e un'illusione breve - riflette l'autore - Perché il sistema controllato delle notizie ha iniziato presto a elaborare una sua controinformazione, occupando in tal modo tutto lo spazio e spingendo ogni altra forma di narrazione della realtà negli spazi , nuovi, preziosi, ma altamente soggettivi dei siti e dei blog della rete".

Una lettura che lascia l'amaro in bocca. Ma che dobbiamo affrontare, se ci è rimasto qualche desiderio di fare il mestiere di giornalista, invece che il divulgatore di notizie di seconda mano.

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