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Il piano editoriale Rai per l'offerta generalista TV 

25 gennaio 2008 
IL PALINSESTO RITROVATO

La riqualificazione dell’offerta televisiva generalista, il conseguente riposizionamento dei canali televisivi ed una maggiore riconoscibilità dello specifico televisivo del servizio pubblico, sia in termini di prodotto, sia di palinsesto, costituiscono gli elementi essenziali del nuovo Piano nell’ottica anche di una maggiore integrazione tra tutte le piattaforme di accesso.

Le modalità con le quali gli operatori del servizio pubblico svolgeranno il proprio compito terranno conto che le attese ed i risultati d’ascolto non dovranno rappresentare il criterio dominante di costruzione dell’offerta del servizio pubblico, né favorirne l’omologazione a modelli e contenuti propri dell’offerta commerciale e non dovranno in ogni caso essere l’alibi per scelte editoriali in contraddizione con la specificità dell’offerta Rai.

Sulla base del criterio di universalità del servizio pubblico, l’insieme della programmazione dovrà da un lato confermare l’attenzione alle componenti più tradizionali del pubblico televisivo, che sceglie per reti e per appuntamenti ed è già prevalentemente incline alla nostra offerta; dall’altro riavvicinarsi a quelle più dinamiche della popolazione, un pubblico in costante movimento (ed in costante crescita), che oggi è possibile intercettare solo innovando i contenuti e sviluppando l’offerta multipiattaforma.

L’analisi dello scenario televisivo e dei target di ascolto dimostra inequivocabilmente che alla apparente “tenuta” degli ascolti Rai negli ultimi anni, pur in presenza del calo dovuto alla rafforzata penetrazione dell’offerta satellitare, corrisponde un tasso di invecchiamento medio del pubblico sempre più accentuato rispetto alla platea televisiva ed al principale gruppo concorrente generalista così come sono evidenti una generale percezione di perdita dei caratteri distintivi di servizio pubblico televisivo ed un limitato ricorso alla innovazione del prodotto.

L’obiettivo di mantenere il primato negli ascolti dovrà dunque essere inteso soprattutto nell’ottica di un primato di interesse, di gradimento, di soddisfazione di tutti i pubblici televisivi ed in questa direzione saranno decisivi una netta differenziazione rispetto ai modelli ed ai contenuti dell’emittenza commerciale ed una maggiore attenzione ai fenomeni culturali e sociali che attraversano il Paese e lo scenario internazionale.

Questi ultimi in particolare dovranno essere al centro di una ritrovata riflessione sui modi di fare televisione per rispondere ai bisogni di una società i cui fattori disaggreganti e problematici si manifestano con sempre maggiore compiutezza.

Nel rimodulare i propri palinsesti la Rai dovrà tornare a svolgere il ruolo di volano della cultura televisiva ed in particolare di matrice dei modelli di riferimento della offerta televisiva, nella convinzione di dover fornire ai pubblici soprattutto ciò che ad essi manca e non soltanto ciò che essi si attendono.

Il processo di riqualificazione dell’offerta Rai passa per il recupero di una visione a medio-lungo termine della strategia di produzione e programmazione che non può prescindere dalla valorizzazione all’interno dell’Azienda dei luoghi e dei tempi dello sviluppo ideativo/creativo dell’offerta, distribuiti tra Reti, Generi e aree coinvolte nel processo di formazione del palinsesto.

Tutte le attività di ideazione, produzione e trasmissione dei contenuti dovranno potersi svolgere con modalità temporali differenziate, recuperando una progettualità affrancata dal dominio della gestione quotidiana. Questo porterà, anche attraverso opportune decisioni organizzative, all’adeguata valorizzazione interna dei processi di ideazione e sviluppo dei progetti, con una più diretta responsabilizzazione sulle diverse fasi creative e produttive.

Si tratta di un’operazione di grande rilievo che richiedera’ anche una riprogettazione delle modalità produttive vigenti all’interno dell’Azienda e, successivamente all’adozione del Piano, le opportune verifiche organizzative.

Ispirandosi alla “catena del Digitale”, un numero crescente di contenuti e di Generi (tra tutti, l’informazione, ma non solo) dovranno essere concepiti fin dall’idea iniziale per un mondo multipiattaforma, nel quale ciascun titolo seguirà più percorsi e si rivolgerà a più pubblici.

Le Reti, i Generi televisivi e tutte le aree di responsabilità sul prodotto, ivi comprese le Testate giornalistiche, si renderanno disponibili ad affrontare il ridisegno complessivo dei palinsesti con la cancellazione delle rendite di posizione e degli spazi consolidati nel tempo con lo scopo di rivolgersi anche ai target di pubblico più distanti dalla nostra offerta, a partire dai giovani.

Il ridisegno complessivo dell’offerta televisiva dovrà essere compiuto abbandonando la logica diffusa dell’accumulo e del conseguente consolidamento degli spazi di palinsesto e superando le evidenti aree di sovrapposizione di canale e di genere.

In questa logica le scelte editoriali e le nuove collocazioni saranno individuate in base alle effettive esigenze di riqualificazione e diversificazione dell’offerta ed alla necessità di intercettare l’interesse e l’ascolto di tutti i pubblici televisivi, attraverso l’azzeramento e la ricostruzione degli schemi di palinsesto.

L’applicazione degli indirizzi editoriali sarà garantita dalla Direzione Generale attraverso gli strumenti organizzativi vigenti, a partire dalla competente area che sovrintende il coordinamento dell’offerta, per gestire il ridisegno dei palinsesti e la loro attuazione e dirimere gli eventuali conflitti tra le linee editoriali espresse nel Piano e le proposte delle Reti.

Il Piano Editoriale descritto troverà iniziale applicazione dalla stagione televisiva 2008 – 2009.

Tra le azioni generali che si ritengono necessarie:

Recupero di progettualità interna in grado di incidere sui processi ideativi e creativi:

  • maggiore ruolo interno nella fase di sviluppo dei progetti per affermare la specificità della Rai in tutti i generi televisivi;
  • identificazione, in Reti e Generi, di strutture creative dedicate al prodotto, e conseguente efficace politica di reclutamento di risorse umane;
  • azioni di talent scouting diversificate sul territorio e maggiore “decentralizzazione”di cicli produttivi e creativi;
  • recupero del ricorso alla produzione interna dove ciò sia effettivamente possibile e conveniente;
  • ritrovato ruolo di indirizzo e di controllo editoriale verso la programmazione affidata alle produzioni esterne;
  • innovazione dei processi produttivi in funzione della natura multipiattaforma di Rai.

Riqualificazione della struttura dei palinsesti:

  • rigorosa puntualità della messa in onda dei programmi;
  • durate congrue dei programmi, in relazione alla loro tipologia, senza eccezioni per motivi tattici di palinsesto e comunque non superiori a due ore in prime time;
  • rivalutazione degli ascolti assoluti anziché degli share nell’analisi degli ascolti dei programmi (specie nel prime time) e nei contratti con i produttori (success fee);
  • riapertura di spazi di programmazione di seconda serata a partire dalle ore 23:00;
  • flessibilità nella gestione del palinsesto per consentire inserimenti ed eventi editoriali;
  • ritrovata progettualità e sistematica presenza nei palinsesti, anche in orari di maggiore ascolto, di una programmazione culturalmente e qualitativamente significativa: cultura intesa come programmi appositamente dedicati e qualità come fattore distintivo di tutti i generi televisivi;
  • maggiore ricorso a giornate tematiche e ad un incisivo e più flessibile rapporto tra il palinsesto e gli accadimenti nazionali ed internazionali, individuando la rete che ne dedicherà la copertura necessaria;
  • ripensamento del ruolo delle news - di cui si conferma la centralità nella missione di servizio pubblico - a partire dalla mezza sera/notte con l’individuazione di una sola rete per fascia oraria;
  • razionalizzazione del numero degli “editori” interni;
  • superamento delle sovrapposizioni di genere e di target tra i canali;

3) Valorizzazione del ruolo degli Organi editoriali e di garanzia

  • trasformazione del Comitato Editoriale – finora dedicato prevalentemente a problematiche di palinsesto – in Comitato Prodotto dove i temi trattati saranno soprattutto l’innovazione del prodotto, la riqualificazione dell’offerta e le strategie editoriali nell’ottica del laboratorio ideativo e propositivo, ferma restando l’autonomia progettuale delle Reti;
  • istituzione della Consulta Qualità, formata anche da personalità esterne di notoria competenza, per l’aggiornamento, la riscrittura della Carta dei Doveri e la verifica della sua applicazione e per una periodica consultazione sulla programmazione offerta;
  • utilizzo di Conferenze di Produzione per consentire la migliore organizzazione della nuova manovra di palinsesto;

In questo contesto, la necessaria articolazione dell’offerta generalista, derivante dalla crescente segmentazione dei pubblici, conferma il ruolo guida delle Reti nella proposta di palinsesto e di programmazione, e richiede ai Generi (ed in particolare di quelli che compongono la parte predominante dell’offerta: Intrattenimento, Fiction di produzione, Film e fiction d’acquisto, Informazione, Cultura e Educational, Programmi per bambini, Sport) di consolidare il loro ruolo in termini di innovazione e specializzazione del prodotto e di ideazione e produzione di contenuti, in linea con le esigenze e le proposte delle Reti nell’ambito del rapporto committente/fornitore.

È altresì della massima importanza l’introduzione di un circolo virtuoso (in termini sia editoriali in senso stretto, sia di processo produttivo) tra Reti generaliste, Generi e nuove piattaforme e canali distributivi, in direzione di una solida base di contenuti realmente ed efficacemente multipiattaforma, e quindi dell’allargamento del perimetro dell’offerta.

La coerenza e l’efficacia dell’insieme dell’offerta televisiva analogica e digitale (terrestre e satellitare) sarà assicurata dall’area che presidia il coordinamento in una logica di ottimizzazione e differenziazione dei palinsesti per una necessaria azione di riposizionamento.

Sarà compito delle Reti e dei Generi, così come delle nuove offerte, intercettare quelle fasce di pubblico sempre più distanti per gusti e modalità (con particolare riferimento alla fascia 25-54 anni) sia con opportune azioni di rinnovamento dei prodotti sia attraverso un efficace presidio Rai delle nuove piattaforme, con una politica integrata su reti satellitari e digitali terrestri e su Internet, ciascuna in base alla propria mission.

L’insieme delle azioni che riguardano la ricostruzione del palinsesto e l’innovazione dell’offerta di Reti e Generi dovrà essere accompagnata da un coerente restyling grafico complessivo dell’offerta e della promozione, anch’esso connotato da forti tratti innovativi che recuperino il brand originario Rai.

LE RETI

Raiuno

Raiuno dovrà consolidare i plus di immagine, che attengono, in termini di caratterizzazione semantica, all'area dell'autorevolezza, della tradizione, della serietà e prestigio, dell’equilibrio, che ne dovranno rafforzare il ruolo di rete piu’ adatta alla famiglia. Raiuno con la sua affidabilità deve rappresentare e interpretare l’identità’ socio-culturale del Paese nel suo continuo evolversi.

Sono tratti di immagine che rispecchiano i generi che la caratterizzano: una rete fortemente associata alla fiction, come racconto storico e sociale, ma anche per il suo legame con la tradizione della commedia all’italiana e con la nostra letteratura; all’intrattenimento percepito anche come offerta di grandi eventi che illuminano la rete, riavvicinano “nuovi pubblici” e riacquistano un forte valore editoriale in uno scenario e in una fascia (prime time) di forte mobilita’, in cui i processi di fidelizzazione oggi sono meno incisivi; all’informazione quotidiana e all’approfondimento ed ai talk show.

In questo quadro generale occorre puntare sulla brillantezza e la dinamicità nel day time proprio per contrastare gli effetti negativi della ripetitività dell’offerta e una inevitabile erosione d’ascolti soprattutto in quella fascia oraria 14-16 in cui non solo l’offerta satellitare raggiunge ascolti elevati, ma in cui paradossalmente e’ piu’ forte la concorrenza all’interno delle reti Rai.

Raiuno in particolare e' chiamata, proprio in virtù delle sue consolidate connotazioni di immagine, a rispondere a quella forte ed emergente domanda di qualità, ri-orientando la linea editoriale dei propri contenitori pomeridiani per recuperare il rapporto con il "Paese reale", rappresentarne le dinamiche e le problematiche, e per riproporre un’ informazione popolare attenta alle tensioni e ai movimenti d'opinione anche creativi ed alle tematiche sociali.

La scelta incompiuta della fiction di day time dovrà essere meglio definita con lo sviluppo di progetti di produzione e di acquisto che abbiano tratti di novità rispetto a quella attuale. Poiché questo sviluppo richiederà il tempo necessario per essere varato e valutato, la rete punterà nella prossima stagione sull’uso di altri generi televisivi

Nel Prime-time la principale sfida riguarda l'esigenza di individuare nuove formule per l' intrattenimento. Si rende necessaria una fase di riprogettazione, attraverso una riflessione che non si esaurisca nella semplice ricerca di nuovi format presenti sul mercato, ma che definisca anche gli ambiti di riferimento progettuale e di identità, per aprire nuovi percorsi rispetto a una “crisi dell’intrattenimento”, che si ripresenta ciclicamente. Nel recente passato questa riprogettazione ha consentito di innovare con successo nel campo del preserale e dell’access prime time.

L’appiattimento e l’omologazione del genere intrattenimento, al quale si aggiunge una generale carenza di innovazione di linguaggio e contenuti anche per il minore impatto autoriale interno rispetto ai format di importazione, rendono necessario e utile per la rete un maggiore ricorso all’evento in grado di generare curiosità e interesse. Questo significa che all’interno della stagione primaverile e di quella autunnale almeno una delle due/tre prime serate di intrattenimento dovrà illuminarsi con progetti non convenzionali, così come il ricorso a incursioni anche brevi ma con personaggi di elevata notorietà ed originalità, nella fascia di access prime time, sarà utile al consolidamento di un ruolo di centralita’ socio-culturale in un sistema televisivo allargato, che implica una frammentazione del consumo.

La proposta di prime serate modulari, anche con un mix di generi diversi (per esempio con episodi di fiction della durata di 50-60’ preceduti dall’access di intrattenimento o con doppia collocazione di intrattenimento), rappresenta una necessaria area di sperimentazione molto interessante e moderna ed in linea con le tendenze internazionali.

L’innovazione dei contenuti dell’intrattenimento (vedi anche il capitolo sul Genere) passa anche da una necessaria riformulazione delle durate per renderli compatibili con la qualità della visione non esasperata negli orari.

La fiction (vedi anche il capitolo sul Genere) di rete dovrà essere garantita da una disponibilità piu' equilibrata dei titoli, nell'arco dell'intera stagione e in particolare nei periodi di garanzia, attraverso una riflessione tesa ad ottimizzare: il rapporto tra le miniserie e la serialità medio-lunga; il rapporto tra media e lunga serialita’ (ottimizzazione del numero di episodi in funzione del consolidamento dei titoli); il rapporto fra generi (poliziesco - commedia brillante etc.), per evitare sovrapposizioni di fiction sulle diverse reti Rai, e per diversificare l’offerta Rai rispetto alla concorrenza, che ha fortemente incrementato le serate di fiction su Canale 5, proporzionalmente alla contrazione della programmazione cinema.

Raiuno dovrà anche individuare e sperimentare prodotti seriali d'acquisto, che consentano, perlomeno nei periodi di non garanzia, una diversificazione dell'offerta (con benefici anche in termini di ringiovanimento dei target), nella prospettiva delle nuove opportunità di palinsesto, per questo genere, che potrebbero derivare da un tendenziale abbassamento delle performance assegnate alle reti ammiraglie e dalla nuova dinamicità del mercato di riferimento.

La programmazione alternativa allo sfruttamento dei diritti della Champions League, anche in relazione alla ridotta e stagionalmente variabile disponibilità di film, dovrà portare alla individuazione di nuove tipologie di produzione e programmazione. Tra queste si ritiene che la domanda di informazione e di reportage, anche in prima serata, dovrebbe essere finalmente esplorata, in modo sperimentale, a cura del TG1 con modelli da 60 minuti preceduti da access prime time di durata maggiore.

L'esigenza di una maggiore mobilità delle seconde serate è tra le principali novità del riposizionamento di rete ed emerge da una domanda di maggiore varietà di programmazione e prodotti di non sola informazione.

La struttura monogenere dell'offerta (informazione con speciali/approfondimento con talk) di Raiuno in questa fascia, in tutti i giorni della settimana ad eccezione del sabato (per motivazioni legate alla durata del prime time), costringe a inevitabili sovrapposizioni di genere fra le Reti Rai ma soprattutto non consente alla rete di parlare a nuovi pubblici. In questo senso la Rete studierà la realizzazione di una striscia di cultura/spettacolo del week end in coerenza anche con il calo di interesse del pubblico verso il genere informativo nei giorni festivi e prefestivi o con la domanda di nuovi generi. Per entrare ancora di più nel dettaglio, una striscia sul genere Arbore (con Arbore stesso, se disponibile) in grado di parlare in modo lieve e familiare dei temi della cultura e della società potrebbe rispondere, nel fine settimana, ad una domanda di innovazione e diversificazione che viene dal pubblico.

Con questa soluzione si eviterebbe di interrompere il contatto seriale con l’attualità assicurato dal talk show (dal lunedì al giovedì sui temi della politica, della cronaca, del costume e della società) e si entrerebbe in una zona nuova di programmazione coerente con le attese del pubblico e con l’esigenza di rivolgersi ad esso.

Gli speciali informativi di seconda serata a cura del telegiornale potranno gradualmente riconvertirsi in proposte sperimentali di programmazione di prime time (ad esempio nella collocazione del mercoledì alternata alla Champions League) con formule del tutto nuove – gli eventi giornalistici possono anche divenire fattore propositivo intorno ai temi della società - o con tagli di rotocalco alla sixty minutes in combinazione con il traino dell’access prime time. Con questa soluzione il ruolo informativo del servizio pubblico, della rete ammiraglia e della testata giornalistica in particolare verrebbe ulteriormente rafforzato - soprattutto in una fascia oraria (quella di prime time)- introducendo un ulteriore elemento di riqualificazione dell’offerta.

Raidue

Raidue e' la Rete che in via prioritaria ha il compito di intercettare le fasce piu' giovani e piu' dinamiche del pubblico televisivo, mantenendo intatta la sua identità di canale generalista.

In questa logica potrà anche fare da ponte tra l’offerta generalista e quella tematica ed aprire la strada – con livelli di sperimentazione diversificati - ad una offerta integrata e multipiattaforma; non soltanto in un uso differenziato del prodotto ma in una sua progettazione con gli altri players del sistema, dal digitale (satellitare e terrestre) all’IPTV al mobile.

Una missione che non va interpretata in modo riduttivo nel senso di una rete giovanilista, ma piuttosto in un'accezione piu' ampia che potrebbe sintetizzarsi con l’espressione di rete della contemporaneità, sia in termini di contenuti sia di strategia dell’offerta. Una Rete capace di rappresentare i fermenti sociali e culturali del nostro tempo, l'evolversi dei linguaggi, i nuovi trend e la modernizzazione in tutti i campi: dalla cultura alla comunicazione, dall’informazione anche sportiva, allo spettacolo, all’intrattenimento non convenzionale.

Quindi una Rete di tendenza, attenta ai movimenti culturali emergenti, ai fenomeni di costume, alla storia recente; una rete a cui si associno connotazioni semantiche quali modernità, dinamicità, curiosità, originalità, creatività. Una rete i cui generi d’elezione, in questa connotazione, sono l’infotainment, i seriali cult, la sitcom e la soap, il cinema di tendenza, la divulgazione popolare, la musica, l’educational di attualità. Generi connotati trasversalmente da forti tratti di originalità.

Se una parola chiave deve racchiudere l’insieme di questi temi la più adeguata è cultura o cultura della modernità: rappresentare le tendenze, interpretare i bisogni dei pubblici che affollano i teatri e i luoghi dello spettacolo e della conoscenza, rispondere all’esigenza di sapere tutto quello che oggi la televisione “nasconde”, investire sulla curiosità, rileggere la storia, guardare al futuro anche attraverso una rilettura del presente.

Per quanto riguarda il rapporto con la fiction di produzione, l’introduzione del genere sitcom o l’aggiornamento di modelli di soap rappresentano un percorso coerente con la linea della Rete. Si tratta ora di perfezionare la formula e di individuare collocazioni di palinsesto adatte: si ritiene, alla luce delle più recenti esperienze su altri generi televisivi, che la fascia tra le 19.00 e le 20.30 sia tra le più idonee per percorrere con maggiore decisione scelte produttive di lunga serialità.

Sul tema fiction di produzione vi è anche l’esigenza di individuare una tipologia di prodotto che per target, temi, linguaggi e costi sia piu' coerente con l'intera linea del canale, per esempio puntando sulla commedia brillante, sulla comicità, sfruttando in questo modo sinergicamente una linea produttiva sitcom-fiction, che punti anche su alcuni personaggi che identificano la Rete.

Coerenti con la linea editoriale sono anche i prodotti seriali d'acquisto che in prima serata raggiungono i target desiderati, con ottime performance anche sul totale individui e che contengono importanti elementi di novità narrativa. Per garantire una maggiore efficacia e una continuità di risultati a questa tipologia di prodotto e' forse opportuno un utilizzo piu' mirato e meno massiccio, sia come numero di serate nel corso della settimana sia come numero di episodi nella stessa serata. Una maggiore cautela nello sfruttamento intenso di questa tipologia di prodotto è consigliata anche dagli effetti, sulla disponibilità per la prossima stagione, del blocco delle produzioni statunitensi delle serie televisive.

Sul fronte dell’intrattenimento, che per la Rete della contemporaneità assume un forte valore identitario, la Rete dovrà sperimentare nuove formule riposizionandosi sui propri target di riferimento. In questo senso la sperimentazione di nuovi format di reality non deve essere esclusa ma dovrebbe anzi portare alla individuazione di nuove formule e contenuti.

Passando alle seconde serate, anche in questa fascia si delinea la necessità di una crescente coerenza di programmazione che tenda a coniugare l’impegno culturale, con la ricerca di programmi che trattino la cultura dei nostri tempi e le inquietudini e contraddizioni della società.

In questo senso – e la struttura di palinsesto lo consente - e’ particolarmente importante dedicare un’area della fascia di seconda serata alla sperimentazione, che permetta di consolidare prodotti destinati progettualmente alla prima serata.

Altrettanto opportuna sarebbe la scelta di tornare a fidelizzare il pubblico con appuntamenti a striscia (con blocchi di programmazione almeno trimestrali nei giorni feriali) per evitare l’attuale eccessiva frammentazione dell’offerta.

Nel day time la Rete dovrà innovare e rafforzare la propria offerta con opportuni interventi sui contenuti e sui target di riferimento.

La crescita dell’ascolto satellitare, nelle fasce orarie 9-12 e 15-18, l’esigenza aziendale di garantire gli obiettivi di ascolto della rete leader sui suoi pubblici di riferimento, consentono un ripensamento della programmazione della Rete nel day-time, con una offerta in grado di rivolgersi ai temi della contemporaneità e dei nuovi linguaggi televisivi mantenendo al contempo la propria identità di canale generalista.

Raitre

Il palinsesto della Rete si presenta piu’ orientato ad una programmazione interamente da Servizio pubblico, capace di raccontare il territorio e la complessità sociale con una forte identitità e riconoscibilità, così come è previsto anche nella normativa vigente relativa alla programmazione regionale e dagli obblighi specifici contenuti nel Contratto di Servizio (quota minima dell’80% dei generi predeterminati di servizio pubblico rispetto al 65% dell’insieme della programmazione di tutte le Reti).

Una rete connotata dall’impegno, l’approfondimento, il sociale, che trova la sua specificità non tanto nei generi quanto nelle modalità di racconto: dall’inchiesta storica e d’attualità’, dai documentari ai programmi di divulgazione, dalla docu-fiction, ai programmi di utilità sociale, alla cronaca, all’infotainment.

La solidità dal servizio pubblico della Rete può rappresentare un limite alla innovazione, con il mantenimento di appuntamenti che vengono da lontano; per garantire una maggiore fluidita’ di programmazione risulta necessario modificare gli attuali vincoli e cardini di palinsesto posti dalla presenza di altri editori, in particolare in seconda serata con una triplice offerta di informazione con evidenti effetti di ridondanza.

In questo senso e’ opportuna una rimodulazione dell’offerta informativa, nazionale e territoriale, i cui benefici riguarderanno anche i nuovi programmi che potranno tornare a sperimentare in fasce di orario adeguate.

L’opportunità’ di riconsegnare a Raitre una vera programmazione di seconda serata, consentirà di sviluppare nel contempo una night-line informativa a partire dalle 24, attraverso una staffetta tra il TG3 e Rai News 24. Quindi la Rete potrà trasmettere in sequenza, senza interruzioni, prima e seconda serata lasciando dalla mezzanotte alle news il compito esclusivo di presidio di palinsesto.

Questa struttura di palinsesto consentirà una maggiore flessibilità di palinsesto anche nel prime-time, incoraggiando soluzioni modulari, sinergiche e innovative grazie alla forte correlazione fra prima e seconda serata.

La connotazione informativa della Rete e il suo legame con il territorio saranno consolidati dal rafforzamento della pagina regionale, affidata non più ai pochi minuti notturni –attualmente programmati nella impaginazione che si intende modificare e che non saranno dunque riproposti in quella fascia oraria- ma da una Morning News di almeno 30 minuti che aprirà la programmazione del mattino di Raitre. Una programmazione rivolta in particolare alla popolazione attiva che in quella fascia oraria dimostra una particolare attenzione ai contesti locali e territoriali nei quali si muove.

La sperimentazione potrebbe, in relazione anche alle compatibilità economiche e industriali, estendersi in un secondo tempo con durata maggiore (da 30 a 60 minuti) fino a prevedere - laddove si realizzino appositi contratti di servizio regionali - una più marcata vocazione produttiva e trasmissiva in ambito locale con ulteriori spazi in palinsesto da definire a livello regionale o macroregionale.

Sempre in tema di informazione territoriale anche la eccessiva concentrazione e frammentazione delle rubriche della TGR, diffuse a livello nazionale, potrà ritrovare una maggiore coerenza di programmazione attraverso una ricollocazione di palinsesto che colleghi piu’ sinergicamente news e approfondimento territoriale.

Tornando alla Rete va, infine, considerata la inevitabile usura di alcuni titoli che, pur garantendo livelli di ascolto in linea con gli obiettivi, con oscillazioni dovute al quadro competitivo, comporta, in prospettiva, l’esigenza di limitare la loro presenza in determinati periodi della stagione o di rimodularsi in strisce di day time (ad esempio Mi Manda Raitre) con forte vocazione sociale.

Sicuramente per dare piu’ solidità alla rete in un’ottica di innovazione, può essere utile costruire una serata con prodotti di acquisto (sono già stati sperimentati positivamente Medium e Un caso per due), che garantiscano quel plus di ascolto che faciliterebbe l’assunzione del rischio di sperimentare nuovi prodotti in prima serata.

La difficoltà di programmazione dei seriali, che costituisce l’ossatura delle prime serate di Raidue, ha finora impedito una ottimizzazione nella programmazione (sia nella scelta della serata che del periodo). Pertanto e’ necessario trovare un equilibrio nell’utilizzo di questo genere tra Raidue e Raitre.

Anche la fiction La Squadra, prodotto nato nella Rete e poi passato a Raifiction, ha dato segni di stanchezza. Anche in questo caso hanno, in parte, influito i vincoli di programmazione che derivano dalla forte presenza di fiction investigativa su tutte le altre Reti. Il genere fiction si presta sicuramente al progetto editoriale della Rete, purché sviluppato, come avvenuto originariamente con La Squadra, secondo modalità narrative e di linguaggio coerenti con gli stili che la caratterizzano e su tematiche legate al territorio e al sociale.

Per quanto riguarda il day time la rete mantiene il suo impegno di Rete divulgativa e di servizio con un pomeriggio dedicato ai bambini (Melevisione) e ai ragazzi/adulti con Geo, un titolo che può rientrare nelle quote che il nuovo contratto di servizio prevede per la programmazione rivolta al pubblico non adulto.

In definitiva l’offerta di Rete non presenta particolari esigenze di riposizionamento di target: e’ auspicabile invece, per il futuro, un maggiore tasso di innovazione (come è avvenuto recentemente con il programma di Fazio), nella linea editoriale finora perseguita, con il recupero di altri generi, come ad esempio la satira, che gli appartengono storicamente; una maggiore alternanza di titoli nel corso delle stagioni televisive; una riappropriazione degli spazi di sperimentazione che hanno rappresentato sempre l’elemento propulsivo della dinamicita’ della rete.

I GENERI TELEVISIVI

Informazione

Il Servizio Pubblico trova legittimazione dalla completezza con la quale viene assolto il suo ruolo informativo e dalla presenza su tutte le Reti ed in tutte le fasce orarie di notiziari ed approfondimenti. Questo ruolo non deve essere interpretato sostanzialmente allo stesso modo su tutte le reti, in termini di linguaggio e di modalità televisive, soprattutto alla luce di una necessaria assenza di riconducibilità ad aree politiche delle singole testate (da cui origina la tripartizione e la successiva ulteriore frammentazione organizzativa).

Occorrerà puntare ad una maggiore differenziazione di temi e linguaggi giornalistici in sintonia con le missioni di ciascun canale agendo come in una logica di testata unica con aree di specializzazione. In questo senso occorreranno anche tentativi di sperimentazione su linguaggi innovativi nel confezionamento delle news non necessariamente sempre legati al vincolo studio/conduttore/lancio dei servizi.

In questa direzione potranno anche essere individuati nuovi ambiti di innovazione e collaborazione in/e tra testate che utilizzano le nuove tecnologie, a partire dal sistema teletext fino ad internet.

La progressiva penetrazione nelle abitudini del consumo televisivo dei canali tematici di informazione (Sky e Rai News 24) fornisce elementi certi di riflessione per un aggiornamento produttivo e di linguaggio televisivo.

Caposaldo della programmazione del servizio pubblico è la continuità informativa sull’insieme del palinsesto che sarà garantita su ogni rete. Dalle 24 in poi, fatte salve le necessità di informazione straordinaria e dei presidi notturni, sarà compito della Night line su Raitre garantire la copertura necessaria in diretta.

Il genere informazione ha anche segnato e consolidato nel tempo una netta separazione di linguaggio tra la quotidianità delle news e gli appuntamenti di approfondimento di prima e seconda serata con evidente specializzazione delle testate giornalistiche per le prime e delle reti per i secondi. Il motivo risiede principalmente nel primato dell’attualità/aggiornamento assegnato ai telegiornali rispetto al linguaggio dell’approfondimento, anche d’opinione, che le reti svolgono in prima e seconda serata secondo canoni narrativi tipici del racconto televisivo.

Gli speciali informativi potranno svolgere un ruolo di rilancio del genere con la presenza innovativa in palinsesto, sperimentando nuove formule ed accedendo a collocazioni di prima serata, a partire da Raiuno con il TG1.

Un discorso a parte merita il rotocalco, sotto-genere fortemente identitario del servizio pubblico. Il rotocalco, oltre ad essere tra i più qualificanti esempi di utilizzo sinergico degli sforzi comunque profusi nella produzione di “News”, rappresenta una delle rare opportunità di apertura sul mondo in palinsesti sempre più contraddistinti da un’offerta di approfondimento tipicamente da studio, spesso sconfinante nel talk.

Si pone infine il tema degli indirizzi e delle regole in materia di programmazione del servizio pubblico radiotelevisivo e di un loro necessario aggiornamento con particolare riferimento alla “Carta dei doveri” che diventerà nuovamente il punto di riferimento per tutte le tipologie di programmi a partire da quelli di informazione/approfondimento. Nella Carta saranno aggiornate le regole per gli operatori del servizio pubblico di cui sarà costantemente verificata l’applicazione anche con l’istituzione della Consulta Qualità.

Intrattenimento

Parlando del genere elettivo della Tv pubblica, poi sfruttato fino al logoramento dalla televisione commerciale, è giunto il momento di prendere atto del declino del modello tradizionale dei reality, sia nei consumi, sia nei mercati televisivi. Non si teorizza in questa sede la sconfessione di questo modello ma un suo necessario e possibile ripensamento e aggiornamento.

Spetta a Rai anticipare i gusti di un pubblico che reagisce alla cosiddetta televisione “trash”, puntando su un modello che contrapponga alla TV dell’eccesso gratuito e forzato il ritorno a una televisione che, anche quando intrattiene piacevolmente, lasci spazio alla riflessione. Alla televisione della patologia occorre rispondere con la televisione della normalità.

Nelle cicliche fasi di passaggio, in assenza di nuovi e originali spunti televisivi, accade di far ricorso a modelli positivi del passato, riattualizzati o magari ibridati. Non c’è nulla di male in questo: se il risultato sarà vicino ai gusti e ai sentimenti dei (numerosi e diversi) pubblici del presente, vorrà dire che non si sarà trattato di vintage o di nostalgia (risultati da rifuggire), ma di un ritorno alle basi del mestiere che non contraddice ma favorisce gli imprescindibili obiettivi di innovazione.

Così per la politica degli “eventi”, intesi come progetti non convenzionali, o brevi incursioni di personaggi noti che ormai rifuggono la “Tv di massa”: si tratta di un elemento fortemente distintivo del nostro intrattenimento in grado di “illuminare” le Reti Rai agli occhi dei nuovi pubblici, e quindi di avviare nei loro confronti un processo di fidelizzazione.

Una ritrovata progettualità per la prima serata, che permetta di uscire dalla riproposizione di modelli e formati utilizzati al limite della saturazione, è indispensabile per mantenere una presenza così importante nei nostri palinsesti e per generare risultati positivi. Tra le strade da percorrere, quella principale sembra il ritorno alla “scrittura” ed al “copione” dove all’improvvisazione sui tradizionali format o alla rigidità dei game show prevalga l’originalità e la qualità delle situazioni e dei dialoghi.

Le stesse procedure di selezione delle idee di programma debbono uscire dalla logica del “supermarket dei format”, tornando alla prevalenza dell’editore, del suo progetto “culturale”, in risposta e in attuazione del quale lo scouting deve essere condotto. Che si tratti di idee originali o di format commerciali, a questo punto, poco cambia: esse dovranno essere funzionali a una linea editoriale identificata e perseguita, e non viceversa.

Il riallineamento qualitativo del genere passa per una revisione delle attuali durate dei programmi di prima serata, allungati a dismisura per motivazioni legate troppo spesso a necessità di controprogrammazione e di immagine dei programmi.

In questo senso le reti avranno la responsabilità di realizzare i programmi entro le due ore di programmazione con benefici in termini di linguaggio televisivo, di rispetto del telespettatore, di garanzia verso gli investitori pubblicitari e di recupero di migliori collocazioni di seconda serata.

Il tema della durata dei programmi di intrattenimento è anche strettamente connesso alla necessità di ritrovare il gusto ed il ritmo del racconto ed una sua coerenza con le attese del pubblico. Gli autori sono spinti oggi a “gonfiare” format internazionali da un’ora in programmi da due/tre ore con inevitabili riflessi negativi sulla qualità delle produzioni. Il ritorno ad una scrittura essenziale gioverà in modo determinante ai contenuti dei programmi ed alla loro fruizione così come sarà indispensabile sperimentare nuovi formati da 60 minuti in prime time.

Pur non strettamente attinente al tema degli indirizzi editoriali è altrettanto indispensabile un ripensamento dell’attuale presidio dell’area intrattenimento valutando l’opportunità di creare una struttura di genere dedicata con competenze adeguate per recuperare l’attuale sbilanciamento tra Rai e i principali fornitori di format e contenuti, per fungere da interfaccia attivo con i mercati internazionali e per coadiuvare le reti nella progettualità a medio-lungo termine che includa anche attività di scouting e selezione delle idee con particolare attenzione ai fattori creativi che scaturiscono da realtà territoriali.

L’eventuale costituzione di un presidio sull’intrattenimento, alla pari di quanto avviene sul genere fiction di produzione, dovrà connotarsi non soltanto per competenza e specializzazione ma per un chiaro ed evidente rapporto cliente/fornitore con le Reti dove queste ultime agiranno in tutte le fasi della realizzazione da committente del prodotto. L’ambito di competenza dell’area si riferirà ai prodotti delle fasce preserale, access prime time e prime time.

Nel genere intrattenimento dovrà essere evitata la presenza di ospiti rappresentanti del mondo politico se non all’interno di spazi chiaramente riconoscibili per approfondimento.

Dati connotativi per la riqualificazione del genere saranno anche una più accentuata selezione nelle scelte degli ospiti e degli esperti all’interno dei programmi-contenitore ed una minore propensione ad elementi di autoreferenzialità.

Fiction di produzione

All’interno dell’offerta Rai, la fiction di produzione riveste un ruolo strategico per le sue elevate performance di ascolto, la capacità di stabilire con il pubblico un rapporto di fidelizzazione e una sintonia che si riverberano positivamente sull’identità e riconoscibilità delle singole reti e sull’immagine dell’azienda Rai nel suo complesso. Nell’ottica di definire una strategia di offerta coerente con la mission editoriale di ciascuna rete, si evidenzia quindi la necessità di sviluppare progetti di fiction differenziati per le tre reti che consentano nel contempo di raggiungere pubblici diversi, con adeguate e diversificate ricalibrature di target, ed evitare conflitti e rigidità di programmazione tra le reti.

Per Rai Uno è necessario proporre un mix equilibrato tra prodotti legati alla storia, ai grandi personaggi della cultura, alle sceneggiature in costume, alla celebrazione degli eventi, ai plot polizieschi, e trame più legate alla quotidianità con attenzione anche alla commedia. Si avverte inoltre la necessità che la rete ammiraglia si contraddistingua per continuità editoriale in relazione alla nostra storia più recente con un filo rosso ininterrotto sulle vicende più rilevanti della nostra società da destinare prevalentemente a Raiuno.

Altrettanto necessario è il rafforzamento della produzione di seriali per i quali, salvo rare eccezioni legate al filo narrativo, le collocazioni di prime time dovranno sempre essere assicurate da due pezzi da 50’ anziché le consuete puntate da 90’-100’. Questo consentirà maggiore flessibilità nella gestione delle collocazioni dei primi passaggi (in determinati casi una sola puntata in abbinata al traino di intrattenimento) e delle repliche.

La fiction di produzione destinata a Rai Due dovrà orientarsi verso prodotti che siano in grado di proporre, anche in chiave sperimentale, temi, protagonisti e formati maggiormente legati a quella contemporaneità e modernità culturale che deve caratterizzare la mission editoriale della Rete con particolare vocazione al day time. L’innovazione dovrà anche riguardare i modelli industriali, in grado di individuare ambiti produttivi più coerenti con i costi medi della Rete.

Per la fiction di produzione destinata a Rai Tre è strategicamente utile che si prosegua e si rafforzi, nel contesto di un equilibrato rapporto tra innovazione e continuità, lo sviluppo di nuove produzioni seriali basate su storie con un forte ancoraggio alle tematiche sociali e territoriali e si implementi la produzione di nuovi modelli narrativi quali la docu-fiction, coerenti con la vocazione di servizio e di impegno di Rai Tre.

E’ necessario che la pianificazione del processo produttivo rispetti alcuni vincoli di coerenza con le esigenze di programmazione delle reti (titoli, tipologie di prodotto, generi). In particolare: assicurare, specie per i prodotti di lunga serialità già affermati, una disponibilità più equilibrata nell’arco dell’intera stagione televisiva, soprattutto nei periodi più pregiati; razionalizzare i tempi di consegna dei prodotti alle singole Reti, al fine di diversificare generi, tematiche, e risorse artistiche evitando una eccessiva concentrazione in un medesimo periodo di una stessa tipologia di prodotti.

Nell’articolazione per formati del mix di prodotti fiction da destinare alla prima serata, si dovrà proseguire il percorso di riequilibrio tra prodotti di lunga serialità e miniserie, privilegiando i primi che potenzialmente rappresentano, anche attraverso il meccanismo dei sequel, la giusta risposta ad un’esigenza strategica di costruzione e consolidamento di un rapporto di fidelizzazione con il pubblico.

Non estranei ad elementi di natura editoriali appaiono i necessari richiami ad una sempre maggiore selezione (sulla base di parametri qualitativi, industriali e di “reference sistem”) dei produttori indipendenti -che saranno il punto di riferimento Rai nelle politiche produttive- e ad una particolare cura e attenzione agli assi portanti delle produzioni con particolare riferimento agli elementi che costituiscono il “sopra” ed il “sotto” la linea.

La produzione di cartoni animati ha segnato un punto di eccellenza nei nostri palinsesti che andrà rafforzato per costituire una valida alternativa al prodotto internazionale e per suggerire nuovi slot di programmazione.

Film e fiction d’acquisto

L’indebolimento dei risultati della programmazione dei film si inquadra nello sviluppo delle varie piattaforme distributive e nel conseguente maggiore sfruttamento del prodotto nelle finestre precedenti alla televisione generalista: l’espansione nell’ultimo triennio del mercato dell’home video e la continua crescita degli abbonamenti dei canali cinema di Sky hanno di fatto reso più problematica la programmazione dei film.

Poiché il mix dell’offerta necessario per la televisione generalista viene garantito da una presenza qualificata del prodotto cinematografico, che è anche sinonimo di qualità, è necessario intervenire sulle logiche di programmazione con maggiore creatività.

Il rafforzamento del prodotto in palinsesto può essere compiuto: eventizzando in taluni casi la programmazione di prime time con giornate tematiche; riproponendo “cicli” legati a generi o personaggi con il criterio della serializzazione; accorpando in periodi della stagione televisiva la programmazione cinematografica; fidelizzando il pubblico con appuntamenti sistematici così come avviene per altri generi; promuovendo in modo adeguato il prodotto; osare di più sul cinema italiano con maggiori appuntamenti di prime time e tentando, anche con appuntamenti di seconda serata sistematici, di costruire uno spazio di programmazione riconoscibile e di successo.

Le serie televisive, per linguaggio, tematiche sociali, innovazione sono divenute internazionalmente una delle forme più moderne ed efficaci per raccontare l’era contemporanea, dal sociale al thriller, dalla commedia al drammatico. In questo senso è il prodotto più idoneo alla linea editoriale di Raidue ma la prolificità del genere e la sua continua apertura a nuove tematiche ne consiglia un utilizzo anche da parte di Raiuno e Raitre. In questa direzione occorrerà tutelare maggiormente, laddove possibile, lo sfruttamento eccessivo delle serie da parte dei canali Fox con nuove politiche di windowing e con l’esclusiva su alcuni titoli.

Vanno infine riviste le logiche d’utilizzo del magazzino dei diritti sulle tre Reti, che preveda un utilizzo dei titoli più trasversale e strategico. Facendo salvi i titoli più pregiati, il cui ruolo come “eventi” di Raiuno non può che essere favorito e sviluppato, occorre ripensare il resto del magazzino in un’ottica di maggiore flessibilità, in grado di ottimizzare il parco diritti e massimizzarne la resa in termini di opportunità editoriali e di ascolti complessivi.

Cultura ed educational

Occorre rispondere con atti concreti alla convinzione diffusa che la televisione non sia più considerata un fattore culturale ma semmai una alternativa al consumo di cultura. Se una volta si diceva che la cultura non era un genere televisivo ma che tutti i generi erano potenzialmente culturali, oggi l’offerta televisiva viene vissuta come uno degli elementi di impoverimento culturale della società.

Occorre prendere atto di questo contesto ed indicare nuove strade e nuovi percorsi per un profilo culturale e qualitativo a cui il servizio pubblico deve tendere con azioni concrete.

Per un più efficace riposizionamento della nostra offerta televisiva occorre in generale ideare nuove tipologie di programmi perché la cultura diventi un insieme di generi televisivi che si aggiungano a ciò che è già presente in alcune aree (fiction, cinema, programmi dedicati) e per trovare spazi propri nelle diverse fasce orarie del palinsesto compresa quella di prima serata.

L’attualità dell’interesse del pubblico per le rappresentazioni teatrali, i monologhi di rilettura dei grandi classici, le lezioni di storia e di archeologia, la musica classica e leggera, l’approfondimento scientifico e i temi dell’ambiente, la rilettura della nostra storia più recente, l’educational popolare, gli approfondimenti su temi che investono la quotidianità ma trattati in superficie sono alcuni dei fattori che maggiormente stanno connotando la domanda che proviene da tutto il pubblico e dalle nuove generazioni.

Proprio i più giovani, coloro che frequentano la scuola e l’università, che utilizzano l’I-Pod ed Internet, non si riconoscono nella televisione, non la considerano uno strumento di riferimento, di analisi, di aggiornamento. Si accostano alla televisione con riluttanza, diffidenza e pessimismo. Molti di questi hanno lo stesso atteggiamento anche verso il proprio futuro (si legga in proposito il recente intenso saggio di Umberto Galimberti, “L’Ospite inquietante” ) e Rai dovrà farsene carico con l’ideazione di una programmazione che risponda al nichilismo crescente nelle nuove generazioni.

Le nuove iniziative Rai devono intercettare il diffuso bisogno di conoscenza e l’enorme e inespresso desiderio di un maggiore dialogo. A questi e ad altri temi – che chiameremo i temi della contemporaneità – dovrà essere data sempre maggiore visibilità sulle diverse reti con una connotazione radicata nella programmazione della Rai e non con inserimenti sporadici. In particolare una delle tre reti generaliste dovrà fare propria questa tematica in tutte le sue declinazioni televisive.

Inoltre, tra le azioni immediate sul prodotto:

  • inserimento sistematico all’interno della programmazione Rai di elementi di cultura (letteratura, cinema, teatro, musica, arte, ecc.) secondo i “tradizionali” metodi della testimonianza diretta, dei servizi dedicati, dell’educational;
  • spazi nelle edizioni principali dei telegiornali per la “pagina culturale”, per divenire anche nelle nostre news uno spazio costante di aggiornamento e promozione di cultura e spettacolo, in aggiunta alle attuali rubriche e agli spazi spesso relegati in altre edizioni;
  • ideazione di nuovi programmi di impianto popolare che si dedichino alla diffusione della cultura con linguaggi adatti anche al pubblico più vasto;
  • maggiore spazio alla trasmissione di eventi culturali in collocazioni idonee ad un pubblico più ampio; l’anticipo dal prossimo anno del teatro e della musica ad una effettiva seconda serata su Raidue – con le opportune correzioni - è uno dei segnali necessari ma non esaustivi;
  • collocazioni più idonee, di prima e seconda serata, da dedicare periodicamente al cinema italiano, oggi quasi ignorato a livello di programmazione;
  • incisiva e coordinata azione di produzione/programmazione di documentari culturali ed educational; l’attività di produzione/acquisto dei documentari dovrà comunque essere presidiata a livello centrale, con una apposita struttura, per armonizzare una offerta che oggi è lacunosa e per consentire una gestione più efficiente delle produzioni sulle diverse piattaforme.
  • Tra le azioni strategiche, la già richiamata creazione di un Comitato Prodotto come luogo di definizione e approfondimento di un ritrovata politica culturale della Rai servirà anche da laboratorio ideativo e propositivo per Reti e Generi e da evidenziatore dei temi della memoria.

Programmazione per bambini

Considerato il necessario riferimento all’attuale scenario televisivo, l’attenzione ai minori da parte di RAI, non può concentrarsi esclusivamente sulla programmazione delle reti generaliste, ma deve estendersi all’offerta delle altre piattaforme: digitale terrestre, satellite, internet, radio. Attualmente l’offerta televisiva Rai di programmi per bambini è ripartita su 2 canali generalisti (Rai Due e Rai Tre), sul canale digitale terrestre gratuito Rai Gulp (da giugno 2007). A pagamento su 2 canali satellitari: Rai Sat Smash e Rai Sat Yoyo (da novembre 2006). Infine su IPTV: il canale Rai Junior nell’offerta Alice Home Tv di Telecom e la sezione Junior del servizio Rai Click nell’offerta Fastweb.

Si evidenzia così l’opportunità di dare rinnovato vigore all’offerta per bambini sulle reti generaliste razionalizzando i prodotti pre-school e quelli per i bambini in età scolare.

Sarà necessario garantire un blocco di offerta fluido, preferibilmente orientato ai più piccoli nelle ore mattutine e che invece proponga nelle fasce pomeridiane una sequenza stabile, ordinata, e dunque riconoscibile e fidelizzante, di: prodotti adatti ai più piccini; cartoon o telefilm “cult” che rappresentino una novità per i bambini, ma anche un momento di piacevole revival per i genitori e prodotti nuovi, di interesse per i bambini con più di 6 anni.

L’abbinamento dell’offerta tipicamente infantile con prodotti appetibili anche ai giovani adulti, può configurarsi come un’opportunità utile a garantire all’interno della platea Rai un ricambio generazionale strategicamente necessario.

Un ulteriore argomento a supporto della necessità di ottimizzare l’offerta per bambini sui canali analogici è rappresentato dalla possibilità che la tv generalista diventi vetrina e trampolino di lancio per nuovi prodotti che, superando i limitati spazi offerti dal palinsesto generalista, vivano in altri momenti della giornata sulle offerte specializzate del gruppo, con particolare riferimento al canale Rai Gulp su piattaforma digitale terrestre e all’offerta internet, attivando così un rimando sinergico tra le diverse piattaforme presidiate.

In tutte le loro emissioni, i canali Rai dovranno tener conto della potenziale presenza di minori in platea e rispettarne sensibilità e vulnerabilità, anche laddove si tratti di prodotti non specificatamente pensati per il target bambini.

Lo sport

L’offerta sportiva, composta dalle dirette dei grandi eventi e delle manifestazioni “minori”, dai notiziari e dagli approfondimenti giornalistici, resta un patrimonio fondamentale della RAI, insito nel suo stesso DNA, ma è condizionato dallo sviluppo del mercato che rende difficilmente disponibili diritti “premium” che sono appannaggio prevalentemente dell’offerta a pagamento. L’utilizzo di questi diritti e della programmazione corrispondente non consente più a Rai di mantenere i propri tradizionali appuntamenti se non in una ottica di profonda e radicale revisione.

La contrazione di ascolti registrata dall’offerta sportiva Rai è motivata in gran parte dalla sempre più forte concorrenza portata dalle altre piattaforme che negli anni hanno sottratto i diritti di trasmissione di molte discipline sportive.

In tal senso è emblematico il caso della programmazione di Raisport su Raitre il sabato pomeriggio. In tale fascia l’offerta Rai, perlopiù composta da sport minori, si confronta, infatti, con il grande sport nazionale ed internazionale programmato sulle piattaforme digitali con inevitabile penalizzazione dell’interesse e dell’ascolto.

Anche i programmi storici dedicati al calcio hanno perso la propria forza di impatto in seguito alla cessione dei diritti di esclusiva ed allo spacchettamento degli stessi su più piattaforme.

La programmazione sportiva dovrà dunque essere incentrata su l’offerta dei grandi eventi di primaria rilevanza internazionale per i quali sono ancora disponibili i diritti; l’ottimizzazione della collocazione dei notiziari sportivi; il posizionamento strategico degli approfondimenti giornalistici.

Si dovranno pertanto rivedere le attuali collocazioni delle rubriche e soprattutto intervenire sui contenuti, di cui potranno essere privilegiati gli aspetti documentaristici, di inchiesta e di originalità.

In questo contesto occorrerà rafforzare l’offerta tematica digitale (satellitare e terrestre) anche con l’intento di dare visibilità a quegli sport che non trovano spazio sulle reti generaliste. Il canale tematico ha un ottimo potenziale di crescita purché sia messo nelle condizioni di contare su un livello di flessibilità nella gestione del palinsesto degli eventi sportivi di gran lunga superiore a quella dei canali generalisti.

Si tratta, in definitiva, di un’unica strategia di ottimizzazione dell’offerta sportiva Rai che passi attraverso il graduale passaggio dalla Tv generalista al canale tematico digitale di gran parte della programmazione, garantendo, in questo modo un miglior sfruttamento dei diritti di trasmissione sia in termini di spazi a disposizione che di flessibilità di programmazione e la possibilità di consolidare nell’arco dell’anno gli appuntamenti con le singole discipline. Al contempo la definizione di una strategia di complementarità dell’offerta delle grandi manifestazioni sportive che veda nella Tv generalista il momento culminante della programmazione e che utilizzi la Tv tematica per arricchire di contenuti e commenti l’evento.

(da Prima Comunicazione www.primaonline.it)

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