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Anno XIV - N. 404
25 febbraio 2010
Tra leggi e sentenze la storia "illegale" della televisione italiana

Lo strano caso della televisione che non c'è. Al suo posto Rete 4 è una TV "abusiva". Mentre Sky non ci permette di vedere tutte le televisioni via satellite. E la Rai è sempre più sotto il controllo del governo. Intanto dobbiamo cambiare i televisori o comperare i decoder per il digitale terrestre. C'è qualcosa che non funziona?

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Grande clamore per la condanna dei dirigenti della società 

Sentenza Google. La Rete è davvero in pericolo?

Si devono aspettare le motivazioni, che saranno depositate entro tre mesi, per capire le ragioni di una condanna che sembra contraria alle norme sulla responsabilità dei provider. Ma non definitiva né vincolante per il futuro.

25 febbraio 2010

Tre dirigenti di Google condannati per la pubblicazione di un video nefando. Ma il Web è troppo grande perché la sentenza di primo grado di un tribunale italiano possa metterne in discussione la libertà o addirittura "l'esistenza come lo conosciamo", come ha detto la società americana.
Commentare una sentenza prima di conoscerne le motivazioni non è una buona abitudine. Tuttavia il gran clamore sollevato dalla decisione di Milano impone, se non altro, di mettere a fuoco i contorni della questione.
Come tutti ormai sanno, la vicenda risale al 2006: un atto di bullismo ai danni di un disabile, il filmato caricato su Google Video, la pronta rimozione da parte dei responsabili del sito. Che però non evita la denuncia e l'azione penale, giunta ieri al suo primo giro di boa.
La discussione ruota intorno a due questioni in apparente conflitto: la prima è il rispetto della persona umana, la seconda è la responsabilità del provider per contenuti illeciti immessi da un "destinatario del servizio". Sullo sfondo la libertà della Rete, poiché attribuire agli operatori la responsabilità penale  per fatti commessi da altri può introdurre un'insidiosa forma di censura o semplicemente la cessazione di un'attività di grande rilevanza nella società dell'informazione. (continua)

Troppe cose non funzionano, sulla terra e nell'alto dei cieli

Dopo lo switch-off, in molte zone del Lazio sono oscurati i canali del servizio pubblico, mentre quelli di Mediaset e di tante emittenti private si vedono bene.
E c'è ricorso alla UE contro Tivù Sat, che potrebbe essere l'unica soluzione.

I sette misteri della televisione digitale (15 febbraio)
Il regolamento dell'AGCOM sulla par condicio (Delibera N. 24/10/CSP)

"Decreto Romani": aspettando il testo definitivo

La ricostruzione del testo unico risultante dalle modifiche contenute nello
  schema di decreto legislativo ora sottoposto al parere delle Camere
Eccesso di delega o eccesso di potere televisivo? (18 gennaio)
Le polpette avvelenate del nuovo Testo unico radio-TV (11 gennaio)
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/65/CE
Decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Testo consolidato vigente)
Dalla minoranza al Senato lo schema di parere sul "Decreto Romani"
Il parere finale del Senato
 
Dove trovarlo in libreria
Come acquistarlo on line
BLOG
Par condicio: se l'Italia fosse l'America... (16 febbraio)
Il regolamento che ho proposto e fatto approvare di Marco Beltrandi

Ancora in primo piano

Sono i non-giornalisti che fanno buona parte dell'informazione
Si intitola "Una vita da (giornalista) precario" il rapporto dell'Osservatorio sul precariato del Consiglio nazionale dell'Ordine. Dal quale si rileva che la maggior parte dell'informazione nel nostro paese è fatta "non giornalisti".
(Giornalista): una professione tra parentesi (30 ottobre)
Giornalisti e precari: la casta dei "giornalari" (3 giugno)
I documenti dell'Ordine dei giornalisti
Una vita da (giornalista) precario
Documento di indirizzo per la riforma dell'Ordine dei giornalisti
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